Giuliano Ferrara, nel suo quotidiano spazio televisivo su Raiuno, Qui radio Londra, stasera s’è detto “molto deluso” dal comportamento di Letizia Moratti e di Silvio Berlusconi. Il riferimento è all’accusa mossa dall’attuale sindaco di Milano al suo concorrente principale, Giuliano Pisapia. La Moratti, infatti, in diretta televisiva, su Sky tg24 aveva definito il rivale “condannato e amnistiato per furto di un autoveicolo“. Dopo tale attacco, il candidato del Pd s’era rifiutato di stringerle la mano, al termine del duello televisivo. Per Ferrara, dunque, Letizia Moratti avrebbe dovuto scusarsi dopo la sua “gaffe” (“ha detto una cosa falsa”) e male ha fatto Silvio Berlusconi “a sottovalutare la cosa” e a seguire la strada tracciata dalla donna.
Proclamata con chiarezza la propria posizione a riguardo, posizione in netta contraddizione con la nomea di berlusconiano che accompagna il direttore de Il foglio, Ferrara ha poi attaccato il collega Michele Santoro (lo aveva già fatto qualche settimana fa). E non solo:
Quand’è che Santoro si scusa per aver portato in palmo di mano il magistrato De Magistris, il quale a sua volta dovrebbe scusarsi perché dopo essersi detto sempre contro l’immunità parlamentare, ora usa egli stesso l’immunità parlamentare per difendersi da chi si sente diffamato dall’europarlamentare? Quand’è che si scusano i Santoro e i santorini, i giornalisti che gli hanno fatto corona, per avere fatto del figlio di Ciancimino l’icona dell’antimafia, per aver spacciato un pataccaro, secondo il quale Berlusconi è un mafioso, per un testimone attendibile per due anni e mezzo?
Ferrara ha proseguito asserendo che Santoro dovrebbe scusarsi con Francesco Mancino, con Gianni De Gennaro, tirati in ballo proprio da Ciancimino, recentemente arrestato.
Secondo il giornalista “le scuse che tutti richiedono alla Moratti devono essere date anche da altri che militano in altri partiti“. Oppure da, ha concluso Ferrara:
Giuseppe D’Avanzo, uno dei più grandi accusatori di Berlusconi sul caso Ruby, che ha scritto che Rostagno (Mauro, Ndr) era vittima dei suoi amici; s’è scoperto che era stato ucciso dalla mafia.