Dopo varie posticipazioni, questa sera è andata in onda la prima puntata di uMan – Take Control. Tante parole sono state spese per quello che è stato definito il programma con il compito di “resettare” i concorrenti dei reality, a dispetto di questo davvero poco si era riuscito a capire di quello che effettivamente sarebbe stato.
A pochi minuti dalla sua conclusione – e quindi a caldo – si può dire che uMan – Take Control non è altro che una versione riveduta, corretta e internettianizzata de La Pupa e il Secchione. Infatti il nuovo “esperimento” di Italia 1 si guadagna la nomina di primo show televisivo in prime time ad usufruire del web in una maniera così massiccia senza – all’italica maniera – demonizzazioni.
Se della interattività della rete non si può che parlarne bene, la stessa cosa non si può dire del cast del programma. Dire ai concorrenti di uMan che sono dei morti di fama equivale a fargli un complimento. A loro non interessa se devono passare tutta la serata vestiti da Teletubbies, se devono affrontare prove che farebbero sembrare Il mondo di Patty un film che ha vinto la palma d’oro a Cannes o, ancora, se devono battere l’immancabile wrestler incazzato sul ring: tutto pur di riapparire ancora una volta in tv.
Sul versante conduzione è apprezzabile il cinismo e il sarcasmo del Mago Forest, diversa è la simpatia forzata di Rossella Brescia. Che faccia la simpatica a Tutti pazzi per RDS o che conduca Colorado Cafè immancabili sono i suoi “Ma dai!”, “Ma non è vero”, “Ma sei tremendo”, “Quanto mi fai ridere”, che purtroppo non cambiano nemmeno di tono a seconda che siano Michele Foresta, Nicola Savino o Max Pagani.
Una considerazione finale: ma non era meglio far marcire nel dimenticatoio questi ex concorrenti di reality? C’era davvero bisogno di umanizzare gente che di umano non ha nulla?