Champions League sulla Rai fino al 2012, ma intanto scoppia la polemica

 La Rai continuerà fino al 2012 ad avere i diritti per gli highlights di tutte le partite della Champions League, più una partita in diretta al mercoledì: la tv di stato, non avendo più concorrenti (Mediaset si è buttata sul digitale per far concorrenza a Sky), avrà ancora tutto lo sport in chiaro della tv (escluso il moto mondiale).

Festeggia il Direttore Genereale Cappon, che dice (attenzione alle parole, che vi segnalo in grassetto, perché meriteranno una riflessione alla fine):

Con questa operazione abbiamo completato il nostro bouquet di calcio in chiaro che è ricchissimo, il più ricco che la Rai abbia mai avuto negli ultimi anni. Sicuramente è il più ricco d’Italia. La soddisfazione è doppia perché quest’anno la Rai sul calcio ha fatto l’en plein: oltre alla Champions abbiamo ripreso i diritti per Serie A e B e confermato quelli per la Coppa Italia. Con quest’offerta così completa la Rai riafferma il proprio ruolo di servizio pubblico, un servizio pubblico capace di offrire a tutti i cittadini i migliori eventi sportivi a disposizione. Voglio sottolineare un ultimo, non piccolo, particolare: abbiamo riportato il calcio in chiaro in Rai risparmiando decine di milioni di euro e spendendo circa la metà rispetto a quanto era stato fatto in passato. Questo dimostra che si possono e si devono coniugare qualità e rigore gestionale.

Silvio Berlusconi attacca Murdoch e nel frattempo ci entra in società!

Guardate bene l’uomo nella foto: lui è Rupert Murdoch, uno straniero che viene a portarci via i soldi. Murdoch non è Robin Hood, non è un Santo, ma da quando ha lanciato le pubblicità contro l’innalzamento (il raddoppio) dell’IVA alle Pay Tv, è diventato il nemico numero uno di Silvio Berlusconi (eppure fino a qualche tempo fa, avevano rapporti cordiali). Così almeno parrebbe dalle ultime dichiarazioni del Premier, che dice di lui:

E’ monopolista del satellite, non ha limiti di pubblicità, è posseduta da un cittadino straniero che si porta via tutti i soldi e che mi sembra abbia ancora privilegi tali da poter essere non contento ma supercontento.

Non tutti possono apprezzare la nuova uscita di Berlusconi, che sfiora il razzismo (cosa dovrebbero dire gli spagnoli, che se lo ritrovano proprietario di Telecinco?), perché non tutti sanno che il 25 novembre Finivest si è alleata con Murdoch, acquistando il 3,1% di Premiere la Pay Tv tedesca!

Europa 7 ha le frequenze, l’Italia la normativa per la Tv su cellulare

 Europa 7 ha delle frequenze televisive per trasmettere su tutto il territorio nazionale (tanto si trasloca tutti sul digitale!), ma non sono quelle che si era aggiudicata, quelle di Rete 4, ma quelle di Raiuno (che gli avanzavano) e ciò non evita allo Stato (cioè noi), di dover pagare la multa di 300000 Euro AL GIORNO, per il ritardo alla concessione della frequenza ad Europa 7 a scapito di Rete 4 (sanzione che si calcola da luglio 2006. Fate un po’ voi i conti…).

Dopo che il ministero ha ottenuto il parere favorevole dell’autorità e ha acquisito anche il consenso della RAI, Europa 7 può avere finalmente ciò che gli spetta, ma non subito: gli impianti non può attivarli prima di luglio 2009 (non oltre il 30 giugno 2011).

Chiudiamo questo penoso capitolo (non c’è molto da festeggiare) e passiamo ad uno in cui l’Italia, casualmente, è più avanti degli altri Paesi UE: la Tv su cellulare.

Tv generalista: poche idee, tanto successo

L’operazione è riuscita ma il malato è morto!“, parafrasando il principe De Curtis, in arte Totò, con una battuta tratta da uno dei suoi esilaranti film, siamo riusciti a dare l’idea dello stato di salute della tv nostrana, assediata dalle nuove tecnologie, internet in testa, ma sempre al primo posto nella classifica di gradimento degli italiani, come certifica una recente indagine del Censis.

I canali televisivi tradizionali sono seguiti dall’85,6% dei cittadini, mentre in Francia la percentuale è del 91% in Gran Bretagna scende al 79,3% e in Germania al 49,7%. Tuttavia, il 20,6% degli italiani guarda abitualmente la tv satellitare e il 7,7% usa il digitale terrestre, come dire che nonostante l‘avvento di degne alternative sotto tutti i punti di vista, leggi qualità dell’immagine grazie al digitale, ma anche di contenuti come le prime dei film, l’italiano medio preferisce accostarsi alla tradizione, un po’ per scelta ma anche per necessità.

Se è vero infatti che la tv generalista sia ormai endemicamente incapace di esprimere il benché minimo barlume di novità, è altrettanto vero che forte di una lunga tradizione alle spalle gode ancora delle aspettative del pubblico medio perché quanto di più economico sia ancora a disposizione. Le prime tv sulla Rai o Mediaset, sono ormai una chimera, la ripetitività delle programmazioni strette dalle logiche commerciali un’offesa all’intelligenza umana, ma la scelta si rivela ancora vincente.

Caso Fabio Fazio, aggiornamenti: Petruccioli lo vede come Letterman, lui dice di rispondere solo al pubblico e Villari ora è legittimato

Caso Fazio capitolo 2 – la degenerazione: Petruccioli definisce Fazio il Letterman Italiano, Fazio dice di rispondere solo al suo pubblico (ricorda qualcuno, che dice di rispondere solo al suo elettorato) e intanto Villari, con questa caciara è stato legittimato.

Andiamo con ordine: il presidente Rai, Petruccioli, ha difeso Fabio Fazio e il suo programma dicendo:

Il caso non esiste, la trasmissione è l’equivalente del David Letterman Show, con interviste a persone che sono al centro della cronaca. Alla fine del ciclo si potrà giudicare sull’equilibrio. A Fazio è stato rinnovato da poco il contratto dal cda con un solo voto contrario. Sono assolutamente convinto che questi ultimi anni nella storia della Rai potranno essere iscritti come anni nei quali c’è stato più pluralismo.

Nella sua difesa (fonte Ansa) ci sono tre errori: Fazio è Fazio e non Letterman (essendo il David Letterman Show un one man show, il conduttore coincide con il programma, mentre Che tempo che fa non è Fabio Fazio Show); è opinabile, che certi ospiti siano al centro della cronaca, molto spesso stanno facendo uscire un nuovo libro, album o film o, se sono politici, non sono cronaca; il pluralismo e la Rai sono due parole che non hanno molto in comune.

Caso Fazio, Villari apre un’istruttoria. La vigilanza Rai lavora a comando e non sa di cosa parla

La Commissione di vigilanza Rai è un organo serio, che lavora e ha ben presente le priorità della televisione pubblica. La Commissione vigilanza Rai è al di sopra delle parti e fa l’interesse dello spettatore.

Per questo motivo, il presidente, Riccardo Villari (espluso dal Pd e facente parte del Gruppo Misto), sollecitato da Maurizio Gasparri, a dimostrazione della scelta bipartisan per la sua candidatura, si è messo all’opera, aprendo un’istruttoria di fondamentale importanza su Fabio Fazio e Che tempo che fa rea di aver invitato prima Walter Veltroni, poi Renato Soru. Gasparri aveva tuonato:

Il Presidente Villari chiarisca a chi risponde Fazio: a Cappon o a Veltroni? Chiedo a Villari, presidente della commissione di Vigilanza, di sapere che regole siano in vigore alla Rai. Mi sembrava infatti d’aver capito che il direttore generale avesse stabilito che i politici non dovessero andare nei programmi di intrattenimento. Ma Fazio, a ” Che tempo fa”, su Rai Tre, invita chi vuole. Prima Veltroni. L’altra sera il presidente della Sardegna, Soru. Fazio, mi chiedo, risponde ai suoi padroni del Pd o a chi? Chiedo perciò a Villari interventi immediati contro gli abusi in atto.

Brokeback Mountain: arriva la spiegazione di Raidue, ovvero una serie di scuse

Ieri vi abbiamo annunciato lo scandaloso trattamento riservato al tre volte premio Oscar Brokeback Mountain che, pur trasmesso in seconda serata da Raidue, è stato tagliato delle scene di sesso omosessuale.

Qualcuno ha detto, che Raidue ha fatto bene a tagliarle, perché erano troppo spinte, altri, la stragrande maggioranza, dalle unioni dei consumatori alle associazioni Gay, a semplici spettatori, si sono indignati (meglio non trasmetterlo a quel punto no?). Ebbene: Raidue non centra nulla e Antonio Marano promette di ritrasmetterlo in versione integrale. Ridicolo. Perché? Andiamo con ordine. Questo è ciò che dice il comunicato stampa per spiegare l’accaduto:

Non c’e’ stata alcuna censura, ma una serie di casualita’ che ha impedito la messa in onda della versione originale di “Brokeback Mountain”. La RAI ha comprato i diritti del film “Brokeback Mountain” tramite Rai Cinema.

Raidue, altro colpo di genio: censurato Brokeback Mountain

Raidue sembra proprio non riuscire ad accettare storie d’amore e relazioni che non siano eterosessuali: dopo la sospensione di Terapia d’urgenza, che qualche nostro lettore pensa sia a causa della relazione lesbo raccontata, ora anche I segreti di Brokeback Mountain ha subito la censura.

Ieri mattina, mentre preparavo Cinetv oggi di lunedì, notavo che il film tre volte premio Oscar (regia, musica e sceneggiatura), interpretato da Heath Ledger, possibile Oscar postumo per Il cavaliere oscuro, seppur in prima visione sulle tv in chiaro, era stato collocato in seconda serata (22.45), per lasciare spazio a I tuoi, i miei e i nostri, una commedia sentimentalmente molto più corretta, ma mai mi sarei immaginato di trovare le scene di sesso omosessuale, nemmeno troppo spinte, censurate.

Facciamo un passo indietro, per chi non conoscesse le due storie: I tuoi, i miei e i nostri racconta di un maschio e una femmina, che si rincontrano e, dopo essere stati innamorati in passato, decidono di sposarsi, ma i figli, otto da una parte e dieci dall’altra provano a boicottare il matrimonio; I segreti di Brokeback Mountain, parla di una storia d’amore tra due cowboy pastori che, seppur attratti l’uno dall’altro, si sposano e hanno figli con delle donne, ma non riescono a smettere di vedersi.

Iva sulle Pay Tv: Piersilvio Berlusconi contro il padre per danni futuri

Se non fosse una questione tutta italiana, ci sarebbe da ridere, invece, visto che con l’aumento al 20% dell’Iva sulle pay tv ci rimetteranno tutti gli abbonati di Sky (e qualcuno di Mediaset Premium), c’è da strapparsi i capelli: Piersilvio Berlusconi attacca la decisione del padre e definisce il conflitto d’interessi come conflitto d’interessi al contrario.

Piersilvio, nell’intervista ai margini della presentazione del Chiambretti Night, dice di più e, non potendo parlare di ingenti danni nel presente (la fetta più grande del loro mercato è fatto dalle carte ricaricabili e non dagli abbonamenti), fa riferimento a quelli ipotetici futuri.

Prima delle riflessioni di rito vediamo cosa ha detto all’apcom (attenzione ai grassetti!):

Tv italiana: invecchiata e riciclata?

La tv è lo specchio del Paese dove viene diffusa, noi ne siamo fermamente convinti, per cui niente di strano se in questi ultimi tempi si fa un gran parlare del progressivo invecchiamento dei programmi televisivi ma anche di coloro che li conducono, immagine speculare di un’ Italia che da sempre consegna i propri pilastri istituzionali e dirigenziali a persone che proprio giovani non sono.

C’aveva pensato Fiorello, qualche tempo fa a dar fuoco alle polveri con il suo caustico commento: “Siamo alla televisione di quarant’anni fa. Ci dovrebbe essere una legge che vieta di ripetere una formula per più di tre volte… Io ora guardo soprattutto calcio. Non è snobismo. I reality li vedevo, ma poi stufano. Per questo ho interrotto Viva Radio2, preferisco smettere quando un programma è ancora al massimo, prima che qualcuno si stufi“.

Inevitabile la levata di scudi dei diretti interessati tra cui Pippo Baudo: “Quella sollevata da Fiorello è una querelle vecchissima che ciclicamente ritorna. Noi comunque, siamo dei temerari e continuiamo a fare tv, nonostante molti dicono che non si dovrebbe. Certo, ognuno di noi ha il dovere di cercare di rinnovarsi e di innalzare la qualità di quello che propone“.

Aumento IVA Sky : l’emittente non è d’accordo e lancia uno spot

C’è grossa crisi, e non c’è niente di meglio di qualche imposta bassa con aliquote agevolate per i consumatori. Il problema riguarda proprio i tipi di servizio a cui deve essere applicata tale aliquota; dal 4% al 10% è toccato a beni alimentari e sanità.

Anche ristrutturazione di abitazioni e acquisto della prima casa sono agevolati, così come il diritto all’informazione, che vede l’IVA scendere al 4% per i giornali e notiziari quotidiani e per i libri.

Anche la cultura viene incentivata, con un bel 10 % per gli spettacoli teatrali. L’argomentazione di Adiconsum riguarda il fatto che la cultura è cultura, ovunque ci si trovi: al cinema, in teatro o a casa propria: perchè mai l’IVA quindi dovrebbe schizzare al 20 % quando si parla di eventi sportivi o culturali come film trasmessi da una pay tv?

Auditel: nel periodo di garanzia vince la Rai su Mediaset. Entrambi, però, leggono a modo loro i risultati

Il periodo di garanzia autunnale (14 settembre 2008 – 29 novembre 2008) è finito e, ovviamente, tutti si dicono vincitori e ognuno legge i dati a modo proprio. La verità è questa: la Rai ha vinto sia nel prime time (tra l’altro Raiuno è stata la rete più seguita), che nell’intera giornata, mentre Mediaset è rimasta a bocca asciutta.

Prima di lasciarvi ai comunicati stampa di Rai e Mediaset (attenzione, leggete bene il periodo che prende in considerazione, che NON corrisponde al periodo di garanzia!), vediamo i dati più importanti, quelli della prima serata, da una fonte più obiettiva, il post del blog di Antonio Genna (che merita il link!).

Ecco i colpi di scena: Raiuno vince perché Canale 5 peggiora di più della rete ammiraglia Rai (Raiuno passa dal 22,49% di share al 22,18%, mentre Canale 5 perde più di 2 punti percentuali dal 22,74% al 20,66%!); la vittoria della prima serata Rai (44,56% di share contro il 39,14% di Mediaset) è merito di Raidue che sale dall’11,38% al 12,24%; Italia 1 incrementa il suo pubblico (bene l’idea de La Talpa più le serie televisive), dal 9,22% del 2007 al 10,45% del 2008; Migliorano La7 (+0,21%), i canali terrestri (+0,39%) e i canali satellitari (+0,82%).

Iva aumentata sulle Pay tv – Ilaria D’amico lo spiega in diretta. Il video

Sky non ci sta e prevede di mobilitare i suoi utenti; il presidente del consiglio Silvio Berlusconi rigetta le accuse di conflitto di interessi. Tanta carne al fuoco, tanto caos e alla fine chi ci rimetterà? L’utente finale, cioè tutti coloro che hanno un abbonamento con Sky.

Andiamo con ordine e cerchiamo di far chiarezza (cosa che ha tentato di fare anche Ilaria D’Amico in diretta televisiva parlando dell’aumento a Sky Calcio Show, di cui vi proponiamo il video dopo il salto). Prima di trarre conclusioni parziali vediamo cosa dicono le parti. Partiamo dalla base: cosa prevede la legge? Lo spiega bene Il sole 24 ore:

Il provvedimento prevede l’abolizione dell’Iva agevolata al 10% per la pay tv satellitare e via Internet e il loro rientro nell’Iva ordinaria al 20 per cento. Si trattava di una misura varata con la legge 507/95, che concedeva l’Iva agevolata agli abbonamenti per segnali criptati, poi precisata nel ‘97 a favore degli abbonamenti satellitari e via cavo. Una misura, insomma, che intendeva incentivare lo sviluppo dei nuovi media. Sky non dà cifre ufficiali ma fonti attendibili stimano in circa 270 milioni di euro annui l’aggravio dovuto al raddoppio dell’Iva sui suoi abbonamenti.