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Recensione: La sposa fantasma

Durante i preparativi del banchetto delle sue nozze con Henry (Paul Rudd), un veterinario di cui è pazzamente innamorata, Kate (Eva Longoria) viene travolta dalla statua di un angelo senza ali di un artista ubriacone, e muore.
Arrivata nell’aldilà, scopre di avere una missione da compiere che, non avendo ascoltato l’angelo (versione donna manager di successo), non sa quale possa essere. La più probabile, secondo lei, potrebbe rivelarsi quella di salvare dalle grinfie di Ashley (Lake Bell), una presunta medium che come primo lavoro è una cuoca per catering, Henry, che si è rivolta a lei, spinto dalla sorella (Lindsay Sloane) a ricominciare a vivere.
Supponendo che la missione sia proprio questa, Kate affronterà la sua rivale in amore Ashley, che nel frattempo ha sempre più presa su Henry e di cui si è realmente invaghita, con qualsiasi mezzo terreno e ultraterreno a sua disposizione.


Ne La sposa fantasma, la sfida tra la donna morta e la sensitiva, l’unica che può vederla e sentirla, può sembrare una paradia di Ghost e quindi incuriosire. Eppure, anche se l’idea di fondo può essere simpatica, il risultato è qualcosa di approssimativo, godibile, che distrae, ma non convince del tutto.
Il problema è che Jeff Lovell, agli esordi come regista cinematografico, crea Over Her Dead Body (titolo originale) come se fosse la puntata di una serie televisiva, così tutto risulta essere troppo frenetico e c’è poco tempo per sviluppare anche minimamente l’amore fra Kate e Henry (lei muore subito). La stessa cosa si può dire della nascita del sentimento fra Henry ad Ashley o quello che prova Dan (Jason Biggs), l’assistente al catering della sensitiva, presunto gay, per la sua compagna di lavoro.
Il film dà l’impressione di aver fretta di arrivare alla fine, un abbastanza prevedibile happy end, come se all’idea iniziale non fosse seguita una sceneggiatura, ma un insieme di brillanti spunti uniti in qualche modo tra loro. Intendiamoci: il film non ha buchi narrativi, ma semplicemente scorre troppo in fretta, lasciandoti la sensazione che delle dinamiche dei personaggi ti sia perso qualcosa (un uomo, che non vuole più conoscere nessuna, appena trova una donna che lo ascolta la chiama mille volte senza aver risposta, poi accetta tranquillamente di non essere più corrisposto e infine al secondo appuntamento fa capire di essere in fase di innamoramento. Non è troppo frettoloso?).
Questo aspetto condiziona anche la recitazione: Eva Longoria Parker è la versione cadavere del suo personaggio in Desperate Housewives, Jason Biggs non ha abbastanza spazio per far evolvere gradualmente il personaggio, Paul Rudd fa la parte di un uomo burattino di tutte le donne della sua vita, compresa la sorellina (un po’ cresciutella) Lindsay Sloane. L’unica che si salva è Lake Bell, ma solo perché, nella parte della sensitiva è la vera protagonista del film.
Concludendo: La sposa fantasma è una commedia carina da guardare, ma non merita i soldi del cinema. La storia è buttata via, le gag tra Kate e Ashley, tranne quella della seduta spiritica (con tanto di levitazione e cambio di voce), più che far ridere fanno odiare Kate, che o parla troppo o fa scherzi da quinta elementare.
Consigliato quando uscirà in Dvd, per una fredda serata d’inverno.

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