Renzo Arbore torna a parlare di tv in un’intervista rilasciata a Il fatto quotidiano. Il cantante e conduttore è in onda ogni mattina su Raidue intorno alle ore 5.40 con le repliche di Indietro tutta. E il pubblico sembra apprezzare, considerando l’8% di share toccato in quella fascia oraria. Arbore però commenta così:
Mi fa molto piacere, ma anche un po’ di tristezza. Perché sono un accanito telespettatore e mi ostino a guardare la tivù: il panorama è desolante.
Parole dure, rivolte soprattutto alla Rai:
La Rai era una corazzata, sta diventando una bagnarola. Ci sono entrato nel 1964 per concorso, ero maestro programmatore musicale.
Prima, dunque, c’erano gente in gamba e idee interessanti. Oggi, invece
la politica ha preso il sopravvento, nessuno più s’interessa davvero al prodotto, a quello che la gente vede la sera a casa. L’ultima stagione buona che ricordo è stata quella di Cattaneo, da lì è andato tutto in picchiata.
Poi Arbore si esprime sui casi Dandini, Santoro, Saviano e Gabanelli:
Trovo incredibile la deriva che ha preso la gestione del patrimonio Rai. A me va benissimo vedere in onda Pierluigi Paragone, ma voglio che ci sia pure Santoro. […] Si sono persi anche la Ventura, non so chi resterà a reggere l’immagine Rai.
Arbore confessa che non solo non tornerà con un suo progetto nel piccolo schermo, ma che nemmeno gli hanno chiesto di pensare a qualcosa di nuovo. Eppure Lorenza Lei, nuovo direttore generale della Rai, iniziò la sua carriera proprio con lo showman:
Il problema vero è che il tuo passato, ciò che hai in curriculum, conta meno di tutto il resto.
Quindi Arbore smentisce di essere stato contattato per diventare direttore di Rai5, incarico poi affidato al leghista Massimo Ferrario. E chiude con una dichiarazione d’amore alla Rai, che non lascerebbe mai per la concorrenza:
Continuo a guardare dall’alto in basso chiunque quando mi ricordo che io lavoro per la Radio Televisione Italiana […] Voglio finire così, fedele alla missione. Anche se non mi fanno sparare le ultime cartucce fa niente.