Oggi vi proponiamo l’intervista che abbiamo realizzato a Claudio Lippi a margine della presentazione alla stampa di Tale e quale show, il programma andato in onda ieri sera su Raiuno e che prevede altre tre puntate (qui l’intervista a Carlo Conti). Con Lippi abbiamo parlato del suo ritorno in televisione (è tra i nomi più gettonati per la conduzione di Affari Tuoi) e del suo rapporto con il genere televisivo del talent.
Dopo la sostituzione per alcune puntate di Antonella Clerici a La prova del cuoco, continua il tuo riavvicinamento alla conduzione con il tuo ruolo di giurato a Tale e quale show…
Pian piano si manifestando un processo televisivo diverso, almeno per quanto riguarda la Rai. Questa è l’occasione per chiarire che io non sono allontanato – ho letto recentemente qualcosa che è stato diabolicamente travisato su una testata che non nomino – per colpa di Paola Perego… siamo lontanissimi dalle verità . Questo è un dato sgradevole di un certo giornalismo. Detto questo, volevo ribadire che non mi sento e non mi sono sentito, dal 2006 quando lasciai Buona domenica, di fare una televisione che non fosse consona a tutto quello che avevo imparato. La prima delle cose che voglio rispettare è il modo di entrare nelle case della gente. Devo dire che la Rai in questo momento sta ampliando la possibilità di sperimentazione e quindi comincio ad avere proposte che considero giuste per me; non perché io abbia delle pretese, ma perché io non so fare volgarità . Non che la Rai ne faccia, ma i programmi migliori… penso a Carlo Conti…quando mai mollerà L’Eredità ? Ho letto, ma non ho nessuna conferma ufficiale, della possibilità di sostituzione ad Affari tuoi. Io sono 48 anni che lavoro e mi dispiace, senza arroganza, dire che ho imparato a fare tanto. Ho il canto dalla mia parte: è uscito un cd nel quale faccio un omaggio a Modugno. Sono pronto a fare quello che so fare, se mi si chiede di fare il Grande Fratello non potrò mai tornare in televisione, chiedo scusa.
Del tuo approdo ad Affari tuoi tu dici di aver soltanto letto sui giornali e sui blog…
Sì, ho letto. Oggi ho visto i direttori, i responsabili di rete. Mi sorridono. E’ già meglio che sputarmi in faccia, per carità . Io sono consapevole del momento molto difficile per l’azienda e per il Paese. Il meccanismo delle decisioni è un meccanismo nel quale io non voglio provocare nessun tipo di sbilanciamenti. E’ sempre stato un po’ così, da quando ho iniziato nel ’72. Non dimentichiamoci che Mike Bongiorno passò alla Fininvest perché a giugno finiva i suoi periodi d’oro di Rischiatutto e gli dicevano “ci vediamo a settembre e vediamo”.
C’è gente nei corridori che dice “è sicuro”, poi lo chiedi ai direttori e loro sorridono. Facciano quello che credono, l’importante è che ci sia questa nuova possibilità che credo si sta verificando: andrà su Raiuno Magalli. Lo so che porta a dire “Ah, le facce nuove!” però per far si che crescano le facce nuove non buttiamo via quelle che garantiscono un certo tipo di risultato.
In tutto ciò, Mediaset?
C’è ancora? Sì. Io a Mediaset son molto legato: sono partito nel ’78 con Canale 58 che era la prima iniziativa di entrare in televisione di Silvio Berlusconi. E’ chiaro che poi è stra-cambiato tutto. Mi sembra di capire che lì c’è molta meno produzione, forse una strategia di contenimento. Siamo al dodicesimo anno del Grande Fratello… ci han messo 12 anni a capire che forse una piccola pausa non farebbe male. Non vedo, e non lo vedo perché non sono addentro, quali siano i progetti. Io da anni continuo a credere di avere molte caratteristiche in comune con Corrado sull’ironia e sul modo di avere un rapporto con i concorrenti, e mi sono permesso di propormi alla Corrida, però mi hanno detto che siccome sono una sorta di erede di Corrado il marketing ritiene sia sbagliato. Gerry (Scotti, Ndr) l’ha fatta benissimo perché davvero era completamente diversa. Secondo me alla Corrida, avendola vissuto con Corrado e avendo lavorato a Il pranzo è servito, si potrebbe tornare ad un rapporto col concorrente che non sia quello della presentazione dello scemo del paese. Invece, dietro quella follia, c’è un mondo di una persona che ha 3 minuti per esibirsi. Corrado lo sapeva fare bene; io ho la presunzione di dire che mi piacerebbe provarci, però loro propongono Papi… dimmi te come sta messa Mediaset…
Qual è il tuo parere sui talent show, alla luce della tua esperienza musicale e della tua collaborazione passata con Maurizio Costanzo, il quale, anche per motivi famigliari, ha molto puntato sul quel genere? Sfruttamento delle speranze dei giovani, illusioni?
Rimpiango che non ci fosse questo meccanismo quando ho iniziato io, sebbene quegli anni non sono rapportabili ad oggi. Avendolo vissuto ho la ricchezza di poter ricostruire la storia; e sapendo la storia, si può ricostruire meglio presente e futuro. Oggi sono due sostanzialmente i talent, Amici e X Factor. Mi dispiace molto che la Rai non abbia ritenuto opportuno, qualunque fosse la rete, di portare avanti, tenere, X Factor. Ce ne vorrebbero di più, perché, e lo dico con il cuore e con tutti e tre i bypass, davvero diamo troppo poco spazio ai giovani. Noi abbiamo dei giovani che escono non si capisce da dove e che sono residui di programmi come Grande Fratello. Da qui, a parte il compianto – mai troppo – Taricone, Argentero e mi scusino gli altri due che hanno manifestato talento, di tutti gli altri a volte ne vedo delle presenze imbarazzanti.
Il talent ha la possibilità di dimostrare che c’è una vastissima gamma di talenti giovani nella musica e nel ballo. Mancano un po’ di generi, la comicità per esempio, ma forse lì Raidue sta risolvendo con un programma che andrà in onda da maggio Italy Coast to Coast. Forse toglierei la fase dello scontro, perché è molto positiva la logica dello studio. Non insegnerei come si muove una mano, perché se tu muovi la mano mentre canti è perché in quel momento ti viene di muoverla. Non farei strategie, però sono assolutamente favorevole. La discografia punta tutto su loro e non è un caso che vincano Sanremo da qualche anno.