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Sul Doppiaggio – 11 – Fine anni cinquanta inizi anni sessanta: la crisi del settore

La fine degli anni cinquanta apre un’altra strada ai doppiatori, quella dell’over-sound dei documentari, eppure molti non riescono più a trovare spazio e tra il 1958 e il 1962 si apre una piccola crisi nel settore.

Nel 1955, annusando la crisi, la CDC mette in atto l’idea di creare una sorta di “ombrello protettivo” sui soci attraverso la distribuzione di sei turni di doppiaggio al mese anche se essi non vengono realmente eseguiti. A beneficiare di questa politica sono soprattutto quei doppiatori della categoria D, i quali, spesso, sono coinvolti per una giornata di doppiaggio solo per recitare nel brusio di scene di massa che si risolvono in alcuni minuti di effettiva partecipazione in sala sincronizzazione.

Quasi tutti questi attori fanno parte della cooperativa dai tempi della fondazione e diversi di loro hanno lavorato nella poche organizzazioni di doppiaggio sorte prima della Seconda Guerra Mondiale, sono doppiatori che non hanno mai avuto la soddisfazione di prestare la loro voce a protagonisti o comprimari, ma hanno ugualmente contribuito a rendere credibili le centinaia di film stranieri che invadono l’Italia nel dopoguerra. Essi hanno avuto il tempo di invecchiare nelle sale di doppiaggio, ma ora la loro presenza nella CDC si è fatta ingombrante.


Nella prima metà degli anni ’60 le organizzazioni di doppiaggio concorrenti della CDC sono soprattutto la CID e la SAS. Entrambe le società sono strutturate in una forma più agile con soltanto una ventina di iscritti, ai quali viene data una precedenza non condizionante nel momento della distribuzione delle voci; inoltre un numero fortemente variabile di aderenti può essere utilizzato all’occorrenza. La CDC, alle prese con una consistente riduzione del fatturato per la forte concorrenza delle altre due organizzazioni, non è più in grado di reggere la politica assistenziale verso i suoi soci più deboli i quali sono anche i più anziani. Bisogna procedere ad una dolorosa “epurazione” e con il dimagrimento degli organici si spera di arginare la crisi che si profila inevitabile per la presenza determinata sul mercato della CID, la quale si aggiudica gran parte della produzione filmica italiana e della SAS, che copre soprattutto la fascia dei film a basso costo.

E’ complicato per i vertici della cooperativa procedere alla ristrutturazione degli organi; una riorganizzazione che potrebbe privare, da un giorno all’altro, diversi doppiatori, con i quali si è lavorato gomito a gomito per anni, di un sostentamento sicuro anche se largamente insufficiente per vivere secondo le aspettative determinate dal morente boom economico.

continua…

Riccardo Cucciola (Attore – Doppiatore)

Il doppiaggio può essere un’arte, sia pure dalle proporzioni limitate. Il miglior risultato artistico che un doppiatore o un direttore di doppiaggio possa ottenere è quello di rifare alla perfezione in un’altra lingua il film già esistente, raggiungere gli stessi risultati, gli stessi effetti con i mezzi di un’altra cultura.

Nella foto: Renato Izzo

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