Cristina Gabetti (famosa per la rubrica all’interno di Striscia la notizia chiamata Occhio allo spreco) dopo anni passati a fare la giornalista di cronaca e spettacolo, ha cambiato vita, cominciando a cambiare il suo stile di vita e portarlo verso un regime più ecocompatibile.
Dopo la rubrica Abitare Tv su Mediaset, la Gabetti ha scritto Tentativi di auto condotta un libro che è piaciuto molto ad Antonio Ricci, talmente tanto che l’ha poi chiamata e le ha proposto una rubrica giornaliera su Striscia la notizia, la famosa Occhio allo spreco.
Visto il grande successo della rubrica di Striscia, la Gabetti ha deciso di scrivere un secondo libro dove insegna a ridurre gli sprechi, rispettando la natura e la gente che ci circonda.
Il nuovo libro, Occhio allo spreco – consumare meno e vivere meglio, nasce dalla passione della giornalista per l’ambiente e eco sostenibilità, e parlando proprio di questa sua passione e di come è nato il lobro, la Gabetti in un’intervista rilasciata a TGCom ha dichiarato:
La passione nasce vivendo. La mia formazione giornalistica mi ha permesso di lavorare a Mediaset dove mi sono occupata di cronaca e spettacolo, ma poi sono diventata madre di tre figli e ho lasciato più spazio alla qualità della vita. Ho studiato diversi stili di vita e ho approfondito l’impronta del mio stile pensando anche alle conseguenze sulla vita dei miei figli. Così ho acquisito una consapevolezza: i beni materiali passano ma il bene prezioso che rimane è la qualità di vita che viviamo sul nostro pianeta. Seguitissima rubrica di Striscia e poi grande successo editoriale. Mi sono occupata della rubrica Abitare TV e per questo indagavo sui temi ambientali. Ma ho coltivato il mio interesse anche in ambito domestico. Ho rifatto casa con materiali amici dell’ambiente, dagli intonaci ai rivestimenti e alle pitture. Quando il progetto Abitare Tv finì, un editore mi chiese una ricerca di libri che parlassero di diversi temi ambientali. Ma visto che la maggior parte dei testi era in lingua americana, mi sono accorta che quelle filosofie non potevano essere assimilate alla realtà italiana. Così aggiornai tutto il materiale e sempre per lo stesso editore scrissi il primo libro “Tentativi di eco-condotta”. Quel testo finì sulla scrivania di Antonio Ricci che mi chiamò per offrirmi la rubrica “Occhio allo spreco”. Oggi è arrivato anche il libro omonimo
L’intervista poi cade sulla differenza e sulla differente condotta nei confronti della natura tra Italia e Stati Uniti (visto che la giornalista è nata a New York ma cresciuta a Torino), e parlando di questo la Gabetti ha detto:
Noi italiani non siamo rapidi nel cambiamento. Anche se, paradossalmente, l’Italia è il Paese più predisposto alla rinnovabilità per la diversità di clima, territori e anche di sapori che possono essere sfruttati. In generale, anche in America, si dovrebbe puntare sulla qualità e non sulla quantità perché una crescita infinita in un pianeta finito è impossibile
Scegliere uno stile di vita ecosostenibile è facile, bastano poche regole dice la giornalista, bisogna stare attenti alla spesa e seguite determinate regole base per rendere il nuovo stile di vita Eco meno pesante e più facile da gestire:
Intanto voglio sfatare il falso mito che fare la spesa con la filiera corta costi di più in termini di soldi. I gruppi di acquisto solidale crescono e sono un ottimo veicolo per comprare. La grande difficoltà è cambiare abitudine, perché il preconcetto che non andare al supermercato sia una fatica in più, diventa una scusa per chi non ha la voglia bruciante di impostare un nuovo modo di fare acquisti. E’ uno sforzo che fai una volta e poi vivi di rendita tutta la vita. Iniziamo a utilizzare meno detergenti. Sono una delle prime cause di inquinamento e dipendono dall’utilizzo che ognuno di noi ne fa. La seconda dritta è riutilizzare qualsiasi cosa con l’aiuto della fantasia. Ci stupiremo di noi stessi. Per ultimo c’è un invito ad abituarci alla manualità come facevano le generazioni che ci hanno preceduto. Loro avevano molto meno di noi eppure non gli mancava niente. Noi oggi possiamo anche utilizzare la tecnologia per farci aiutare. Siamo una generazione ponte, sfruttiamo questa occasione