La rubrica settimanale d’approfondimento sportivo del Tg3 della domenica sera condotta da Oliviero Beha è saltata e il giornalista pensa di essere stato estromesso e censurato (fonte Radio 24 via Il corriere della sera):
Non ci sarà più il mio commento della domenica sera dove analizzavo il rapporto tra calcio, società e il controno di interessi economici. Un tipo di approfondimento che è normalmente “Terra di nessuno”. Ho parlato di calcio di calcio che non funziona, dello scandalo dei Mondiali, ho fatto le pulci al potere politico legato al calcio … Devo aver dato fastidio a qualcuno.
Beha ricorda di essere tornato in video grazie a un ordine di servizio imposto dal giudice alla Rai nel 2008 e spiega:
Fino al maggio scorso è andato tutto liscio. I problemi sono sorti con i Mondiali di calcio. Ho chiesto alla Berlinguer se voleva un commento quotidiano. Mi ha risposto che voleva solo le partite dell’Italia e gli eventi più importanti. Poi le cose sono precipitate e, quando mi sono presentato la domenica per il mio consueto appuntamento, mi è stato detto “non sei previsto”. Sono stato messo alla porta. Se questa non è censura! Caso strano giovedì scorso ero alla festa del Partito Democratico a Pesaro e qualcuno mi ha detto:”Sei sicuro di andare in onda domenica?”
Il direttore del Tg3 Bianca Berlinguer assicura di non aver ricevuto pressioni e risponde:
Beha si sopravvaluta! Il fatto è che il collaboratore di un telegiornale, come di qualunque altro mezzo di informazione, non può decidere lui quando e come andare in onda, ma deve concordare i suoi interventi con la redazione… La realtà è che Beha una volta finito il campionato, pretendeva di venire in studio quando voleva lui e non quando chiamato dalla direzione. Si è più volte presentato senza preavviso e, quando gli è stato fatto notare, lui ha replicato dicendo che era lì per acquisire elementi per i suoi legali. Insomma stava avviando un’altra causa.
Mentre Beah chiede un chiarimento per capire se deve tornare davanti ai giudici, il comitato di redazione del Tg3 difende il direttore, così come i consiglieri d’amministrazione Rai Nino Rizzo Nervo e Giorgio Merlo.