Continua a imperversare il caso Santoro su Il fatto quotidiano. Dopo le interviste a Michele Santoro e a Enrico Mentana, di cui vi abbiamo dato conto nei giorni scorsi, il quotidiano di Padellaro e Travaglio stamane ha ospitato un articolo dell’ex conduttore di Annozero. Il quale ha bacchettato il direttore del TgLa7.
Enrico Mentana, infatti, nell’intervista rilasciata a Silvia Truzzi aveva sì ammesso di aver fatto un tifo sfrenato affinché l’approdo di Santoro a La7 divenisse realtà; ma aveva anche dichiarato:
Io penso che la libertà autoriale sia una bellissima cosa. La questione è quella della responsabilità di chi fa informazione. Io credo di essere libero, ma ho anche delle responsabilità di legge come direttore.
Tant’è che Mentana aveva proposto di accogliere il nuovo programma di Santoro sotto la testata del telegiornale.
Santoro oggi ha replicato piccato, accusando Enrico Mentana di voler nascondere il conflitto d’interessi:
Come è noto, Enrico Mentana non si è mai incatenato per la libertà di informazione. Anche quando aveva promesso di farlo. Pur nutrendo nei suoi confronti una enorme stima professionale, ritengo che abbiamo nei confronti del potere (economico, politico ed editoriale) atteggiamenti molto distanti. Il che ci rende diversamente liberi. Tuttavia le sue dichiarazioni fanno intendere che io avrei richiesto all’editore una libertà illimitata e irresponsabile. Siccome non è così, non capisco per quale ragione egli voglia assumere il ruolo di chi nasconde o vela con le sue interpretazioni il conflitto d’interessi.
Il giornalista campano prosegue:
La verità è che io mi sono impegnato a rispettare le regole e le norme esistenti, nonché la linea editoriale di Timedia, e che non ho messo in discussione la responsabilità dell’editore di esercitare, come prevede la legge, il controllo su ciò che va in onda ricevendo tutte le informazioni necessarie. Siccome sono tutti impegni scritti, difficilmente potranno essere contraddetti. Inoltre Mentana dovrebbe ben sapere che il potere di controllo dell’editore avviene attraverso il direttore di rete e si manifesta (o si dovrebbe manifestare) nel pieno rispetto della discrezionalità e della libertà dell’autore. Dunque, al contrario di quanto da lui affermato, il problema di Timedia non è stato quello di assumersi la responsabilità di ciò che andava in onda, ma proprio quello di non assumersela perfino dal punto di vista legale, riservandosi di interferire nell’esercizio dell’attività giornalistica, che è autonoma per statuto e vede prevalere il diritto e il dovere di cronaca.
Santoro ha chiuso definendo La7 “meno libera di sicuro” per aver ceduto alle “pressioni esercitate dal governo“:
Siccome non conosco il contenuto del contratto di Mentana e non ho partecipato in alcuna forma alla sua stesura, credo di avere il diritto di determinare il contenuto dei miei contratti con la stessa autonomia senza dover subire l’aggiunta delle sue note a margine. E, anche se nessuno dei quattro annunciati macachi è arrivato (e mi sembra improbabile, a queste condizioni, l’arrivo di Milena Gabanelli), gli auguro di cuore di poter continuare il suo straordinario lavoro del quale sarò accanito tifoso. Infine concordo con lui sul fatto che domani la sua Rete non sarebbe stata più libera se ci avesse lavorato Santoro. Ma, per il fatto che non ha potuto permettersi di ingaggiarlo per le pressioni esercitate dal governo, oggi è meno libera di sicuro.