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Carlo Conti parla del 2014 e ricorda l’anniversario tv per i 60 anni della Rai

Quest’anno la tv compie 60 anni. Tv, Sorrisi e Canzoni – per l’occasione – ha scelto come testimonial Carlo Conti, un onore che in passato era stato affidato ai grandi della televisione italiana, come Pippo Baudo e Mike Bongiorno.

Intervistato dal settimanale, Carlo Conti risponde candidamente:

Sessant’anni di Rai, prima di tutto. Mi piace e mi onora l’idea di farne parte fin dal 1985 con “Discoring”. E non dimentichiamo, in seconda battuta, l’altrettanto importante epopea delle tv locali. Ho vissuto orgogliosamente anche quella.

 

Dovendo fare un riassunto di questi 60 anni televisivi, Carlo Conti però non ha dubbi sulla scelta dei programmi da dover ricordare assolutamente:

“Portobello” è imprescindibile, visto com’è stato imitato. Poi “Non è mai troppo tardi”, con il maestro Manzi, che fu fondamentale per l’alfabetizzazione e l’unione del nostro Paese nel dopoguerra. “Canzonissima”, che ha acceso il varietà il sabato sera. Mike Bongiorno con “Lascia o raddoppia?”, con l’Italia schierata nei cinema e nei bar. Ma anche i Sanremo di Pippo Baudo, Renzo Arbore con “Indietro tutta” e i tg.

 

Tanti anni di televisione ma difficilmente ama riguardarsi:

Non mi riguardo mai. Al limite, mentre aspetto il Tg1 delle 20 con mia moglie, magari mi imbatto in “L’eredità” e mi fermo perché lei vuole indovinare la parola della “Ghigliottina”. Mi chiede aiuto e io in genere fatico a ricordarla.

 

Infine, un pensiero sui canali emergenti e sulla frammentazione degli ascolti:

Certo, è tutto più difficile. Un 25% di share di qualche anno fa corrisponde al 18% di oggi. Un tempo, nei tabulati Auditel la voce “Altre tv”, satellitari e non, era in fondo alla classifica. Oggi, se le sommiamo, a volte superano le reti generaliste. Una rivoluzione simile a quella delle tv private negli Anni 70.

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