I Nomadi parlano della loro prossima partecipazione a Sanremo 2010 in veste di accompagnatori di Irene Fornaciari, la figlia di Zucchero che sul palco dell’Ariston proporrà Il mondo piange. Il leader storico del gruppo, Beppe Carletti, attacca la scelta di Povia di proporre Il caso, il brano che parla di Eluana Englaro (fonte Il giornale):
Io rispetto le scelte di chiunque, ma noi Nomadi non avremmo mai scritto, come ha fatto Povia, una canzone che parla del caso di Eluana. Se Povia voleva far parlare subito di sé c’è riuscito. Del resto non è una sorpresa, l’ha fatto anche lo scorso anno con Luca era gay. Lui è così, avrà fatto i suoi calcoli, valutato i pro e i contro e sarà sicuramente a posto con la coscienza. Noi, ripeto, un brano così non l’avremmo scritto per non correre il rischio di essere tacciati di opportunismo; oppure l’avremmo fatto fra vent’anni, quando il tema non sarà più così caldo e delicato.
Carletti, però, non vuole polemizzare, quindi aggiunge:
Siamo due entità completamente diverse, lui è bravo, altrimenti non avrebbe vinto il Festival e non sarebbe lì per la terza volta in pochi anni. È un cantautore particolare, ma abbiamo una concezione diversa della canzone a sfondo sociale. Comunque a Sanremo deve parlare la musica, non i colpi di teatro due mesi prima. Tuttavia, faccio tanti auguri a Povia; il brano sarà senz’altro bello se è stato scelto.
Il leader dei Nomadi conclude il capitolo Povia ricordando che gli organizzatori del Festival non sono pazzi da mettere in gioco la loro credibilità proponendo un brano scarso, solo perché polemico:
I conduttori non sono dei kamikaze e sanno quanto conti Sanremo per la loro credibilità. Antonella Clerici conosce bene il suo lavoro e certo non vorrà rischiare. Al nostro ultimo Festival, nel 2006, c’era Panariello che si beccò tante bastonate dalla critica che gli fanno ancora male adesso.
Povia, mi duole dirlo, ma è solo un freddo calcolatore, e credo che i Nomani l’abbiano capito in pieno: voleva, o meglio vuole far parlar di sé e dunque scatena polemiche canzoni dal taglio discutibile, vestendole da tematiche sociali. A me non piace questo modo non solo opportunistico, ma anche furbesco di fare, mi ricorda tanto i Furbetti del quartierino, ovvero agitare e utilizzare i sentimenti del pubblico per mettersi al centro della scena, ma questo -spero – sia un trucco che possa utilizzare due – tre volte ma che poi smetta di aver efficacia quando il pubblico avrà metabolizzato questo sua modo di fare.