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Sanremo 2011 terza puntata: Roberto Benigni superstar, Luca e Paolo nostalgici, Gianni Morandi spaesato

Foto: AP/LaPresse

Più che all’omaggio per i 150 anni dell’Unità d’Italia, la terza serata è stata scandita dall’esegesi di Roberto Benigni sull’inno di Mameli con un ottimo riscontro da parte del pubblico in sala, che si è alzato in piedi al termine della parafrasi di una delle più sentite melodie del popolo italiano.

CONDUZIONE: le tre fasi della conduzione di Morandi, elencate da Luca e Paolo, (‘Prima si deve scaldare, poi si scalda, poi si addormenta’) rispecchiano pienamente la fase del prepensionamento. Il suo slogan, ‘Stiamo uniti’ riassume la voglia di poter appoggiarsi sulla sua squadra di campioni per poter reggere le ore piccole. Tutto appare disorganizzato, confusionario e privo di copione quasi da sagra paesana. Che non sia la spontaneità del cantautore emiliano ad avere colpito i telespettatori?

RINASCIMENTO: un pezzo scritto da Mogol e Gianni Bella (prima che fosse colpito da un ictus). Messaggero sanguigno di un testo toccante che l’amico non può cantare con la propria voce.

ROBERTO BENIGNI: a bordo di un cavallo bianco, il comico toscano irrompe all’Ariston e le canta a tutti (Bersani, Berlusconi sono le sue vittime preferite) intervallando satira politica a momenti di riflessione e spessore morale. Un’ora di magia letteraria per celebrare degnamente l’Italia, rubando la scena agli stessi cantanti che hanno reinterpretato in maniera personale, i successi del dopoguerra. A volte, però, il testo e la sua prosa sono risultati un pò troppo autorefernziali e ripetitivi ma al buon Benigni si può perdonare questo ed altre licenze poetiche ancora.

LUCA E PAOLO RECITANO ANTONIO GRAMSCI, LA CITTA’ FUTURA (1917): accantonate la satira politica contro gli uomini di potere della nostra società, il duo si cimenta con un documento straordinario, ancora attuale, e ricco di significati ed immagini evocative. Basta citare: ‘Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime. Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti’. per capire la profondità (e l’insengamento) di certe pagine che hanno fatto la storia.

GIOVANI: Chi li ha visti? Assenti tranne per i 20 minuti a cavallo della mezzanotte.

OMAGGIO AL CINEMA FELLINIANO: Ce n’era proprio bisogno? Belen Rodriguez balla, si dimena, canta in playblack, ci prova e ci riesce pure ma senza un particolare filo conduttore. Sempre meglio che niente!

RIPESCAGGIO DI ANNA TATANGELO E AL BANO: prevedibile, quasi scontato. Nuove e vecchie generazioni a confronto per una sfida all’ultimo televoto. Che i fan di Loredana Errore non ci abbiano messo lo zampino per veder duettare la propria beniamina con la cantante di Sora?

CHIUSURA CON L’INNO DI MAMELI: un provato Gianni Morandi si cimenta con l’intepretazione del canto degli italiani. Quale migliore conclusione per uno show che minaccia di chiudere all’alba?

8 commenti su “Sanremo 2011 terza puntata: Roberto Benigni superstar, Luca e Paolo nostalgici, Gianni Morandi spaesato”

  1. Benigni è unico.Estasita dalle sue parole mi son trovata incollata alla tv
    eccellente paroliere che non fa sbadigliare quando apre bocca perchè la sua conoscenza va oltre l’infinito e si esprime con tanta naturalezza che chiunque ascolta lo capisce. La Belen è bella, ma la lascerei alla pubblicità. la Canalis
    è una gran SIGNORA spontanea bellissima eppoi è ITALIANA.Un mio pensiero:
    facciamo lavorare di più gli italiani in tv.Morandi non all’altezza del presentatore,
    ma puro e comunque valido nel suo essere grande con umiltà. In conclusione
    dico che quest’anno in Festival di Sanremo è: ottimo, ma stiamo a vedere l’ultimo giorno di scena.

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    • Chiedo venia…. 🙂 Non è affatto un errore cronologico ma dettato dalla stanchezza della serata…. Scrivere un articolo all’1 di notte non è semplicissimo… e può capitare una piccola disattenzione. Mi scuso ancora e grazie per la segnalazione

  2. Che palle Benigni con le solite chiccchiere strappa applausi, lui sa bene cosa fa alzare in piedi il pubblico e cosa no, e se non è Dante, è l’inno di Mameli, se no è l’inno di Mameli sono le solite fregnacce politiche che palle, ma perchè non torni a fare quegli spassosi film come nn ci resta che piangere? è stato l’ultimo, prima che diventasse un burattino noioso e prevedibile!|

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  3. chi considera fregnacce l’assolo di Benigni è solo invidioso perchè non ha intelligenza ed è povero di parole così si inventa che rompe solo le palle.
    Carissimo ascolta e impara così domani se vorrai criticare saprai argomentare.
    Lo so che tra crisi di governo e questa nera condizione ci rende tutti tristi e pessimisti, ma cerchiamo qualche volta di volgere lo sguardo altrove e godere gli attimi umoristici-satirici belli o meno che siano.

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  4. Devo dare ragione a Daniele. Che palle sto Benigni! E poi noi dovremmo ascoltare lui per imparare. Cara Marzia guarda che Benigni sul Risorgimento non sa propriom un ca…o. O lo hanno pagato per esaltarlo. La mia cultura non arriva certo da lui. Io ho 62 anni e quello che ho capito è che il vostro beneamato deve così correre per essere al pari di Albanese o Checco Zalone tanto per citare due veramente geniali che la sanno cantare a tutti. Beningni è solo un furbacchione (classico toscano) e non centra niente l’invidia: se uno rompe le palle va criticato. Paghiamo il canone ed è nostro diritto. Oppure è diventato una istituzione anche lui, o un mammassantissima? Certo che sapere che c’è chi si accultura ascoltando Benigni, mette proprio tristezza. Sono solo monologhi senza contraddittori. Saltimbanco, innocuo (non certo come Grillo). Professionista, ma saltimbanco!

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  5. Ronnie dice:

    Devo dare ragione a Daniele. Che palle sto Benigni! E poi noi dovremmo ascoltare lui per imparare. Cara Marzia guarda che Benigni sul Risorgimento non sa propriom un ca…o. O lo hanno pagato per esaltarlo. La mia cultura non arriva certo da lui. Io ho 62 anni e quello che ho capito è che il vostro beneamato deve così correre per essere al pari di Albanese o Checco Zalone tanto per citare due veramente geniali che la sanno cantare a tutti. Beningni è solo un furbacchione (classico toscano) e non centra niente l’invidia: se uno rompe le palle va criticato. Paghiamo il canone ed è nostro diritto. Oppure è diventato una istituzione anche lui, o un mammassantissima? Certo che sapere che c’è chi si accultura ascoltando Benigni, mette proprio tristezza. Sono solo monologhi senza contraddittori. Saltimbanco, innocuo (non certo come Grillo). Professionista, ma saltimbanco!

    Alleluia, saltimbanco si, e paraculo aggiungerei, sulle stupidaggini di Marzia non voglio nemmeno soffermarmi, aggiungo solo che per volgere lo sguardo altrove per godere di qualcosa, non lo faccio certo verso Benigni che mi è costato 250.000,00 euro per due fregnacce e per sentirgli cantare l’inno di Mameli che già consoco a memoria….che rivelazione!….certo pubblicamente e ampiamente pubblicizzati devoluti tutti al Meyer 😉 … cmq. ognuno si trastulli con ciò che gli pare…per carità!

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