Dal prossimo 3 settembre, Pippo Baudo tornerà sugli schermi con un nuovo programma intitolato Il Viaggio. Il popolare conduttore ha rilasciato un’intervista a La Stampa, svelando ulteriori dettagli riguardo il suo nuovo progetto televisivo.
Baudo afferma che la Rai può sospendere tranquillamente il programma in caso di flop all’Auditel:
Dovrei fare 21 puntate ma, dopo le prime 10, se l’ascolto non è nella media di rete, l’azienda può sospenderlo senza penale. L’ho voluto io per aprire una via più moderna, alla Rai. Sgarbi dopo una sola puntata andata male può continuare ad essere pagato, ma questo non è un compenso per una prestazione: è una sinecura.
Il conduttore svela com’è nato questo progetto:
Per 40 anni e passa ho fatto serate. Ho girato l’Italia avanti e indietro. La conosco tutta. Ho pensato al Grand Tour che gli stranieri colti venivano a far da noi tra il 700 e l’800 e ho voluto riproporlo. Il nostro resta un paese bellissimo, ricco di cose ignorate dal turismo di massa e a volte anche da quello di élite. Il brutto, che in alcuni casi diventa addirittura vergognoso, sono le periferie, specie quelle sorte negli anni ’50 e ’60: insalvabili. Racconto anche questo.
Pippo Baudo, 76 anni, è convinto che, nonostante l’età, non stia togliendo spazio a nessuno:
Ci sono molte facce nuove in tv, meno giovani talenti forse. Non tolgo spazio ad alcuno. I colleghi oggi sono meno preparati di noi vecchi. Corrado, Bongiorno, Tortora, Arbore: noi studiavamo di più.
Baudo, infine, svela ciò che si aspetta dalla nuova dirigenza Rai:
Che la restituisca al ruolo di servizio pubblico. Che faccia una tv veramente per tutti. Che valorizzi la cultura italiana, e ce n’è. Che confini in seconda serata la cronaca nera. I 300 collegamenti pomeridiani da Avetrana hanno fatto il loro tempo.
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