Flavio Insinna parla della sua futura conduzione de La Corrida, in onda a partire dall’8 gennaio 2010, in un’intervista rilasciata a Maria Volpe de Il Corriere della sera:
Premesso che l’ansia è congenita e il senso di inadeguatezza pure, considero La Corrida il Louvre della televisione. Vent’anni di Corrado, sette di Gerry Scotti vuol dire uno sforzo enorme per non pensare a chi c’era prima di te. Se ci rifletto lucidamente è da pazzi aver accettato, ma questo mestiere prevede un po’ di follia.
Il presentatore, che fin da piccolo seguiva il programma alla radio, racconta di aver incontrato, durante i provini, tantissime persone disoccupate o in difficoltà economica, ma pur sempre pronte a sorridere e a regalare sorrisi. Ciò l’ha portato a prendere una decisione:
Se loro mi autorizzeranno, dolo le esibizioni, io diventerà il loro banditore per trovare un posto di lavoro. Se lo desiderano sarò il loro promotore e procuratore. Lancerà un appello perché se c’è qualcuno che può aiutarli a trovare un posto di lavoro lo faccia. Perché quest’Italia, che sta facendo tanta fatica, è fatta di persone bellissime.
Riguardo ai concorrenti aggiunge:
I partecipanti regalano simpatia sapendo che non avranno nulla in cambio. Qui non si vincono soldi, questa è gente giocosa che si vuol fare vedere dai parenti. E io voglio essere dalla loro parte, avranno tutto il mio sostegno, farò da scudo umano tra loro e le bordate del pubblico.