Dalle colonne de Il Fatto Quotidiano, Enrico Mentana ha commentato il brillante esordio di Michele Santoro con Servizio Pubblico:
Mi sarebbe piaciuto avere Michele fra di noi, avrebbe fatto la stessa cosa, più o meno l’ascolto di Servizio Pubblico. Mi rendo conto che, così, entra a far parte nella storia televisiva italiana. E’ salito sul podio di prima serata senza dover ringraziare noi, Rai, Mediaset o Sky.
Un successo su tutti i fronti:
Il duopolio è in frantumi. Non è più onnipresente. Non decide chi va in onda e chi va a casa. Quando Mediaset mi ha cacciato, sono stato a spasso per un anno e mezzo. L’esperienza de La7 ha dimostrato che si può lavorare anche fuori dal circuito di Viale Mazzini e Biscione. Ma con Santoro facciamo un grosso passo avanti. Lui è stato costretto a lasciare la Rai, può pensare che qualcuno si sia adoperato per tenerlo fuori dai canali tradizionali, ed è riuscito comunque ad organizzare una squadra in tempi molto brevi. Se un giorno il mercato dovesse impazzire, come a volte capita, si può sempre trovare una via di fuga: assemblare tecnologia ed emittenti regionali e creare un palinsesto che risponde ad un tipo di opinione pubblica con un rapporto di fiducia che funziona per l’Auditel e per la pubblicità.
I telespettatori possono costruirsi il loro modello ideale di televisione:
Santoro ha creato un precedente sapendo che le televisioni generaliste sono un modello superato. All’inizio, c’era un canale e ti accontentavi di qualsiasi cosa, poi arrivano sei o sette reti e allora si può selezionare dal menù del telecomando. Adesso puoi chiedere e ricevere quel singolo giornalista e protagonista.