Autore televisivo, radiofonico e teatrale, strettissimo collaboratore di Maurizio Costanzo (con cui sta mettendo a punto il nuovo game dell’access prime domenicale di Raiuno, Ho una notizia per te) e attualmente impegnato su La7, dove conduce una rubrica di costume all’interno di Omnibus, Enrico Vaime ha raccontato i cambiamenti del piccolo schermo negli ultimi quarant’anni. Leggiamo assieme gli stralci più significativi dell’intervista (Fonte Quotidiano.net):
Negli anni ’70 sono cominciate le trasformazioni di questo decadimento, è stata persa di vista una certa forma che era una delle nostre caratteristiche, abbiamo cominciato a sbracare e siamo peggiorati. Oggi siamo in un punto di non ritorno, abbiamo perso un certo pubblico che non ritornerà. La gente non sente l’esigenza di un’altra televisione.
E ha aggiunto:
A differenza della radio, la tv è partita col piede sbagliato, non ha spiegato agli stessi operatori che la sua funzione è la contemporaneità, raccontare i fatti mentre avvengono.
E alla domanda su un’ipotetica trasmissione da salvare dalla profonda crisi che sta attraversando il mercato tv degli ultimi anni, Vaime risponde sicuro:
La tv sul piano delle trasmissioni storiche è fatta molto bene. L’intrattenimento non è tutto da buttare, anche se i programmi leggeri spesso rasentano la volgarità. Fino agli anni ’60 i programmi li produceva la Rai, adesso il palinsesto è gestito da produttori esterni e questo è un errore.