Le serie tv portano a sesso, il sesso porta a gravidanze indesiderate … ma pubblicità, film e trasmissioni a cosa portano?

Dopo il trionfo del film Juno, dove si racconta la storia di una ragazza ancora minorenne alle prese con il sesso e con una gravidanza indesiderata, e dopo essere giunto da oltreoceano la serie tv La vita segreta di una teenager Americana, sono cominciate le prime battaglie antisesso.

Sono molti gli adolescenti, che guardano  telefilm, dove il sesso viene visto come qualcosa di divertente da fare, o come un modo per uniformarsi alla vita degli adulti. Ogni serie che si rispetti dà un suo punto di vista personale al fattore Sesso. La domanda sorge spontanea: Chi produce certe serie tv? Di certo non l’adolescenti che le guardano!

La rivista Pediatrics recentemente ha pubblicato uno studio condotto dalla Rand Corporation in cui, in base ai telefilm che le “cavie” ( duemila adolescenti, tra i 12 e 17 anni, durante gli anni che vanno dal 2001 e 2004) hanno visto, da Friends a Sex and the city (che comunque non sono mai stati per un pubblico di minorenni e dunque se sono stati visti è solo colpa dei genitori troppo indaffarati a vivere la propria vita, che non hanno controllato i propri figli), quindi serie tv ad “alto contenuto erotico”, hanno più possibilità degli altri (quali altri? Quelli che escono? Quelli che vanno al cinema? Quelli che giocano coi videogiochi?) di fare sesso (dove? A casa sul divano e con la mamma nell’altra stanza? Prima o dopo aver visto le serie tv incriminate) e correre incontro a gravidanze indesiderate.

La sede di Chi l’ha visto assaltata lunedi notte: video e telefonate

Un’azione contro Chi l’ha visto: questo sarebbe il motivo dell’irruzione accorsa lunedì notte, negli studi di Via Teulada a Roma, da parte di una trentina di persone, si dice di estrema destra.

Gli uomini hanno forzato i blocchi di vigilanza e superato i tornelli, per dimostrare contro la trasmissione, rea di aver trasmesso immagini inedite sugli scontri in piazza Navona alle 11 della mattina del 29 ottobre.

Dopo il salto potete leggere il testo integrale del video contestato, vedere la puntata incriminata e sentire le telefonate minatorie, tutto proveniente dal sito di Chi l’ha visto.

L’isola dei famosi non si sposta, perché? Apparentemente per il pubblico, in realtà per battere Canale 5

Nonostante Montalbano lunedì abbia battuto la concorrenza di Zelig e L’isola dei famosi, con quasi quattro milioni di spettatori in più, il reality di Raidue, non cambia giorno di programmazione, smentendo, non solo noi e tutto il web, ma la stessa Simona Ventura che l’aveva annunciato in diretta.

In un comunicato ufficiale si legge:

Le prossime puntate dell’Isola dei Famosi andranno in onda ancora di lunedì, contrariamente a quanto preannunciato. Lo hanno deciso i 4 milioni 988 mila telespettatori che, in una serata caratterizzata da una forte e completa programmazione sulle tutte le reti, hanno premiato la trasmissione giunta quest’anno alla sua sesta edizione con uno share del 21.07.

Gli inspot nel mirino Agcom

Gli inspot, quella forma di pubblicità che prevede la sovrimpressione di una reclame (solitamente nella parte inferiore dello schermo) della durata di qualche secondo all’interno di un programma, sono nel mirino dell’Agcom.

Motivo? Anche le sovrimpressioni animate quando veicolano messaggi pubblicitari devono rientrare nei limiti di affollamento orario e giornaliero che le tv devono rispettare. Questo riguarda sia Mediaset, che Rai, e ormai, anche Sky, che la gente paga proprio per non avere pubblicità durante il programma che segue.

Licio Gelli conduttore su Odeon tv? E’ uno scherzo?

Se fosse vera la notizia avremmo toccato il fondo: arriva in televisione (fonte Affaritaliani.it), su Odeon Tv, Venerabile Italia, il racconto della storia dell’ultimo secolo, dalla guerra di spagna agli anni ’80, presentato da Licio Gelli.

Il programma, che andrà in onda ogni lunedì alle 22.20, sottotitolata la vera storia di Licio Gelli, verrà presentato ufficialmente a Firenze e nella prima puntata parlerà di Fascismo. Nel corso della trasmissione, condotta anche da Lucia Leonessi, saranno ospiti Giulio Andreotti, Marcello Veneziani e Marcello Dell’Utri.

Affari tuoi, troppe lacrime: nuovo esposto contro il programma di Raiuno

Non avete notato, che ultimamente ci sono troppe lacrime di coccodrillo in televisione? Certo, la situazione economica mondiale e italiana non è delle più rosee, eppure i concorrenti e gli ospiti dei programmi televisivi riescono a piangere per mille altri motivi e ad emozionarsi per la minima cosa.

Questo aspetto, diventata consuetudine ad Affari Tuoi ha fatto insospettire il Codacons, che ha chiesto all’Antitrust di accertare se le frequenti lacrime dei concorrenti del gioco, possano configurare o meno l’ipotesi di pubblicità ingannevole ai danni dei telespettatori, che da casa seguono la trasmissione.

Tv di qualità? Un’utopia. Cos’è la qualità? Perché non la si ricerca?

La qualità televisiva in Italia è un’utopia? Non avendo ancora il qualitel, non possiamo dirlo con certezza, ma se risulta difficile definire cos’è la qualità, non è così difficile avere un’idea di cosa non la rappresenta.

Umberto Eco, intervistato dalla tv Svizzera, ha definito la televisione italiana simile a La Corrida: sulle nostre reti vanno avanti i dilettanti allo sbaraglio (il non famoso, lo sconosciuto, l’anonimo mediocre) e i nostri programmi si fondano sul sadismo. I reality show, come La Talpa o L’isola dei famosi, dunque, non sono tv di qualità.

I più potrebbero sostenere, che qualità è uguale a cultura, quindi, qualsiasi cosa ruoti attorno ad un argomento culturale è qualitativamente valido. Non è così: un esempio? Einstein. I nostri lettori sono stati bravissimi a segnalare numerosi errori e con educata indignazione, fra mail e commenti, li hanno fatti presenti. Il pubblico è stato più veloce della critica ad attaccare la fiction di Liliana Cavani, che si è espressa solo alla fine della miniserie, definendo l’Einstein di Raiuno come “un bamboccione da filmetto coniugale”, “Einstein tronista” (Stefania Carini, Europa) o “Einstein ha lo spessore della carta velina e l’intarsio di una soap americana” (Antonio Dipollina, Repubblica). Einstein non è qualità.

Qualitel, una trovata inutile delle Rai

Fra qualche mese debutterà il Qualitel (forse già a gennaio 2009) un nuovo rivelatore del gusto del pubblico, che affiancherà, per la Rai, in maniera differente, l’Auditel. Se non sapete di cosa si tratti ve lo diciamo noi.

Ogni settimana cinquemila esprimeranno il loro giudizio (su una scala di valore), sulla qualità di un prodotto trasmesso. Quali sono i termini oggettivi per definire la qualità del prodotto non è dato di sapere (non bisogna dire se il programma è bello o brutto, ma se qualitativamente valido oppure no).

Se a questo dubbio unite l’improbabilità che, il giudizio del qualitel, influisca sulla scelta della programmazione (un programma è un investimento e, in certi casi, se non è qualitativamente valido, non può essere sospeso) avete un quadro abbastanza completo della situazione.

Rai: chiesto aumento del canone per colmare buco di 40 milioni. La notizia arriva dagli States!

Ieri sera stavo facendo la consueta visita ai siti internazionali per trovare notizie succose da proporvi e mi sono imbattuto in una notizia che titolava:RAI to ask gov’t to raise license fee (La Rai chiede al governo di alzare il canone).

La news data da The Hollywood Reporter, mi ha lasciato perplesso e con due interrogativi a cui, spero, voi diate una risposta.

Il primo: girando sui siti italiani, non ho trovato nessuna traccia (tranne, per dovere di cronaca, una breve anticipazione de Il sole 24 ore) della richiesta del direttore della RAI Claudio Cappon di aumentare il canone da 104 a più dei 106 euro previsti nel 2009 (che non ha però specificato a quanto). Una simile notizia è meno importante di molte altre, tanto da essere ritenuta rilevante solo oltreoceano?

Sky abbassa i costi di recesso, ma non rimborsa chi ha già pagato

La notizia arriva dall’Apcom: Sky ha deciso di abbassare le penali previste in caso di recesso del cliente, ma non è disponibile a rimborsare coloro che hanno pagato dopo il varo della legge Bersani.

Cosa vuol dire? In parole povere, che Sky viene in contro a ciò che ha deciso l’authority delle comunicazioni a Luglio (inizialmente rifiutato), facendo pagare per recedere dal contratto base 9,53€ (contro i 270€!), ma chi ha recesso prima dell’iniziativa del Movimento Consumatori se la prende nei denti.

Fortunatamente il movimento non si ferma e se Sky non adempirà spontaneamente ad informare adeguatamente tutti colo che hanno pagato le laute penali del loro diritto ad ottenere in restituzione tutto quanto è stato versato, il primo gennaio il Movimento Consumatori proporrà una class action per far risarcire i clienti.

Sky si scontra con i consumatori e la tv Svizzera. Lo sapevate?

Tutti vi hanno detto che Sky Italia si è assicurata i giochi olimpici invernali di Vancouver 2010, Londra 2012, Sochi 2014 e pure quelli del 2016 (di Rio De Janeiro, o di Tokyo, o di Madrid o di Chicago) o del futuro (2010), sorpasso di Sky ai danni di Mediaset e Rai (il 32% per la piattaforma satellitare, contro il 31% degli altri due poli televisivi), ma pochi o nessuno hanno parlato delle spinose questioni, che ha in ballo con i consumatori e con la Televisione Svizzera (TSI). Per questo ve le raccontiamo noi.

Movimento Consumatori contro Sky
Domani al tribunale di Roma ci sarà la prima udienza del procedimento d’urgenza proposta dal Movimento Consumatori contro Sky per l’eliminazione delle penali previste in caso di recesso del cliente. Secondo il comunicato stampa dell’associazione oggi chi vuole recedere deve pagare 270 euro per il servizio base, più 180 euro per il servizio HD e 225 per MySky e Multivision.

Veronica Maya replica a Rita Dalla Chiesa. Polemica finita?

Cose dell’altro mondo: Veronica Maya, replica senza saperlo a Rita Dalla Chiesa (ha rilasciato l’interivista prima di poter leggere la reazione della sua collega, che si è sfogata su Libero), sulle colonne di Vero: evidentemente, resosi conto che le parole dette a Di Tutto fossero troppo pesanti, la conduttrice di Verdetto Finale,  ha raddrizzato la mira:

Non volevo criticare Forum. Ho solo fatto emergere le differenze di stile fra un programma e l’altro. Mentre a Forum il pubblico interviene in modo diretto esprimendo con colore il proprio parere sulla storie, parlando a volte anche in dialetto, da noi questo non accade. La nostra giuria popolare, per voce del suo presidente, pone alcune domande in un clima molto ordinato e serio

Forum – Verdetto Finale, polemica a distanza fra Rita Dalla Chiesa e Veronica Maya

Non sono piaciute a Rita Dalla Chiesa le affermazioni di Veronica Maya, pubblicate da Libero settimana scorsa, tanto che oggi, in un’intervista dello stesso quotidiano la conduttrice di Forum ha ribattuto alla sua collega di Raiuno.

Cosa aveva detto la Maya di così grave? Aveva risposto così a chi le faceva notare la  similitudine (evidente) che c’è fra il suo Verdetto finale e lo storico Forum di Canale 5:

Altro che Forum, il mio Verdetto Finale è un programma molto più elegante, meno urlato.

Tg, troppi spazi al governo, non c’è equilibrio. A dirlo è l’authority

 Non bastavano panini (voce dell’opposizione messa tra quella della maggioranza e quella del governo) e spezzatini (frasi prese qua e là): l’Agcom dà la notizia, palese, che i Tg italiani, tra aprile e settembre, non sono stati equilibrati nel pluralismo politico, sia nel rapporto tra le diverse forze politiche, sia nel rapporto tra le forze politiche e il governo, dando

La legge vuole che ci sia, in ogni momento dell’anno, correttezza e parità di trattamento, mentre una regola non scritta assegna un terzo del tempo al governo, un terzo alla maggioranza e un terzo all’opposizione, ma pure questa consuetudine è stata disillusa: a trarne vantaggio, in termini di minutaggio, sono stati il governo e il premier, mentre sono stati penalizzati Radicali, UDC e gruppi extraparlamentari.