Francesco Facchinetti fa il bilancio della prima e probabilmente unica edizione de Il più grande italiano di tutti i tempi: il conduttore del varietà di Raidue ammette che la struttura era sbagliata (talk show culturale e varietà cozzavano) e che il suo entusiasmo l’ha tradito, ma punta il dito anche contro i giudici colpevoli di essersi schierati contro il programma (fonte Il Giornale):
Cercavo di dare peso specifico al programma. Loro invece remavano contro. Se si è pagati per stare dentro un programma, non gli si deve andare contro. In più ho sentito cose di retorica imbarazzante sulla formula del programma. Era logico sin dall’inizio che si mischiasse il sacro con il profano … certo che questa difficoltà sommata a tutte le critiche, qualcuna davvero fuori luogo, ha contribuito a fare di Il più grande un programma nato e vissuto in difficoltà.
Francesco è disposto a rifare Il più grande, anche se gli sembra difficile che la rete glielo riproponga, ad una condizione: quella di conoscere bene le persone con cui deve lavorare.
Sul caso Televoto bufala proposto da Jekyll (poi mandato in onda anche da Striscia la notizia) della giudice inglese che si felicitava della vittoria di Leonardo Da Vinci prima ancora che il grande artista fosse proclamato vincitore, Facchinetti prova a chiudere le polemiche:
Come avremmo fatto a preparare una cosa del genere? Semplicemente è successo che la giurata inglese ha fatto confusione perché aveva sentito nominare Leonardo tante volte prima dagli altri giurati. Sono cose che succedono e io non ho avuto nessun imbarazzo, altro che. Per non dire altro. Che interesse avremmo avuto noi a far vincere Leonardo piuttosto che Giuseppe Verdi? Questo tipo di critica è sul modello “Banale di Suez”, come dice sempre mio padre: inutile. Mi dispiace solo che rischia di confondere il telespettatore in buona fede che non ha visto il mio programma.