Probabilmente è la cosa più scontata da asserire: la nuova edizione di Quelli che il calcio mantiene inalterata la sua ossatura originaria, con quel retrogusto, però, inevitabile, che sa di trasmissioni precedenti di Victoria Cabello, ovviamente ripulite da tutte le libertà linguistiche che la seconda serata può permettere.
D’altronde, il tipo di prodotto con il quale Victoria Cabello, al suo debutto in Rai, ci ha abituati è già noto: ironia sottile e tagliente allo stesso tempo, interviste dove la bravura della squadra degli autori nel risaltare ogni aspetto dell’ospite e crearne uno spunto per ridere è ben delineata (anche se in Quelli che… è ancora da limare) e conduzione brillante senza eccessivi colpi di testa o urla spaccatimpani inutili.
L’eredità delle precedenti edizioni è ben evidente: Massimo Caputi si occupa dell’aspetto calcistico, Ubaldo Pantani e Virginia Raffaelle sono a capo delle riuscitissime parodie e il Trio Medusa nel ruolo di disturbatori cazzeggiatori, sostituti ideali di Alessandro Cattelan e Francesca Macrì, che tentano di mantenere in vita la satira in Rai, mai agonizzante come in questo periodo.
La prima puntata, durante la quale Victoria ha esordito ironizzando sulla sua ansia da prestazione, sta scorrendo nella norma: il programma, in onda da 19 anni, mantiene saldo il suo spirito e le rivoluzioni presunte della conduttrice, paventate nei giorni scorsi, a conti fatti, si sono rivelate un bluff.
Victoria Cabello, definita troppo di nicchia per un popolare programma, al di là di tutte le congetture circolate attorno alla sua scelta, può rivelarsi la sostituta ideale di Simona Ventura e accalappiarsi definitivamente il grande pubblico, già saggiato nel poco fortunato Sanremo di Giorgio Panariello, dopo anni trascorsi in reti minori.
Un appunto sullo studio: oggettivamente peggiorato.
La prima puntata, nonostante qualche incertezza di Victoria che deve ancora plasmarsi ben bene alla diretta, può definirsi buona: da qui in poi si può solo che migliorare.