Il decreto fiscale convertito nella legge 44 lo scorso 26 aprile prevede una pubblica gara per quanto riguardo l’assegnazione delle frequenze televisive. Su di esse è prevista un’asta al rialzo, entro 120 giorni, ovvero entro il 28 agosto. Tuttavia, come scrive oggi IlSole24ore, tale limite temporale sarà impossibile da rispettare; infatti l’Autorità per le comunicazioni deve approvare un Regolamento di gara, sentita la commissione europea, sulla base dei principi e dei criteri fissati dalla legge. Ergo, serve una norma che faccia slittare il termine di almeno due-tre mesi. Ma l’assenza del bando non è l’unico problema.
Recentemente si è riaperto il caso Europa 7: il 31 luglio il Tar ha nominato un commissario ad acta per consentire ad Europa 7 di utilizzare frequenze cui poter trasmettere, senza interferenze, dall’impianto di Monte Penice, sull’Appennino ligure. Così il ministero dello Sviluppo è stato commissariato per non aver eseguito un’ordinanza dello stesso Tar sull’assegnazione delle frequenze ottenute da Europa 7 a integrazione del canale 8 della banda VHF. Assegnato, quest’ultimo, solo nel dicembre 2008 a quasi dieci anni dal rilascio della concessione nazionale all’emittente di Francesco Di Stefano.
Venendo ai dettagli economici: il ministero dello Sviluppo, da quando il commissario sarà operativo, dovrà pagare 1.500 euro al giorno a Europa 7, sino all’esecuzione dell’ordinanza. Su Monte Penice le uniche frequenze libere sono quelle che ora sono all’asta. Una andrà a Europa 7. Resta però l’ostacolo più alto da superare: mettere in piedi l’asta.