Claire ha la pelle molto chiara, ed è molto bella. Mi guarda con occhi interrogativi e con un’espressione che ha un che di rassegnato, e sembra provenire dalla pioggia leggera di questo pomeriggio. Il suono delle gocce che si abbattono sull’esterno smorza i nostri silenzi e me ne fa comprendere il valore.
Difficile capire da dove iniziare, forse dal fatto che fin da quando è nata è stata circondata dalla morte e dai morti. Un modo come un altro per iniziare, che forse ha avuto le sue conseguenze. “Dipendenza critica dalle condizioni iniziali”, la chiamano.
La sua fantastica autoironia mi spinge a sorridere, involontariamente, più e più volte, mentre mi racconta le sue disavventure. Sembra una vera e propria reduce dall’adolescenza, una veterana, più occupata a cercare di capire cosa l’ha colpita piuttosto che leccarsi le ferite.