Giornata della Memoria 2011 in Tv: programmazione Rai, Mediaset, La7 e Sky programmazione

Il 27 gennaio si celebra in tutta Italia Il giorno della memoria, la giornata in commemorazione delle vittime del nazionalsocialismo e del fascismo, dell’Olocausto e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati. In televisione si dedicano tre giorni alla commemorazione, da oggi al 28 gennaio. Scopriamo insieme i principali appuntamenti.

RAI
Tutti i principali programmi delle reti Rai (ad iniziare da Domenica In di tre giorni fa) dedicheranno spazio al Giorno della memoria. Su Raitre, inoltre, andrà in onda domani sera alle 21.05 Il falsario – Operazione Bernhard, il film drammatico dedicato a Salomon Sorowtisch, falsario che è stato internato nel 1944 in un campo di concentramento. Rai5 domani alle 23.40 manderà proporrà La strada di Levi di Davide Ferrario. Su Raiuno alle 2.25 sarà trasmesso il documentario Volevo solo vivere.

Una famiglia tutta nuova su Lei Channel

A partire da questa sera ogni martedì alle ore 18.00 andrà in onda su Lei Channel, canale 125 di Sky, il reality tv Una famiglia tutta nuova, novità in prima visione assoluta. Il reality non solo si occupa di rifare il look a un’intera famiglia, ma arriva ad abbattere (letteralmente) la casa per ricostruirne una nuova di zecca e dotata di ogni confort.

Tutto e tutti in Una Famiglia Tutta Nuova passano sotto la bacchetta magica del team di esperti della trasformazione: casa, automobile, persone e animali domestici. Niente e nessuno è escluso. In famiglia sono troppo grassi? Una Famiglia Tutta Nuova li spedisce in un centro benessere, li mette a stecchetto e li fa dimagrire. Qualcuno in casa fuma troppo? Con programmi adeguati diventerà presto un ex tabagista. Il cane è un ammasso peloso e puzzolente?

Subito in un dog center per una tolettatura completa. Nel frattempo, mentre tutti i membri della famiglia sono impegnati nella revisione di sé stessi, le ruspe hanno abbattuto la casa e squadre di muratori, di decoratori e di arredatori sono all’opera per costruirne una nuova. E in soli sette giorni, perché questo è il limite di tempo che gli autori del programma hanno stabilito per rivoltare come un calzino l’esistenza delle famiglie selezionate.

Digitale Terrestre, un dividendo assegnato ai soliti noti?

Il passaggio del sistema televisivo italiano dall’analogico al digitale, si arricchisce di una nuova e importante fase. L’Agcom sta infatti avviando le procedure per l’assegnazione delle frequenze del cosiddetto dividendo digitale esterno, ovvero quelle che si sono liberate proprio a seguito della trasmigrazione delle emittenti tv sul Dtt. Nel computo dovrebbero essere comprese anche quelle utilizzate dal ministero della Difesa. La gara, come già sostenuto in passato dal presidente Corrado Calabrò sarà:“in linea con quanto avviene in tutta Europa, la procedura pubblica sarà del tipo beauty contest” attraverso un’asta e relativa acquisizione da parte del miglior offerente. Per l’occasione il Governo prevede di incamerare qualcosa come 2,4 miliardi di euro, per questo motivo l’Autorità ha proposto che venga creato un Comitato di ministri con il compito di disciplinare la gara. Da considerare che mentre all’estero il passaggio al digitale terrestre è servito ai Governi per incamerare fior di quattrini dalla vendita delle frequenze, negli Stati Uniti 19 miliardi, in Germania 8, in Italia si è deciso di ricevere appena l’1% sul fatturato annuale contro il 4-5% di altri Paesi, proprio in un momento in cui la congiuntura economica suggerirebbe di sfruttare al massimo ogni fonte possibile di introito.

La messa all’incanto delle frequenze analogiche verrà gestita dal ministero dello Sviluppo economico, ma secondo la Legge di stabilità dello scorso dicembre entro 15 giorni dall’entrata in vigore l’Agcom deve avviare “le procedure per l’assegnazione di diritti d’uso di frequenze radioelettriche da destinare a servizi di comunicazione elettronica mobili in larga banda” e di “altre risorse eventualmente disponibili” quelle del ministero della Difesa appunto con “l’obiettivo di garantire ancora maggiore innovazione e concorrenza al settore delle comunicazioni elettroniche”. C’è da dire inoltre che l’Autorità sembra intenzionata a non garantire a tutti la possibilità di partecipare all’asta, all’art 6 del documento di consultazione pubblica che stabilisce le modalità di assegnazione del dividendo si parla chiaramente di soggetti “in possesso dell’autorizzazione generale di operatore di rete televisivo”, limitando di fatto il numero dei partecipanti ai soliti noti e non a qualche nuova “entità” intenzionata all’acquisto.

Dahlia Tv: cronaca di una fine annunciata?

Canali che vengono canali che vanno, è ancora fresca la notizia del cessate trasmissioni di Jimmy, storico canale della piattaforma Sky, che in queste ore bisogna registrare un’altra illustre nonchè imminente defezione nella scala di marchi presenti sul digitale terrestre: il progetto Dahlia alza la bandiera bianca. Nata il 7 marzo del 2009, Dahlia Tv di proprietà della famiglia Wallemberg, la più ricca di Svezia ci dicono, attraverso il Gruppo Airplus e di Telecom Italia Media che detiene il 10,1% del capitale, era partita con una offerta consistente: una serie di canali sportivi che vedevano nel calcio la punta di diamante con la messa in onda di partite di A e B, a cui andava ad aggiungersi la cospicua offerta destinata ad un pubblico adulto. Probabilmente in pochi pensavano che il progetto così pretenzioso fosse destinato a un lasso di vita tanto esiguo, dopo poco le partite di Fiorentina, Palermo e Bologna migravano verso Mediaset Premium a causa delle nuove regole sulla cessione collettiva dei diritti tv, con esse le tifoserie e relative, numerose card La7 Cartapiù di cui Dhalia aveva contribuito ad ampliare l’offerta. Ora che il marchio è in liquidazione può comunque contare ancora su oltre 800mila abbonati di cui 250mila attivi.

Le conseguenze della crisi non si faranno certo attendere: che fine faranno i 150 lavoratori della Filmaster, società che cura la produzione di Dahlia Tv? Dopo l’annuncio a dicembre, foriero di cattive notizie, che i servizi sarebbero andati in versione ridotta e il mancato rinnovo dei contratti a tempo determinato scaduti il 31 dicembre, a cose fatte gli stessi dipendenti in una assemblea tenutasi lo scorso 10 gennaio hanno chiesto d’essere ricevuti quanto prima dal ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani nel tentativo di tutelare i posti di lavoro, in che modo non è dato di saperlo.

Natale e Capodanno tra la tv dei cartoni animati

Ultimo appuntamento dell’anno conRiccardo Cresci: il giornalista, volto giovane noto al pubblico di Sky Tg 24, quest’anno apre la settimana televisiva di Cinetivu. Oggi Riccardo ci parla dei film d’animazione e dei cartoni animati in tv nel periodo di festa e di come siano stati accolti benevolmente dai telespettatori.

Ci sono diverse correnti di pensiero, c’è chi sostiene che il Natale sia la festa più allegra e divertente dell’anno, chi l’aspetta per gli altri 364 giorni, chi vorrebbe finisse in un secondo, chi invece lo apprezza per la sua essenza, chi per i suoi profumi, chi per il vero significato. Insomma, in tanti adorano il Natale, in pochi lo sopportano per più di qualche giorno, per alcuni il tour de force dalla Vigilia a Santo Stefano diventa un vero e proprio calvario. Le feste sono così, c’è il momento dell’attesa, l’attimo dei preparativi, l’ansia della riuscita, degli amici, dei parenti, dei familiari, l’idea dell’evadere fuori dalle regole standard per qualche ora, il pensiero religioso aleggia nelle menti di altri, ma perché il Natale non è tutti i giorni?

In fondo, non bisognerebbe aspettare un anno per far ritornare il 25 dicembre, si potrebbe creare uno spazio Natalizio nei nostri cuori per sempre, ci potrebbe essere il momento dei dolci, quello per gli amici, della famiglia, della solidarietà, delle decorazioni, dei regali, della religione, del raccoglimento. Natale tutti i giorni potrebbe essere una soluzione per vivere felici, oppure no, magari potrebbe essere solo un pozzo di angoscia per tutti quelli che odiano questa festa. Salta all’occhio che complici le festività, le menti più riposate, lo svago e gli attimi esultanti, anche la televisione riprende vita durante i giorni più colorati dell’anno.

MTV cambia nomi e contenuti ai suoi canali su Sky

Dal 10 gennaio 2011 i canali satellitari di MTV si rinnovano: ad affiancare MTV Hits (canale 704 di sky) non ci saranno più Mtv Gold, Mtv Brand: New e Mtv Pulse, ma MTV Classic (canale 705), MTV Rocks (canale 706) e MTV Dance (canale 707). Nuovi canali, nuovi contenuti: andiamo a vederli insieme.

MTV Hits, dedicato al meglio della musica contemporanea, proporrà: il 10 gennaio una giornata intera dedicata allo scontro Ladies vs Girls and Gentlemen vs Boys (chi la spunterà tra Madonna e Lady Gaga? E tra Francesco Renga e Valerio Scanu?); il nuovo format Vip’n’Clip, programma caratterizzato da interviste doppie, video e playlist (primi ospiti Marco Mengoni e Le Vibrazioni); le nuove puntate di Hit List Italia; intervista a Le Vibrazioni; feste di compleanno di Giuliano Sangiorgi e Justin Timberlake.

MTV Classic, dedicato alla musica nazionale e internazionale dagli anni ottanta ai duemila, proporrà: maratone speciali (Top 100 Greatest Videos Of All Time), monografie (The Story of Michael Jackson); Musicology (antologie dei migliori programmi musicali, concerti e documentari dedicati agli artisti che hanno fatto la storia della musica).

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Quelli del doppiaggio, Christian Iansante a Cinetivù: “Preferisco dare la voce a un attore famoso che recitare in una fiction fatta male”

Questa settimana Cinetivù incontra uno dei doppiatori, più in voga del momento Christian Iansante. La sua voce è presente in una moltitudine di produzioni tra spot, film, telefilm, documentari. Tra i personaggi doppiati Christian Bale, Ewan McGregor, Van Kilmer, Colin Farrell, Matt Damon, Jude Law, Vince Vaughn, Ben Affleck, Owen Wilson, Luke Wilson e Joseph Fiennes. Gli amanti dei serial tv potranno riconoscere, tra i tanti che lo vedono all’opera, la voce di Iansante prestata all’attore David Cubitt il detective Lee Scanlon di Medium, a Enrique Murciano ovvero Danny Taylor di Senza Traccia e di recente a Andrew Lincoln (Rick Grimes) protagonista del fortunato The Walking Dead. L’attore è anche voce ufficiale del canale Fx (Sky,131) e tra i docenti dell’Accademia del Doppiaggio con l’amico e collega Roberto Pedicini (nella foto). Siamo riusciti a incontrarlo in un momento di pausa tra i mille impegni della sua agenda ecco cosa ci ha detto.

Christian tu hai doppiato decine di personaggi: ce n’è almeno uno che ti è rimasto impresso più di altri?

Sicuramente Matthew Modine in un film del 1997 di Abel Ferrara dal titolo Blackout. La pellicola vedeva tra i protagonisti anche il compianto Dennis Hopper, allora di aspetto giovanile, poi invecchiato in modo precoce. E’ un film di nicchia, il personaggio che ho doppiato io tal Matty interpretato da Modine, mi ha impegnato molto al punto da non essere completamente soddisfatto del mio lavoro una volta finito. Era un ruolo con varie sfaccettature: Matty è un alcolista che cerca di uscire per poi ricadere nel vizio del bere, protagonista tra la l’altro di uno stupro. Insomma Blackout (dove tra l’altro c’è anche Claudia Schiffer aggiungiamo noi) è un film psicologico con argomenti molto forti, peccato che siano in pochi a ricordarsene.

Qual è la situazione del doppiaggio italiano al momento? E’ vero che i ritmi sono esagerati?

Lo sono ormai da diversi anni per diversi motivi tra cui la tecnologia. Personalmente quando ho iniziato a far questo mestiere ventuno anni fa, sono riuscito a vivere sia pur per breve tempo il periodo dell’anello, non come lo si intende adesso, (sezione di scena da doppiare dotata di codifica) ma vere e proprie porzioni di pellicola intervallate da parti bianche montate dal proiezionista, figura che ormai non esiste più. Per questa operazione occorrevano almeno cinque minuti durante i quali il doppiatore riprendeva fiato, una cosa impensabile oggi dove tra l’altro per risparmiare sui costi le cooperative di doppiaggio in concorrenza tra loro preferiscono realizzare tutto in metà tempo, una volta poi non esistevano i programmi di registrazione che ci sono oggi ed era impossibile incidere in colonna separata (cioè registrare le parti singolarmente), quindi ti trovavi in studio con altri colleghi e assistevi a porzioni di film dove non eri presente, di conseguenza i ritmi erano più blandi. Oggi per quello che dicevo sopra, motivi squisitamente economici, mi ritrovo a registrare per tre ore da solo senza neanche avere il tempo per andare in bagno. Un film come A Team dove io doppio Bradley Cooper (il tenente Templeton Peck) l’ho fatto in due turni (sei ore) quando una volta sarebbero occorsi giorni.

Wedding Tv, Filippo Ubaldini a Cinetivù: “Sarà un 2011 scoppiettante”

A più di un mese dall’arrivo sui teleschermi italiani di Wedding Tv, canale 406 di Sky, forte del successo acquisito in molti Paesi fra cui Irlanda, Russia, Turchia, Scandinavia, Ungheria, Repubblica Ceca, Polonia, Ucraina, Africa, Malesia e Australia, Cinetivù ha incontrato Filippo Mori Ubaldini alla guida di Filmedia società che distribuisce in Italia, oltre alla tv per gli sposi, un altro marchio di successo quale Discovery Channel. Ecco cosa Ubaldini ci ha anticipato sulle prossime novità in palinsesto.

Dopo il successo all’estero avete deciso di portare Wedding Tv anche in Italia, come mai?

Consideri che la mia società Filmedia ha tra i suoi obiettivi principali quello di intercettare e importare brand internazionali, noi collaboriamo inoltre per Scripps Networks International di cui siamo consulenti strategici per l’Italia che è uno dei più grossi produttori di canali lifestyle degli Stati Uniti con cui stiamo valutando nuovi progetti per l’Italia, insieme ad altri due in fase di start up per il prossimo anno che prevediamo sarà particolarmente esaltante. Filmedia ha inoltre altre due aree di business che sono Framepool una delle più importanti banche di immagini al mondo, dove noi vendiamo i video con riscontri notevoli e inoltre rappresentiamo importanti broadcaster pubblici come ORF e Deutche Welle.

Quali obiettivi vi proponete?

Nei prossimi sei mesi cercheremo di rendere Wedding Tv più identificabile con il mercato italiano, con tutta una serie di produzioni più appetibili per il pubblico di casa nostra. Stiamo inoltre lavorando con degli editori, per trovare delle sinergie che rendano il brand del canale meglio localizzabile.

Al momento in palinsesto vi sono molti programmi in inglese (con commento in italiano) continuerete a proporli anche in futuro?

Assolutamente no, come dicevo in precedenza nei prossimi mesi la programmazione subirà un cambio piuttosto radicale. A partire dalla fine di gennaio cominceremo ad inserire ogni mese due/tre nuove produzioni, fino ad arrivare all’obiettivo previsto che è di 100 ore l’anno autoprodotte.

Tv in fermento, La7 in vendita? Hse ritorna

Sommovimenti vari nell’eterogeneo, quanto a numero di canali, panorama televisivo italiano, vivacizzato dalla sfida tra l’offerta del digitale terrestre in piena espansione e quella satellitare. Come riportato di recente da un articolo di Repubblica, sul piatto della bilancia ci sarebbe il cosiddetto quarto polo televisivo (dopo Rai, Mediaset e Sky) che nella realtà dei numeri non è mai decollato davvero. La7 in questi anni ha vissuto fasi alterne che l’hanno vista spesso sprofondare quanto a riscontri, al momento attraversa una fase di netta ripresa grazie alla preziosa ninfa vitale, che Enrico Mentana ha saputo infondere con il suo tg riportando l’audience a livelli appetibili da parte di eventuali inserzionisti ma anche acquirenti.

Non è una novità che Telecom Italia nella persona dell’amministratore delegato Franco Bernabè e del vicepresidente di Ti Media Gianni Stella, di fatto titolari dell’emittente, nell’ambito di una più ampia politica di ottimizzazione dei costi, in parole povere tagli al personale a tutti i livelli, stiano pensando da tempo di sbarazzarsi di quello che ormai viene considerato un peso. Ecco la possibilità ventilata dal suddetto articolo che La7 possa passare di mano. L’incarico di cedere se non tutta almeno una percentuale (si parla del 20%) dell’emittente dovrebbe essere affidato a Mediobanca, la domanda nasce spontanea: a chi?

Alessandro Cecchi Paone a Cinetivu: “Voglio riuscire a fare bene la tv sul web”

 Il conduttore e giornalista Alessandro Cecchi Paone ha deciso di raccontare a Cinetivu la sua idea sulla tv di oggi e i suoi progetti futuri, tra cui l’approdo sulla web tv.

Quali sono i pregi e i difetti della tv di oggi?

Il difetto è l’appiattimento della tv generalista popolare, quella che viene vista in automatico: i famosi 7 canali che prima erano estremamente variati al loro interno e tra loro, e quindi offrivano un ampio ventaglio di possibilità ogni ora del giorno e della notte, oggi sono praticamente tutti uguali e hanno una loro uniformità all’interno. Per cui soddisfano solo chi ama i reality e la fiction. Il difetto, dunque, è un livellamento dell’offerta e di conseguenza della qualità. Dal punto di vista positivo c’è la moltiplicazione dei canali tematici, sia sul satellite che sul digitale terrestre, che recupera quello che una volta era presente nella varietà interna dei 7 canali.

Calcio, Champions League: a Sky i diritti dal 2012 al 2015

Sky Italia ha ottenuto i diritti della Champions League di calcio per le stagioni 2012-2013, 2013-2014 e 2014-2015: in base all’accordo la società di Murdoch ha aquisito, per circa 100 milioni di euro annui, i diritti televisivi delle partite in diretta di due pacchetti esclusivi della massima competizione per Club d’Europa e i diritti televisivi non esclusivi degli highlights. L’accordo comprende anche i diritti per la finale. Tom Mockridge, amministratore delegato di Sky Italia, ha dichiarato:

Sono molto lieto per la prosecuzione dei nostri rapporti con la Uefa, un partner importante che organizza grandi competizioni calcistiche.

Mediaset non incassa in silenzio il duro colpo che gli ha assestato la sua diretta concorrente, e in una nota ha fa appello all’Antitrust:

Calcio, diritti Champions League 2012-2013: la Rai torna in gioco?

Foto: AP/LaPresse

Chi trasmetterà la Champions League di calcio a partire dalla stagione 2012-2013? Dieci giorni fa il direttore di Rai Sport Eugenio De Poli aveva annunciato la rinuncia della Rai a proporre un’offerta, tanto che, a La gazzetta dello sport, aveva dichiarato:

Mi dispiace, ma considerando il periodo di crisi che stiamo vivendo, il taglio della Champions League è il male minore, la rinuncia più logica. Tra l’altro al costo dei diritti vanno aggiunte anche le spese di produzione, che non sono poche. Nel rispetto del servizio pubblico meno male che abbiamo tenuto Europei e Tour e che non abbiamo messo in discussione né la Nazionale né il campionato. La Champions per noi era un gioiello, un evento in più, visto che la trasmettono anche Sky e Mediaset.

Dopo una simile affermazione sembrava che la Rai si fosse tolta dalla corsa ai diritti della Champions e che in gara fossero rimaste solo Mediaset (più interessata ai diritti pay che a quelli in chiaro), La7 (interessata per aumentare il proprio bacino di utenza, ma non disposta a spendere troppo) e Sky (che anche se sbarcherà sul Digitale Terrestre Free preferisce i diritti per la trasmissione sul satellite). In realtà non è così: a quanto pare Viale Mazzini sta pensando di proporre un’offerta al ribasso, da far sopraggiungere all’Uefa entro il 30 novembre.

Lazio Style Channel, la tv tematica biancoceleste

In occasione dei 111 ° Anniversario della Squadra calcistica della Lazio, su Sky dovrebbe partire il nuovo canale tematico della squadra capitolina, chiamato Lazio Style Channel.

Questo però, non è il solo obbiettivo dei dirigenti della Lazio, infatti il Club vorrebbe sbarcare anche sul digitale terrestre, tipo Pay tv di Dahlia.

Dopo la rivista Lazio Style 1900 uscita (in edicola il 25 novembre), la radio dei tifosi biancocelesti che ancora non ha una data fissa di uscita, finalmente a gennaio potrebbe arrivare Lazio Style Channel dedicata totalmente e 24 ore su 24 alla squadra.

Paolo Calabresi a Cinetivù: “Boris al cinema sarà una grande sorpresa”

In molti lo hanno apprezzato nel simpatico ruolo dell’elettricista Augusto Biascica di Boris la serie trasmessa da Sky, ora in onda su Cielo, canale del digitale terrestre. Lui è il romano Paolo Calabresi, attore di teatro, cinema e televisione attualmente in forza a Le Iene su Italia 1, con trascorsi in diverse fiction televisive tra cui: Nati Ieri, R.I.S., Distretto di Polizia e La Squadra; in film tv come: Don Bosco, Padre Pio, e Maigret. Al cinema ha fatto parte del cast de La fiamma sul ghiaccio, Commediasexy e I Vicerè. Cinetivù ha scambiato con lui una piacevole chiacchierata.

Paolo parliamo subito di uno dei tuoi personaggi più popolari, Biascica di Boris, come è nato?

Biascica nasce a livello di sceneggiatura come poi il pubblico lo ha conosciuto, un personaggio autoritario tipo “re della Savana” a cui io ho aggiunto dell’umanità e una certa tenerezza. La romanità tipica di Biascica rispecchia quello che è l’ambiente dove notoriamente nascono le produzioni cinematografiche e le fiction, a Roma appunto. Il capo elettricista, la qualifica del personaggio, è spesso romano.

A proposito della fortunata serie tv, puoi anticiparci qualcosa sul film?

Premetto che non ho ancora visto il film montato. Ti posso dire che è un affresco su un certo cinema di sinistra-intellettuale che poi diventa commerciale, l’uscita dovrebbe essere a primavera, visto che fino ad allora bisogna tenere la strada sgombra ai cinepanettoni. Sarà una grande sorpresa, anche per me!