Enrico Mentana a quota 111 conduzioni consecutive del TgLa7 delle 20.00 parla del suo telegiornale e in un’intervista rilasciata a Il giornale: il direttore spiega come fa a rimanere in onda da più di cento giorni:
Non soffro di stress. Arrivo in studio un minuto prima, mi allaccio il colletto della camicia button-down e comincio. E’ questione di carattere. Sono ansioso solo per le persone che amo. Di me stesso mi sento sicuro. Mi conosco da tempo.
Il giornalista, che ha scelto personalmente il colore dello sfondo, verde, ma non di avere i neon nascosti sotto il vetro della scrivania, apprezza la scelta di uno studio spoglio (“Quando gli spettacoli hanno troppo arredo, significa che non c’è sostanza”). A proposito della sua conduzione rivela di non scriversi i testi:
Certo, che c’è di strano? Ho ben presente quali sono le notizie. E’ come imparare i numeri di telefono: se li scrivi non li ricordi a memoria.
“Chicco” ribadisce la propria soddisfazione per i risultati del suo Tg (6-9% di share), che gli hanno permesso nell’anno solare 2010 di piazzare tra i primi 50 ascolti di La7 50 edizioni del Tg. Mentana ricorda:
Siamo partiti dal 2% con 90 giornalisti. Che non sono pochi, ma finora hanno lavorato con contratti di solidarietà: quattro giorni a settimana e niente straordinari. Neppure l’osservatore più benevolo ci pronosticava oltre il 5%.
Mentana ha ottenuto simili risultati senza insistere troppo sugli avvenimenti di cronaca:
Siamo onesti: I servizi sull’uccisione di Sarah Scazzi, basati sul nulla, si fanno solo per lucrare ascolti fra telespettatori in crisi d’astinenza … Amo la cronaca, la più democratica delle discipline. Ma l’accanimento è orripilante. Ho avuto discussioni con colleghi stimabili come Bruno Vespa: a che servivano tutte quelle puntate su Cogne?
A proposito del Tg1 di Augusto Minzolini dice:
Ha fatto una scelta che da un lato è chiarificatrice e dall’altro lo espone. Il Tg1 è sempre stato filogovernativo. Lui lo ha dichiarato e teorizzato nei suoi editoriali.