Francesco Facchinetti, dopo aver incassato le critiche e aver recitato il mea culpa per l’andamento de Il più grande (Italiano di tutti i tempi), ha deciso di sottolineare i pregi del programma di Raidue: in un articolo scritto per Il giornale il conduttore dice:
Adesso, qualcuno si renderà conto che abbiamo parlato di Leopardi in prima serata? Che abbiamo fatto tenere a Sgarbi una rigorosa lezione di storia dell’arte? Che su Leonardo e Michelangelo abbiamo fatto confrontare delle intelligenze che nessuno può contestare? Che abbiamo avuto ospite un cantante pop come Lucio Dalla, ma che ha interpretato un brano tratto da una sua opera rappresentata a teatro? Che abbiamo sentito persone alzarsi dagli spalti e accalorarsi per le virtù civili di Mazzini (Giuseppe, non la Mazzini intesa come Mina, sulla quale comunque si è discusso con alto profilo)? Da quanto tempo poi non si dava nuovo lustro a un uomo delle istituzioni che ha creato unione nel Paese come Sandro Pertini? Infine, il lungo, appassionato, commosso applauso per i nostri eroi Falcone e Borsellino, lava molti dei nostri peccati commessi nelle precedenti puntate.
Facchinetti, dopo aver raddrizzato il tiro in corso d’opera, è convinto di fare una televisione di servizio:
Mercoledì ho sentito di fare davvero servizio pubblico, felice di essere umile cerimoniere della prima azienda culturale italiana, piena di difetti come tutti noi umani siamo, ma cui va riconosciuta almeno la buona volontà e l’impegno a migliorarsi puntata dopo puntata. Credo ci sia profonda differenza se il gioco riguarda due geni dell’umanità o due disperati chiusi in un reality: io ho imparato tante cose, lo stesso credo abbiano fatto tanti come me. Da ieri sono meno ignorante e lo stesso credo sia accaduto a tanti come me. E magari (mi) accadesse con ogni programma che faccio… O che vedo!
Diamo a Cesare quel che è di Cesare: Il più grande ha trattato argomenti di cui in prima serata si sono perse le tracce da tempo. Si poteva fare meglio…