La premiata ditta Tim Burton & Johnny Depp, dimostra, dopo l’ennesimo film insieme, un affiatamento tale che crediamo possano davvero prima o poi dare vita ad un progetto aziendale con tutti i crismi. Questa volta è la vendetta, un piatto, come risaputo, da consumare freddo, il filo conduttore di questo musical horror, dove l’osmosi tra i due, che possiamo senz’altro definire genietti , appare in tutta la sua evidenza :“Con Johnny ci capiamo al volo-dice Burton- A volte mi sembra che le nostre menti siano collegate attraverso un filo elettrico. Lui non ha paura di niente, la prova è che si fida ciecamente di me”.
Questa volta Burton prende spunto da una commedia musicale di Broadway, scritta da Stephen Sondheim che a sua volta si è ispirato a un romanzo del 1846 di Thomas Peckett. La difficile prova del musical, trasposto sul grande schermo, esalta la coppia Burton-Depp, il risultato è davvero godibile.
Sullo sfondo di una Londra fumosa, nel pieno della rivoluzione industriale dell’epoca, egregiamente resa dalla scenografia di Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, premiati per la loro opera nella recente cerimonia degli Oscar, il protagonista è il barbiere Benjamin Barker (Johnny Depp). La sua vita tranquilla spesa per il lavoro e a prendersi cura della famigliola, composta dalla moglie Lucy (Laura Michelle Kelly) e dalla figlioletta Johanna (Jayne Wisener), viene un giorno turbata da un tragico evento, il giudice Turpin (Alan Rickman) invaghitosi della moglie, fa in modo che il il barbiere venga incarcerato ingiustamente.
Nei 15 anni di prigionia, si insinua in Benjamin Barker il seme dell’odio e della vendetta, quando prenderà la fuga dal carcere l’unico pensiero sarà di rifarsi dell’ingiustizia subita. Per ovvi motivi deve cambiare le sue sembianze e assume quelle di Sweeney Todd. Il verdetto della vita per il protagonista della vicenda è ancora più tragico, dopo il dramma del carcere, scopre che nel frattempo la moglie è morta, avvelenatasi pur di non concedersi a Turpin, mentre la figlia che nel frattempo è cresciuta, si trova sotto la tutela del giudice aguzzino e del viscido servo Beatle Bamford (Timothy Spall).
Ora il suo obiettivo è vendicarsi e lo persegue nel modo che conosce meglio: riaprendo la bottega di Fleet Street, dedicandosi di nuovo all’attività di barbiere. Viene aiutato dalla padrona di casa Mrs Lovett (Helena Bonham Carter) e proprietaria di una pasticceria, segretamente innamorata di lui, che in tutti questi anni gli ha conservato i preziosi rasoi. L’amore della donna non verrà mai ricambiato da Barker, preso com’è dal desiderio di vendicarsi, è questo uno degli elementi chiave del film: l’amore che viene sovrastato dall’odio contro cui neanche altrettanto amore può nulla.
Un ostacolo si frappone tra il nostro e la voglia di vendetta, incarnato dalla figura di Adolfo Pirelli (Sacha Baron Cohen), barbiere concorrente, il quale scopre la vera identità di Sweeney Todd, che non esiterà ad ucciderlo pur di celare i suoi piani. L’encomiabile Mrs Lovett lo aiuta a sbarazzarsi del corpo, che diventa uno degli ingredienti di successo dei suoi dolci, un elemento macabro che va ad completare un quadro dell’assurdo, dove la cornice è la splendida fotografia “sfumata” simile al bianco nero: a risaltare è solo il rosso sangue che da questo momento correrà a fiumi.
Liberatosi da ogni inibizione, Sweeney Todd dopo l’assassinio dell’odiato concorrente comincia ad uccidere gli ignari clienti, destinati a infarcire i dolci di Mrs Lovett. Il regista Burton propone con maestria la metamorfosi di un uomo mite e introverso, divenuto un vero mostro, il quale credendosi un Dio, senza ritegno uccide per il solo gusto di vedere il sangue delle proprie vittime. Ormai accecato dalla follia Todd sembra non riuscire più a trovare se stesso, ma forse un’ultima speranza c’è: la beneamata figlia.
Si vede come il film sia il risultato di un gran lavoro che ha fruttato a Depp un Golden Globe e una nomination agli Oscar. Il regista Burton sa di avere affidato la parte all’unico in grado di poterla rendere nella maniera migliore e Depp premia la scelta con un’interpretazione da I maiuscola.
L’attore ha addirittura preso lezioni di canto, per permettersi di esibire i brani del musical in prima persona senza accorgimenti tecnici, le musiche corrono sul filo di quella velata malinconia che permea ogni momento del film. Se non ci fossero stati i maestri Cohen a sbarrargli la strada, Sweeney Todd, avrebbe senz’altro ricevuto a Los Angeles qualche statuetta in più.
è un film meravigliosissimo,come anche johnny depp,del resto!Johnny è un attore bravissimo,poi quando si mettono lui e tim burton,i film sono magnifici!