Ho sempre sostenuto che considerare i film d’animazione come genere solo per bambini fosse un’idiozia e Persepolis, candidato all’Oscar come miglior film d’animazione 2008 e vincitore del premio della giura di Cannes 2007, ne è la dimostrazione.
Di contro, uscirò dal coro di recensioni entusiastiche che troverete sul web, dicendovi che il film, creato da Vincent Paronnaud, Marjane Satrapi, non lo trovo il capolavoro che tutti descrivono, forse perché cerco di non farmi influenzare dalla crudeltà della storia nel valutare una pellicola (per me non è così scontato il collegamento storia impegnata = film capolavoro), forse perché non mi è piaciuta l’idea di raccontare la storia attraverso un cartone animato (è come trovare all’interno di una fabia di Esopo, ad esempio la Volpe e l’uva, brani che raccontano la guerra e la vita nel sesto secolo avanti cristo).
Provando a scindere la denuncia autobiografica (ottima e di sicuro effetto), dalla realizzazione del film (per me dei disegni belli sono quelli di Ratatouille o, volendo rimanere in Italia, della Gabbianella e il Gatto), vi racconto la storia: Marjane è una bambina che vive in Iran prima sotto la dittatura dello scià, poi a 14 anni, appena i genitori si accorgono che la situazione si fa insopportabile, viene mandata a studiare in Austria, dove rimane, fino a quando, tradita dal suo ragazzo, decide di tornare in patria, pur sapendo di dover vivere nuovamente in una situazione di grande proibizionismo (lei che in Europa aveva provato tutto: Sesso, Alcool, Droga, Rock & Roll). Al suo ritorno in Iran, Marjane decide prima di entrare in un istituto d’arte poi di sposarsi, denunciando sempre a modo suo i soprusi che non può accettare. A 24 anni, sentendosi straniera anche in patria, quanto lo era a Vienna, decide di lasciare definitivamente la sua nazione per trasferirsi in Francia.
Il film, autobiografico, è una testimonianza forte della situazione iraniana e come tale va presa. Ho apprezzato molto le scene in campo lungo, alcuni chiaroscuro, meno i primi piani e le sequenze a colori. Carina, non sensazionale la colonna sonora (anche se ho sorriso quando la protagonista ascolta gli Iron Maden); non riesco a trovare poesia in un film di denuncia; alcune scene le ho trovate patinate, altre di poco gusto; ma tutto il complesso rende Persepolis un buon film.
Concludo la mia riflessione ribadendo, il mio appoggio a tutti i film che vogliono denunciare situazioni invivibili o raccontare esperienze, perché possono farci aprire gli occhi più di quanto non facciano i nostri telegiornali, ma non condivido lo strumento (il cartone animato) per far passare il messaggio. Persepolis è un buon prodotto, ma non un capolavoro. Se dovessimo premiare qualcuno o qualcosa, preferirei premiare Marjane Satrapi e tutte le persone che riescono a vivere in situazioni disagiate (e sinceramente non bisognerebbe andare lontano migliaia di chilometri per trovarle, ma basterebbe guardare meglio intorno a noi), piuttosto che incensare un film per lavarsi la coscienza.
Riguardo la drammaticità del prodotto, la storia, dialoghi è un buon film ma il doverlo fare a cartone è una vera stupidata!
Il cartone animato è nato per un pubblico di minori (anche se tutti anche in età avanzata li vediamo), deve rendere lo spettatore protagonista e dare una certa tranquillità nel guardarlo invece…del cartone son state poche le scene fatte bene, troppa staticità, disegni poveri e scenografie banali.
Anche Impariamo il corpo umano era un cartone a documentario ma, non pesante e noioso, la storia è molto bella ma solo quella e nient’altro!
Il pubblico adatto non è di minorenni ma di persone adulte…Il cartone deve essere carino e scorrevole e non pesante come un macigno!
Persepolis ci insegna che dietro ogni scelta c’è la complessità di un’esistenza, perché non è facile affrontare il proprio passato, le proprie radici, il proprio Paese. Un film davvero delicato ed originale, che mi ha stregato. Inoltre ho avuto la possibilità dio vederlo comodamente da casa dopo aver scoperto un ottima piattaforma di video on demand (http://www.ownair.it/) che ha un’interessantissimo catalogo di titoli.