Terminata da poco l’ultima puntata de Le Invasioni Barbariche. E’ un programma che ho sempre apprezzato, un modo diverso per conoscere a fondo i personaggi televisivi. Per alcune stagioni è stato anche il mio programma preferito (si lo so, sono confessioni choc). Quest’anno, però, non riesco a terminare una puntata senza annoiarmi almeno un paio di volte. Il format è sempre lo stesso e quest’anno risulta ancora più ripetitivo: tolti i talk show, che servivano per spezzare il ritmo tra un’intervista e l’altra, quest’anno arrivare a fine puntata risulta quasi un’agonia.
C’è da dire che gli ospiti sono quasi sempre interessanti: Daria Bignardi resta sempre un’ottima osservatrice e riesce a portare in studio i protagonisti del momento. Il problema è il format di base che, forse, andrebbe un attimo rivisto. Fare 5 interviste consecutive potrebbe risultare noioso per il telespettatore. Ho anche avuto la fortuna di seguire il programma dal vivo: molto interessante e piacevole, ma dopo un po’ non puoi fare a meno di distrarti e pensare per un attimo ai cavoli tuoi.
Un piccolo cambiamento è già stato fatto: cambiare il ruolo di Geppi. Per fortuna è stata eliminata l’inutile Agenda iniziale, per dare spazio ai liberi commenti della comica sarda. Oggi è anche intervenuta nell’intervista con Renato Zero, portando simpaticamente le camomille (“non che tu ne abbia bisogno, Daria”), al posto della consueta birra. Molto simpatico anche il siparietto con il cantante. Ecco, fossi nello staff delle Invasioni proverei a sfruttare di più un talento come Geppi: più incursioni e qualche rubrica speciale (come quella che le concede simpaticamente Enrico Mentana negli speciali politici sulle elezioni).
E come dimenticare i vari momenti in cui Daria ha mostrato la delicatezza di un elefante in una cristalleria? Mi vengono in mente le domande imbarazzanti alla modella Lea T. o le continui insistenze affinché Tiziano Ferro (praticamente in lacrime) raccontasse il motivo della fine della sua ultima storia.
Tuttavia rinnovo i complimenti al programma. Anche oggi ottima la programmazione delle interviste: molto toccante l’intervista a Franco Antonello (e al figlio), molto professionale quella a Beppe Severgnini e molto simpatico e ben realizzato il faccia a faccia con Renato Zero. Se si potesse rinnovare il programma, ne gioveremmo un po’ tutti. Soprattutto noi telespettatori.