Domenica Cinque si apre puntualmente con i fatti di cronaca mediati da Claudio Brachino, mentre i suoi ospiti si azzannano per dire la loro, perché tutti, ovviamente, hanno un’opinione da far rispettare. “Dentro la notizia” sì, ma non esageriamo.
Tanto per cambiare, il caso di cronaca di cui si parla oggi è il Delitto di Avetrana, divenuto un vero e proprio must nei salotti televisivi, poiché tutti in Italia sembrano essersi dati alla criminologia e, soprattutto, i giornalisti sfornati dai programmi Mediaset sembrano essere i migliori del mondo, che altro che il Daily Planet. Abbiamo, infatti, Ilaria Cavo in prima linea, e dal modo in cui viene consultata sembra quasi detenere la verità assoluta, soltanto perché ha intervistato innumerevoli volte un incoerente Misseri.
Tutto inizia con una carrellata di immagini di repertorio, viste e straviste, che ci riassumono la situazione, come se non bastassero tutti i tg a tutte le ore del giorno e tutti i talk che vanno in onda nel corso della settimana. Non c’è alcun dubbio: Michele Misseri è diventato una vera e propria star. Il tutto è anche macabro se vogliamo, eppure il pubblico e forse proprio per questo, ne rimane affascinato e, secondo molti, “la gente vuole capire“, come se non ci fossero abbastanza problemi in ogni famiglia, che tutti vanno a spulciare tra quelli altrui. Ma che lo stesso Misseri abbia risentito di questa fama improvvisa è indubbio, e lo sottolineano gli ospiti stessi: da quando le telecamere lo coccolano per ottenere le sue dichiarazioni, l’uomo ha cambiato aspetto ed anche il suo modo di parlare, sebbene si ostini a negare. Tutto ciò che interessa a lui, è far sapere al mondo che sua figlia Sabrina e la moglie Cosima sono innocenti e si prende le colpe per la morte della piccola Sara Scazzi, dopo aver mandato lui stesso la figlia in prigione.
In studio, tra i commenti degli ospiti, che spesso si sovrappongono creando una confusione tale da non capirci più niente, si fermano tutti quando nel video appare Michele Misseri in lacrime, intento a professarsi colpevole ed unico e solo responsabile della morte della nipote. Sono in molti che senza nasconderlo, non disdegnerebbero l’idea della morte di Misseri stesso, tra gli opinionisti è subito subbuglio ed ecco che tempestivamente telefona l’avvocato del contadino di Avetrana, il re della cronaca nera dell’ultimo anno. L’avvocato Armando Amendolito dà adito alla polemica, con sarcastici complimenti agli ospiti della trasmissione; la telefonata è di breve durata ma quel che ne emerge è nuovamente un provocatorio Liguori che cerca di capire il punto di vista di Amendolito il quale, per ovvi motivi, non può pronunciarsi. Inoltre, è proprio Liguori che talvolta sembra voler ridurre l’intera questione, parlando dei costi delle indagini che gravano sulle spese dei cittadini italiani, che per questo motivo (e forse questo soltanto?) cercano giustizia.
Ma perché dovrebbero essere gli italiani, tutti, a volere giustizia per la piccola Sara? Il problema principale è la strumentalizzazione mediatica di questo caso, e di molti altri purtroppo, che attirano in maniera maniacale l’attenzione del pubblico. Tutti si improvvisano maestri del crimine, tutti comprendono la mente dell’assassino, la Boralevi urla per circa un’ora che bisogna scoprire quale sia stato il movente di Michele Misseri, ma nessuno le presta ascolto, tanto per cambiare. La realtà dei fatti è un’altra, tutto andrebbe visto sotto un’altra ottica ed in questo caso Michele Misseri la frase giusta ce l’ha detta, l’ha buttata lì e non ha sbagliato: “Quella poveretta non riposerà mai in pace“.