Ieri Michele Santoro e la Rai si sono lasciati consensualmente: la tv di stato, si legge su Il Corriere della Sera ha liquidato il conduttore con circa due milioni e 300 mila euro. Non sono mancati i commenti:
Spiace sempre perdere un professionista, ma ho profondo rispetto per il diritto di ciascuno di essere artefice del proprio destino (Paolo Garimberti, Presidente della Rai)
Da anni la tv di Stato ostacola il programma d’informazione più visto della televisione italiana, nonostante gli introiti pubblicitari e il prestigio che i record di ascolti di Annozero Garantiscono (Marco Travaglio, giornalista, opinionista di Annozero).
Il rapporto tra la Rai e Annozero in questi anni è stato difficile: Michele ha dovuto difendersi da tante pressioni. Da questa Rai ci si può aspettare qualsiasi cosa, anche la notizia che il rapporto si interrompa. Peccato, perché finalmente due settimane fa mi avevano fatto firmare il contratto (Vauro, vignettista)
E’ uno sbaglio editoriale e industriale, mandare via Santoro dalla Rai: una vera e propria espulsione su base politica, che offende anche chi rimane. Il suo caso è divenuto il metro di misura dell’indipendenza aziendale. (Lucia Annunziata, giornalista)
Non è ancora arrivato, non so che dire. Se mi piace l’idea? Certamente si. Sono stato entusiasta per l’arrivo di Mentana, figuriamoci per quello di Santoro. Tuttavia mi sconcerta la capacità di farsi male della Rai. Fossi stato il direttore di Raidue mi sarei steso per terra per impedirgli di andare via. E’ incredibile come quell’azienda si muova contro i propri interessi. (Gad Lerner, conduttore di La7, commenta il possibile arrivo di Santoro e l’addio del collega dalla Rai).
La situazione ha comunque del paradossale, dell’inverosimile: qualunque network, in qualunque parte del mondo, non licenzierebbe mai uno come Santoro. Bisogna essere autolesionisti per liquidare un programma che veleggia sui 5 o 6 milioni a puntata, con picchi che superano i 7 milioni e uno share che va oltre il 20% … avere una trasmissione che rende all’azienda il doppio di incasso rispetto ai costi e chiuderla è una follia. Il divorzio sarà anche stato consensuale, ma la Rai lancia un segnale di debolezza, di insicurezza, di sudditanza psicologica e ideologica. Lo abbiamo scritto mille volte: sul piano della comunicazione c’era un solo modo per combattere Santoro, fare una trasmissione più interessante della sua. Tentativi ne sono stati fatti, gli esiti li conosciamo: fallimentari. (Aldo Grasso, critico)