Intervenendo alla trasmissione di Klaus Davi, Klauscondicio, Paola Ferrari ha palesato l’intenzione di querelare Twitter per diffamazione perché ripetutamente attaccata da utenti anonimi su presunti ritocchini estetici e insulti legati alla sua età. Motivi validi che l’hanno spinta a fare causa al potente social network molto in voga tra i vip:
Lavoro nel giornalismo da più di 30 anni e da 20 in Rai e ho sempre accettato le critiche, anche quelle più dure e a mio avviso immotivate, ben sapendo che fanno parte del gioco. Tuttavia con questo atto voglio dire un no chiaro! Il web non può diventare solo una bacheca della diffamazione anonima, dell’insinuazione volgare e del razzismo solo perché nel web c’è la libertà di espressione. Non è giusto usare la rete e i social network per insultare le persone, senza la possibilità di un contraddittorio, e questo accade soprattutto con Twitter. Se il web e i blog vogliono giocare un ruolo serio nell’informazione, allora devono comunque attenersi alle regole deontologiche di base e alle norme civili che valgono fuori dalla rete. Nessuno si riunisce pubblicamente per diffamare o insultare qualcun altro o, se lo fa, per lo meno è passibile di denuncia. Ecco, credo allora che la cosa valga anche per Twitter.
Il maxi risarcimento chiesto dalla giornalista sportiva andrà totalmente a favore delle famiglie delle vittime del terremoto in Emilia.
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