Dopo appena due serate, il Festival di Sanremo di Gianni Morandi sembra già vecchio, e lontano anni luce, dai fasti dei suoi predecessori (Bonolis e Clerici solo per citarne alcuni). Il ritmo incalzante, auspicato da molti detrattori e gli stessi addetti ai lavori, stenta a trovare una direzione concreta e convincente.
CONDUZIONE: Gianni Morandi non è un conduttore puro (e nemmeno ha la presunzione di passare per tale), ma fatica a recuperare un suo spazio da timoniere di tutta la carovana festivaliera. Eccede in naturalezza, non offre gli assist vincenti per le battute di Luca e Paolo, si limita allo stretto necessario. Ma a questo punto, ci si chiede… a cosa sono serviti sei mesi di preparazione autorale per un risultato piuttosto scarso in termini di testo? Ritrova serenità e consapevolezza solamente quando viene coinvolto dalle due improbabili spalle in un remix comico dei suoi maggiori successi. Ora sì che è più chiaro il tormentone ‘Siamo tutti uniti, siamo una squadra’. Le due primedonne dello show, Belen Rodriguez e Elisabetta Canalis, sono uscite fuori dal guscio e come due collegiali impertinenti, si sono guadagnate il palco a colpi di balletti ed esibizioni canore (sublime l’interpretazione di Malo da parte della showgirl argentina).
LUCA E PAOLO, MALUCCIO LA SECONDA: le hanno tentate tutte per bissare il successo di Ti sputtanerò ma sparare sulla croce rossa (Roberto Saviano, Michele Santoro e Gianfranco Fini) non ha sortito lo stesso effetto. La sensazione è che gli intrighi di palazzo di Silvio Berlusconi siano la principale fonte d’ispirazione per la satira. Altrimenti non si ride… Deludente l’omaggio a Ric e Gian, che è sembrato quasi uno sberleffo per brevità ed intenzioni in sospeso. Che siano stati richiamati dai piani alti di Viale Mazzini per darsi una regolata?
L’INTERVISTA A ANDY GARCIA: ospitare all’Ariston grandi nomi proveniente dall’estero è sempre una scelta rischiosa (e di rilevanza per attenzione mediatica dei telespettatori). Chiedere al vip internazionale di turno domande del tipo: ‘Qual è il tuo rapporto con l’Italia?’ oppure ‘Ami l’Italia’ presuppone già una risposta positiva. Può una star del cinema schierarsi contro il nostro Belpaese se pagato con i soldi della televisione pubblica? Suggestive (ma un pò troppo fuoriluogo per una nazione che celebra i suoi 150 anni di formazione) le sonorità a pianoforte in stile cubano. Belen ha modo di cimentarsi con i movimenti della sua terra mentre la Canalis sfoggia un inglese a metà ma necessario per far capire che negli Stati Uniti c’è stata per lavoro e non solo per amore di George Clooney.
ELIZA DOOLITLE: dove sono i superospiti internazionali annunciati alla vigilia del Festival? Jennifer Lopez, Britney Spears o Lady Gaga? Sarà pur famosa in Inghilterra o per aver prestato un suo pezzo come jingle per una nota compagnia telefonica, ma presentarla come una grande promessa della musica internazionale mi sembra un pò troppo (anche per il mio povero udito).
GIOVANI: Mandati allo sbaraglio (peggio dei dilettanti de La Corrida) senza troppi complimenti. Spalmarli tra un Big e l’altro sembra diventata ormai un’impresa impossibile.
POLA DANCE: Sulla falsariga del Burlesque di Dita Von Teese dello scorso anno, Morandi gioca la carta della sensualità chic. Perchè rilegare una simile arte a fine puntata?
ELIMINAZIONE PATTY PRAVO E AL BANO: Due pezzi di spessore, ingiustamente fatti fuori, meritano un immediato ripescaggio. E chi se lo perde il duetto tra l’ex ragazza del Piper con Morgan…
Magari fosse venuta la Spears!
Magari nuovamente la Lopez!!! 😉