Il mito di James Bond, che nell’immaginario collettivo è un playboy aitante e fascinoso, è stato demolito da uno studio dei medici del Nottingham University Hospital, che ha ricostruito il quadro clinico del celebre 007 in base al numero di drink sorseggiati nel corso dei 14 romanzi che lo hanno visto protagonista.
James Bond sarebbe stato un ubriacone impotente, affetto da tremori e problemi al fegato, con il doppio di possibilità di avere un ictus e il 74% di morire prematuramente, non per un proiettile ma per il suo terribile stile di vita.
Le disastrose condizioni di salute in cui verserebbe Bond sono da attribuire a Ian Fleming, l’autore dei romanzi e inventore del personaggio, che ha preso troppa ispirazione dalla propria vita, nella quale era solito alzare il gomito, al punto da morire a soli 56 anni per un problema di cuore.