Italialand, lo spettacolo di Maurizio Crozza, in onda su La7 in due serate speciali, ha visto il ritorno del comico genovese, dopo le esperienze televisive di Crozza Italia e Crozza Alive, sempre in onda su La7.
Crozza, protagonista anche dei monologhi satirici introduttivi di Ballarò, in onda su Rai3, ha dimostrato di saper tenere in piedi oltre due ore di show da solo, senza difficoltà. La differenza tra Italialand e Crozza Alive, fondamentalmente, sta nel fatto che lo show di stasera, nato per il teatro, è stato molto più minimalista, senza sketch eccessivamente prolissi (come capitato nel suo precedente programma), con pochi ospiti, poche canzoni e travestimenti ridotti al minimo.
La satira la fa da padrone: satira molto attuale, specie nel monologo introduttivo di oltre 40 minuti, dove l’argomento cardine, oltre ai fatti salienti che hanno caratterizzato la scena politica italiana (uno fra tutti, il Rubygate), è stato il risultato delle ultime elezioni amministrative. Proprio rivolgendosi al pubblico di Milano, la frase che apre il monologo è eloquente:
Come avete fatto a diventare comunisti in così poco tempo?
La satira di Maurizio Crozza, che i puristi potrebbero anche non denominarla in questo modo (la presenza finale dei veri sindaci di Roma e Firenze, Gianni Alemanno e Matteo Renzi denota il fatto che, alla fine, Crozza accontenta sia di là che di qua), spesso sfocia nel più classico degli sfottò, anche se in più di una battuta, si può notare la zampata del vecchio leone:
Berlusconi non è mai stato con donne di sinistra, ti credo, sono minorenni, non possono votare! Io non voglio sapere se il nostro premier ha il culo flaccido, neanche Emilio Fede se ne è accorto!
Sotto quest’ottica anche la canzone Quando finisce un amore, trasformata in Quando finisce un festino, strappa risate di gusto scherzando sulla presunta solitudine di un Berlusconi che rimpiange addirittura la sua ex moglie Veronica:
Quando finisce un festino, ti senti un viagra nella gola, dove sono le olgettine, la pillolina non serve più a niente…
Immancabili, ovviamente, le imitazioni: da quelle brevi e di maggior effetto (Brunetta, Bersani e Renzi) a quelle più studiate ma che si dilungano troppo, rasentando la ripetitività (Napolitano, Marchionne e l’immancabile Marzullo).
Alla fine dei conti, però, Crozza porta a casa uno show godibile e, tutto sommato, scorrevole, non nettamente differente dai suoi ultimi programmi televisivi ma decisamente migliore nel ritmo.