Scrivilo sui muri, un pessimo tentativo di raccontare il mondo dei writers, (che per chi non lo sapesse sono quei ragazzi che dipingono sui muri delle nostre città ) è uscito in DVD.
Pierpaolo (Primo Reggiani) e Alex (Ludovico Fremont) sono amici inseparabili, nonché compagni della stessa crew i C.D.. Entrambi studenti universitari, nel tempo libero si divertono a dipingere i muri di Roma con i loro pezzi (murales) e le loro tag (firme), per sfogare la loro voglia di libertà e dare un segnale della loro esistenza al mondo. Lo stesso segnale lo vorrebbe dare Sole (Cristina Capotondi), una ragazza insoddisfatta della sua vita, pronta a suicidarsi per le troppe pressioni date dalla madre e per la monotonia della sua vita (amicizie noiose, ragazzo snob), che si ferma proprio quando vede Pierpaolo pronto a scrivere sui muri.
Nella Roma notturna, in mezzo alla popolazione della notte (la vigilanza notturna, i ragazzi di altre crew, le feste underground), il film affronta, abbozzando, il mondo dei writers, nascondendosi dietro la scontatissima storia d’amore fra Alex e Sole (di cui però è innamorato Pierpaolo).
Il film, come ho appena detto, è solo un abbozzo dell’universo alternativo dei writers e non rende giustizia ai ragazzi che esprimono la loro arte dipingendo muri grigi o fiancate dei treni rovinate dal tempo. Il film ripercorre tutti gli stereotipi possibili per mostrare la gioventù desolata: i ragazzi si fanno le canne, rubano le bombolette per andare a farsi un pannello, e negli incontri tra gruppi differenti ci manca poco che ci scappa il morto.
La parte del moralista, interpretata dal ragazzo snob di sole non è altro che la visione della maggior parte della popolazione italiana, ma il regista, Giancarlo Scarchilli, non è in grado, almeno attraverso questo film di far cambiare idea al pubblico: ciò che racconta è poco attendibile e troppo romanzato (non è credibile che i ragazzi entrino in una stazione ferroviaria di Roma e abbiano tutto quel tempo per dipingere un treno. Nella realtà si scelgono altre location, ispezionate in precedenza e se dipingono treni, lo fanno non al binario della stazione, ma piuttosto in qualche parcheggio di treni, disperso in qualche posto).
Un altro aspetto abbastanza discordante con la realtà è la caratterizzazione dei personaggi: il writing è un fenomeno strettamente legato al mondo Hip Hop, che si sviluppa già tra i ragazzi minorenni delle scuole superiori, eppure i nostri protagonisti ascoltano Vasco Rossi e la musica House e sono degli studenti universitari maggiorenni.
Concludendo: il film, in cui esordisce la cantante Dolcenera come attrice, sarebbe stato pure interessante se fosse stato più improntato sul fenomeno del writing invece che sulla sterile storia d’amore fra i due ragazzi e soprattutto se avesse dato delle spiegazioni plausibili al pubblico invece di dipingere un mondo così poco conosciuto attraverso luoghi comuni e fantasia.Son certo che dietro alla realizzazione della pellicola ci sia stato un attento studio (il fatto che il regista sapesse che non si deve taggare o cancellare le scritte degli altri, ne è la conferma), ma lo sviluppo purtroppo è altamente insufficiente.
Consigliato a chi proprio non può far a meno di vedere Fremont (Melissa P), Reggiani (I Cesaroni) e la Capotondi (Notte prima degli esami).
Il film è deprimente. Gli attori fanno pena. Lo scenario è casuale. I dialoghi sono ridicoli. Basta questo per definire il film?