In una lunga intervista a Repubblica, Enrico Mentana è intervenuto sui possibili scenari per la tv di Stato nelle prossime settimane:
Ci vuole un uomo nato a viale Mazzini che faccia il direttore generale e renda normale un’azienda abnorme nelle dimensioni, irriconoscibile nelle capacita’ di governo, pletorica nella struttura di comando. Un commissario esterno farebbe la fine dei professori: una parentesi tecnocratica in un corpo allenato al rigetto. Napolitano a Monti hanno il potere, e forse lo eserciteranno, di chiedere ai partiti di non nominare dei rappresentanti di lista nei consigli d’amministrazione. La Rai e’ stata finora la greppia per piazzare persone, il posto eletto per i fiduciari politici, anche il luogo di autofinanziamento attraverso la quotazione delle fiction. E infine la grande risorsa del potere maschile: designare, insediare, insidiare corpi di donne. Come fanno oggi a soffiare sopra questo ben di Dio?
Ha, poi, concluso:
Questi partiti senza piu’ idee e futuro se perdono anche la visibilita’ televisiva finiranno esuli in terra patria. Per alcune sigle politiche la tv e’ l’unico mezzo per farsi riconoscere.
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