Lo confesso. Non so più cosa guardare in tv. La stagione poi è ingrata. I programmi finiscono, ma l’estate non comincia. E la scelta – già fortemente limitata per qualità e contenuti – si riduce ora ai minimi termini. Senza contare che quei pochi talk show politici rimasti non li voglio più seguire per protesta. Mi fanno fare gli incubi.
Il cielo sopra Berlino, Ballarò e Il testimone.
Ballarò, per esempio, martedì scorso ha attaccato con le interviste ai ragazzi alla fiera del fitness. “Come ti vedi a cinquanta anni?” “Mi vedo in palestra!” e poi è passato al servizio sulla vita dei giovani italiani a Berlino: laureati, operai o imprenditori che siano (ultimamente in ogni puntata c’è una coppia vincente con figli al seguito) che fa una vita normale, in un paese normale, che ci viene descritta come straordinaria, straordinario. E le generalizzazioni ancora una volta risultano riduttive. Ma allora se di porzione di mondo si tratta, mi chiedo perché non raccontare anche storie diverse, per un minimo di completezza, di onestà e pure – attenzione, attenzione – di servizio pubblico. Abbiamo davvero bisogno di sentirci dire in modo tanto didascalico che qui resterà solo la peggio gioventù? Quanti vanno a Berlino, per esempio, tra mille difficoltà e poi tornano indietro? Quanti riescono a costruire qualcosa da qui? Ci vorrebbe un reportage, un’inchiesta, un approfondimento. I talk show non possono permetterselo e allora l’informazione lascia lo spazio alla televisione. A questo punto invoco Pif. Pif dove sei? Pif, pensaci tu. Questa potrebbe essere un’idea per la prossima stagione de Il Testimone, non credi? Pif, meno male che ci sei. Almeno su Mtv on demand ho recuperato la meravigliosa puntata su Roberto Saviano (e non solo). Grazie Pff. Ho svoltato una serata di questo giugno maledetto, sotto al piumone, con la pioggia che batteva sul vetro della mia finestra.
La finestra sul mondo.
La finestra. Appunto. C’è da chiedersi: quanto è ancora vero il fatto che la tv sia una finestra sul mondo? Tutto sommato potrebbe esserlo ancora abbastanza. Sempre che si consideri la frase in senso quasi letterale. Insomma, guardare la tv è come affacciarsi alla finestra della propria casa. Vedi una porzione di mondo, quella che hai di fronte, incorniciata tra i palazzi, le strade, gli alberi. Tutto il resto è fuori. Quindi – una volta fatto il giro dei canali, un po’ come quello delle finestre dell’appartamento e del palazzo compreso – per scoprirlo, questo mondo, bisogna vivere, leggere e fare ricerca. Un po’ come fa Pif, senza telecamerina al seguito però, se no ci prendono per pazzi. Semplicemente spegnendo la tv, uscendo da casa. Sarà pure un’immagine banale, ma è lunedì mattina. È un lunedì di giugno e io vorrei scrivere sul balcone, guardando Roma dal settimo piano, ma qui fa ancora freddo. L’estate è andata in vacanza e noi restiamo a casa. Tv accesa o spenta, chissà.
“The Big Bang TV” è la rubrica settimanale di Sara Lorenzini. Scrittrice, romana, classe 1981, ha pubblicato con Mondadori “Diario semiserio di una redattrice a progetto” (2010) e “45 mq la misura di un sogno” (2013).