Far ridere, una delle componenti più difficili nel lavoro di un attore. La comicità è una arte, che si acquisisce con un duro lavoro su se stessi, fatto di tempi giusti e buone battute proposte con una tecnica di esposizione che deve dare al risultato finale: le risate del pubblico, il massimo della ridondanza, perché se una battuta geniale, non viene proposta nel giusto modo rischia d’essere bruciata e procurare solo sorrisi superficiali a chi le ascolta, come quelli causati da un leggero solletico.
Robero Ciufoli e Pino Insegno, ci hanno proposto ieri su Retequattro, la prima delle quattro puntate di Vieni Avanti Cretino, un programma che si propone di rispolverare gli antichi fasti dell’avanspettacolo. Riportare alla memoria, in un Paese in cui ci dimentichiamo troppo presto di promesse non mantenute e di personaggi che invece andrebbero ricordati ogni giorno, può essere motivo d’elogio se consideriamo che l’avanspettacolo ha dato il la a fior di comici divenuti poi fiore all’occhiello di una certa tradizione tutta italiana.
Peccato che il programma visto ieri sera sia più che altro autoreferenziale, con il conseguente risultato di una comicità sterile e manieristica, quella vera dei tempi che furono ci è apparsa lontana anni luce. In più di un momento ci è sembrato di seguire un’esibizione de Il Bagaglino, con cui guarda caso, il programma spartisce lo stesso autore, Pier Francesco Pingitore: stessa cornice, con un pubblico in primo piano pronto a sorridere alla minima scemenza , eguale comicità pecoreccia dove le battute autenticamente divertenti si contano sulle dita di una mano.
Diciamolo subito Roberto Ciufoli e Pino Insegno, sono senza dubbio dei grandi professionisti ma ieri sera ci sono apparsi fuori luogo e parte, al punto che neanche la presenza dell’immancabile soubrette Emy Bergamo, dal fisico mozzafiato è servita ad indorare una pillola fin troppo amara.
Più di una volta, in tempi in cui la gente sente l’esigenza di ridere, per dimenticare anche solo per un attimo il grigiore del quotidiano, ci siamo chiesti se non fosse necessario riproporre in televisione gli irresistibili sketch che hanno resi famosi personaggi del calibro di Aldo Fabrizi, Paolo Panelli, Bice Valori, lo stesso Walter Chiari e Carlo Campanini, a una cui celebre battuta si ispira il titolo del programma: memorabile la scena dei due in treno con il sarchiapone, del quale ancora molti fanno menzione.
Un programma come Vieni Avanti Cretino avrebbe potuto raccogliere l’eredità dei grandi comici del passato e forse era proprio questo il suo intento, ma l’obiettivo viene mancato, lasciandoci a bocca asciutta, rendendo incolore ogni tentativo d’approccio con il pubblico a casa, che secondo noi avrà trovato ben poco da ridere alle solite e ormai scontate imitazioni del sia pur bravo Manlio Dovì, tra gli ospiti della serata.