Stasera il canale tv americano The Hub, specializzato in programmi per ragazzi dai due agli undici anni, manderà in onda la prima puntata del cartone animato australiano-canadese SheZow. Protagonista un ragazzino dodicenne, Guy Hamdon che, grazie a un anello e a una formula magica, si trasforma in un supereroe…femmina. Con tanto di gonna, capelli lunghi, stivali al ginocchio con tacchi e calzamaglia leopardata rosa.
Al grido di go go girl! Vai ragazza! il timido protagonista, che ha trovato per caso un anello appartenuto alla zia appena morta, si trasforma in una avvenente supereroina che combatte tutti con una spada-rossetto. Questo perché l’anello, che era stato pensato per essere indossato solo dalle ragazze, finisce nelle mani di Guy che pronunciate le parole magiche, si trasforma in una sorta di Wonder woman transgender, impugnando un rossetto invece che una spada laser.
Così Guy/SheZow combatte contro i cattivi, a volte cadendo sui tacchi, altre volte con piroette eleganti degne di una dinoccolata ed esperta ballerina. Non è la prima volta che un cartone animato gioca con l’identità sessuale agli occhi di un pubblico di bambini: tutti ricorderanno dal 1995 in poi Ranma 1/2, il divertente cartone animato dove i protagonisti, caduti sotto l’incantesimo di una fonte stregata, a contatto con l’acqua calda si trasformavano chi in un Panda, chi in un gatto, chi in un maiale e chi in un’avvenente ragazza combattiva.
Anche i Simpsons non nascondono questa dualità nelle loro puntate: basta pensare al piccolo amico di Bart, Milhouse, che in più di un episodio viene dipinto spesso come ragazzino che preferisce i divertimenti femminili, tra cui i giocattoli di Mio mini pony alle avventure machiste. Anche in Futurama Bender, il robot cinico, donnaiolo e bevitore spesso manifesta il suo lato più gentile diventando Gender Bender, con parrucca bionda e tutù.
Ma la novità di SheZow sarà tutta nelle reazioni dei telespettatori americani del canale via cavo per bambini ( e sopratutto dei rispettivi genitori ). Spesso si crede che i bambini vengano scioccati da un immagine simile; ricordo che quando vedevo Ranma 1/2 da bambina, non prestavo attenzione al passaggio d’identità dei personaggi, ma alla storia e alle scene buffe del cartone. E i miei genitori, consapevoli che al mondo esistono tante realtà diverse, lo guradavano con me.