Forse qualcuno di voi oggi mi vedrà seduta nello studio di Bookstore, programma condotto da Andrea Molino in onda su La 7 alle ore 11, accanto ad Antonio Manzini e Ottavia Monicelli. Abituata a stare dietro le quinte o davanti alla tv, scrivo per rassicurarvi: sono sopravvissuta alle telecamere. Ma non è stato semplice. Ecco qui la cronaca di un pomeriggio a La 7.
Se scrivi un romanzo, capita che finisci in tv. Se hai lavorato in tv, capita che finisci lì dove avevi cominciato. Solo che questa volta l’ospite sei tu e in sala trucco ci sai arrivare da sola, perché ci hai spesso accompagnato diversi personaggi famosi, anche se non ti eri mai seduta su quelle poltroncine. No, non sono Cenerentola. Giusto un’ex stagista sfigata che dopo (quasi) dieci anni – tra le altre cose – fa la scrittrice.
E così mi sono ritrovata in una piccola sala d’attesa con Andrea Molino, il conduttore, Antonio Manzini – scrittore che con Sellerio ha da poco pubblicato un romanzo dal titolo “Pista Nera” – e Ottavia Monicelli – figlia del grande maestro del cinema italiano, che ha scritto un romanzo intitolato “Guai ai Baci” per Sperling & Kupfer.
L’atmosfera era gradevole e rilassata durante i pochi minuti d’attesa prima della registrazione. Una bella sorpresa questo tempo condiviso prima di entrare in studio, che ha aiutato a spezzare la tensione, tra un bicchiere d’acqua e una risata. Sono stata fortunata, pare che di solito gli scrittori siano tanto più seri.
Bookstore è uno dei programmi migliori dedicati ai libri della televisione italiana. Lo dico da spettatrice e lo confermo oggi, dopo aver conosciuto il conduttore Andrea Molino. Un giornalista che si occupa di politica su La7 e che conduce Bookstore con una passione che si intuisce al primo sguardo. Deve essere un grande lettore. Non a caso aveva letto persino i romanzi che presentava. E se vi sembra un’ovvietà, cari miei, vi sbagliate di grosso.
Sempre più spesso la comunicazione legata ai libri è mera promozione. Non potete nemmeno immaginare quante volte mi sia ritrovata a rispondere a domande che poco avevano a che fare con quello che avevo scritto, conversazioni surreali in cui – peggio che a scuola quando hai studiato solo un argomento – cerchi di rispondere parlando di quello che hai scritto davvero. Specialmente in tv, quando ormai sembra non esserci più nemmeno uno stagista sfigato come ero io un tempo a fare una scheda redazionale su un testo da presentare.
Questa volta non è stato così e me ne sono andata contenta, anche se non so bene come me la sia cavata con quel microfono appuntato sulla camicetta e gli occhi truccati di nero, io che di solito non mi trucco mai. E al di là della promozione legata al romanzo, è stato davvero emozionante tornare lì dove ho cominciato a lavorare davvero. Altro che stagista sfigata: quella a La 7, che mi ha dato Magnolia per Markette di Piero Chiambretti, è stata la mia grande occasione per imparare un mestiere, ma soprattutto per fare straordinari incontri. Come quello con Mario Monicelli, quando fu in collegamento da Roma per la trasmissione in cui lavoravo. L’ho detto a Ottavia Monicelli, sua figlia: è stata una fortuna per me stringergli la mano. Lui sì che fu un uomo gentile ed elegante. È stato quello il tempo in cui ho capito quanto l’umiltà e la gentilezza siano direttamente proporzionali al valore di una persona. Ah, se una stagista potesse parlare…
“The Big Bang TV” è la nuova rubrica settimanale di Sara Lorenzini. Scrittrice, romana, classe 1981, ha pubblicato con Mondadori “Diario semiserio di una redattrice a progetto” (2010) e “45 mq la misura di un sogno” (2013).