Rai, programmi criptati su Sky per 168 volte in 19 giorni: conviene?

La scelta della Rai di lasciare Sky e oscurare parte della sua programmazione si è rivelata azzeccata? Alla domanda cerchiamo di dare una risposta prendendo spunto dai dati offerti da Aldo Fontanarosa su Repubblica.it: a quanto pare in diciannove giorni, gli ascolti, paragonati a quelli di un mese prima, sono scesi su Raidue dello 0,8% in totale al mattino e quasi dell’1% nel pomeriggio, e Raitre dell’1,4% in prima serata (ore 21-23). Di contro, Raiuno in agosto ha aumentato fino al 2,9% i suoi ascolti in prima serata.

Visto che può sembrare prematuro fare una valutazione ad agosto (c’è chi sostiene che i cali dipendano dal pubblico in vacanza e chi dalla programmazione offerta dalle tre reti), atteniamoci hai fatti oggettivi: gli spettatori che usufruivano della Rai grazie al satellite si sono trovati per 168 volte (19 su Raiuno, 23 su Raitre e 126 su Raidue) in 19 giorni a dover cambiare canale.

Juliana Moreira sogna Striscia la Notizia

Juliana Moreira, la simpatica conduttrice brasiliana di Paperissima Sprint, tanto amata (dai bambini e dal popolo maschile che si sintonizza su Canale 5 ogni sera), quanto odiata (solitamente dalle donne e non solo, che definiscono il modosuo modo di parlare incomprensibile), racconta i suoi progetti futuri e giudica alcune delle sue colleghe in un’intervista rilasciata a Il tempo.

Se nell’immediato futuro la presentatrice ha il posto assicurato alla conduzione di Paperissima Sprint versione invernale, che andrà in onda ogni domenica sulla rete ammiraglia Mediaset, più in là Juliana sogna di poter condurre, anche solo per una puntata, Striscia La notizia, trasferirsi in pianta stabile in Italia e mettere su famiglia, possibilmente con il suo compagno Edoardo Stoppa, e laurearsi.

La Moreira, che della televisione italiana apprezza soprattutto gli show ironici, che riescono a dare un po’ di leggerezza alla gente, giudica Simona Ventura, Silvia Toffanin, Michelle Hunziker e Vanessa Incontrada:

Film porno al posto della Roma: è successo ieri in Liguria

Un film hard al posto della Roma. Succede anche questo in Italia e lo racconta l’edizione genovese de La Repubblica in un articolo firmato da Lucia Marchiò: ieri pomeriggio i cittadini di Cairo Montenotte (in provincia di Savona) e quelli che abitano nel comprensorio valbormidese fra Carcare e Plodio, su La7, invece di vedere all’opera i giocatori del Kosice o della Roma hanno visto in azione altri baldi giovani, quelli di un film hard che non lasciava spazio all’immaginazione.

Subito è scattata la protesta: i cittadini hanno contattato il sindaco Fulvio Briano, il quale ha annunciato di voler chiedere spiegazioni a chi di competenza, cominciando dalla Polizia Telematica.

L’IPTV incalza la tv tradizionale

 Fonti televisive alternative? Anche in Italia si può! Oltre alla tv tradizionale ormai in dirittura d’arrivo con l’avvento del digitale terrestre e la satellitare, nel nostro Paese sta sempre più prendendo piede l’IPTV (Internet Protocol Television), la televisione diffusa attraverso la fibra ottica, settore dove a primeggiare è indubbiamente il marchio Fastweb che ha di recente registrato ricavi in crescita a 918,8 milioni (+13% sul primo semestre 2008) mentre l’utile è a 17,9 milioni contro la perdita di 14,9 milioni della gestione industriale nei primi sei mesi 2008.

Ottime notizie per l’amministratore delegato Stefano Parisi il quale ha annunciato a Il Messaggero che è imminente il lancio sulla piattaforma da lui diretta dei contenuti Mediaset Premium: “Con un unico set top box, che può servire anche da decoder per il digitale terrestre – spiega Parisi – potremo così offrire tutti i canali nazionali (Rai, Mediaset e La7) in qualità digitale e i canali gratuiti del digitale terrestre. Inoltre, tutto Sky e l’offerta Premium di Mediaset, il video on demand e i nostri contenuti. Siamo gli unici, in questo momento”.

Altra esempio di tv a banda larga è Alice di Telecom Italia competitiva ma in tono minore rispetto ai diretti concorrenti di Fastweb, in entrambi i casi i due principali competitor del settore devono vedersela con l’ arretratezza delle strutture in cui langue da illo tempore il nostro Paese. Qualche giorno fa la Commissione UE ha pubblicato un nuovo rapporto che analizza la diffusione della banda larga e le abitudini della nuova generazione digitale in Europa, i risultati mostrano come dal 2005 ad oggi l’ Europa sia diventata il continente numero uno al mondo, in proporzione agli abitanti, per i collegamenti a banda larga e per il numero di abbonati ai servizi della rete mobile.

Le soap opera sono in crisi?

 Correva l’anno delle telenovelas, ricordate? Era all’incirca il 1982 quando la prima produzione sudamericana (La schiava Isaura) approdava sugli schermi di Rete 4 non ancora sotto gestione Mediaset, dando il via anche nel nostro Paese ad una tendenza, quella dei programmi a lunga serialità, che avrebbe coninvolto entro breve tempo interi canali come l’allora Rete A.

Dai soggetti e interpretazioni approssimative, le telenovelas (composte da circa 200 episodi) incontrarono i favori del pubblico nostrano per più di un decennio, per poi tornare in forma più dimessa ad occupare gli stessi orari di nicchia degli esordi, ad oggi non c’è traccia dei fasti di quel periodo ma gli amanti del genere hanno modo di apprezzare su Beautiful che a distanza di quasi vent’anni dalla prima messa in onda italiana su Raidue per poi passare su Canale 5, continua ad ottenere un’audience più che lusinghiera.

Serie tv, quanto prendono gli attori italiani? Da Luca Zingaretti a Lorenzo Flaherty, da I Cesaroni a Un medico in famiglia

Stamattina su Serietivu avevamo pubblicato un post in cui riportavamo i guadagni degli attori americani per girare una singola puntata di una serie televisiva. La classifica vedeva in testa Charlie Sheen con 875 mila dollari di cachet a puntata per Due uomini e mezzo (Two and Half men), davanti a Kiefer Sutherland, star di 24, con 550 mila dollari a puntata.

Tv Sorrisi e Canzoni ha provato a scoprire quanti soldi intascano gli attori italiani per la fiction nostrana, compito ben più arduo se si pensa che negli States i cachet vengono resi pubblici, mentre in Italia sono tenuti accuratamente nascosti: secondo il settimanale gli attori che guadagnano di più sono quelli più amati dal pubblico, da Raoul Bova a Sabrina Ferilli, da Lino Banfi a Claudio Amendola, fino a Luca Zingaretti che incassa tra i 200 e i 300 mila euro a film.

Carlo Degli Esposti, il produttore de Il commissario Montalbano, assicura che i soldi sono ben spesi:

Internet, la nuova frontiera della televisione?

 Il futuro della televisone è già qui! Sembrerebbe uno dei tanti slogan utilizzati per pubblicizzare il digitale terrestre, in realtà la Tv intesa come veicolo di innovazione tecnologica si sta già attrezzando per travalicare i confini del Dtt che sembra aver dimenticato una delle caratteristiche tanto decantate agli esordi oltre alla varietà dei canali (ancora scarsa a dir il vero) e la qualità dell’immagine, parliamo dell’interattività.

Secondo la francese Alcatel: “La nuova televisione è sempre più interattiva e su misura. Può avere propri contenuti da condividere nella propria community, per poter chattare e mandare icone e fotografie ai propri amici o per interagire con la TV e partecipare alle trasmissioni preferite, a quiz e interviste”. Non dimentichiamo inoltre l’offerta sul cellulare, con la Tv mobile in S-band, che utilizza le frequenze satellitari su protocollo DVB-H (Digital Video Broadcasting – Handheld).

I detrattori della tv come la intendiamo ancora oggi, sono pronti a giurare che sarà la rete a raccoglierne nei prossimi anni l’eredità. Secondo un’altro produttore d’eccellenza Ericsson la tv del futuro dovrebbe essere: “personalizzata, ad alta definizione, sempre raggiungibile e a costi accessibili”. Entro 8 anni il mercato della tv digitale dovrebbe quintuplicare il suo volume di affari raggiungendo i 500 miliardi di euro. Ma questo sviluppo è legato alla diffusione della banda larga e il nostro Paese in questo settore, è il fanalino di coda dell’Europa. Proprio l’alta definizione è la scommessa su cui i canali satellitari, Sky in particolare qui da noi, hanno puntato per ingolosire i clienti restii ad abbonarsi.

Paese che vai Tv che trovi, in Italia è troppo volgare?

 Ogni pubblico ha la tv che si merita? La risposta dovrebbe essere affermativa, considerate le condizioni precarie in cui riserva il piccolo in schermo da diversi anni, dove col termine precario ci si riferisce alla qualità in continua discesa dei programmi e relativi contenuti. C’è chi riconduce il processo di decadimento della tv in Italia, alla nascita delle emittenti commerciali e alla loro necessità di fare cassa, un appiattimento verso il basso da cui neanche la Rai è immune ma che anzi nel tempo ha visto la Tv di Stato uniformarsi alle esigenze di mercato, assumendo di fatto le sembianze degli allora rivali (lo sono ancora?).

Tracciamo una breve cronologia delle dichirazioni che negli anni si sono susseguite nell’avvalorare la tesi che l’imbarbarimento televisivo sia un dato di fatto. Nel 1992 Giorgio Gori allora direttore di Canale 5 afferma:”La tv è un eccezionale specchio sociologico: andiamo in giro per le case degli italiani e scopriremo che la televisione non è altro che un’ immagine fedele del Paese“, dichiarazione che ci sentiamo di condividere. A favore della tesi che la tv è cambiata e non in meglio personaggi da cui non ci si aspetterebbe, per ovvi motivi, simili commenti come Valeria Marini che nel gennaio 1999 dichiara: “Tv volgare, si poteva evitare nelle feste di Natale. Meglio lo show tradizionale, Baudo e Mike. Vorrei tornare ai tempi di Canzonissima“, quell’anno Domenica In aveva proposto con relativa scia di polemiche un balletto di ragazze a seno nudo.

Mistero, sono più credibili gli ascolti delle storie?

Mistero, la trasmissione alla ricerca di risposte, condotta da Enrico Ruggeri ogni mercoledì sera su Italia 1 sta volgendo al termine: settimana prossima andrà in onda l’ultima puntata.

I risultati in termine d’ascolto sono abbastanza buoni (dipende dal caso trattato. Ad esempio con la storia di Giovanna e del feto alieno ha fatto il boom), tanto che alcuni vorrebbero la promozione del programma su Canale 5. Assai improbabile. Quel che è certo, invece, è che le storie di fenomeni inspiegabili e di extraterrestri, i racconti di fatti soprannaturali e paranormali, torneranno su Italia 1 già nella prossima stagione.

Luca Zaia vuole una Rai dialettale, che chiuda ai gay

La televisione statale secondo Luca Zaia. Il ministro delle politiche agricole, il leghista Luca Zaia, intervistato da Klaus Davi, parla di televisione e, dopo aver attaccato Raitre (“Un canale fortemente ideologizzato”, si dedica “Al dibattito autoreferenziale della sinistra”), propone alcuni cambiamenti per la tv di stato, a partire da Raitre che si dovrebbe regionalizzare introducendo il dialetto (non si potrebbe fare un canale totalmente dedicato ai dialetti sul digitale terrestre invece? N.D.R.).

Le idee proposte, che farebbero schizzare a livelli molto significativi gli ascolti (almeno secondo colui che le sostiene) sono: presentare un programma in dialetto, magari quelli dove si presenta la territorialità e i prodotti tipici, perché:”I piatti spiegati con l’idioma locale avrebbero altro gusto rispetto all’italianizzazione dei nomi di quei prodotti”; estendere la cultura dialettale anche ai programmi di prima serata; puntare sulle fiction in dialetto sottotitolate in italiano:“La fiction deve essere un canale anche attraverso il quale viene promossa la cultura regionale. Abbiamo la necessità di nobilitare tutte le lingue locali.”.

I no arrivano un po’ da ogni parte: Italo Bocchino, presidente vicario dei deputati PdL definisce la proposta di Zaia “Un’autentica fesseria, da classificare come una boutade estiva, senza alcuna possibilità di applicazione”; sempre del PdL Anna Maria Bernini dice:”La lega, di questi tempi si diletta a misurarsi con il paradosso estivo”; Giorgio Merlo del Pd:”La tv pubblica non è secessionista. Zaia confonde ferragosto con carnevale”; Francesco Storace:”Zaia farebbe bene a dare uno sguardo più attento a quello che succede nel suo dicastero”. Contrari anche gli attori tra cui Lando Buzzanca (“Sono sciocchezze inutili”) e Nancy Brilli (“E’ una provocazione che non so dove voglia portare”).

Le suore pregano per migliorare la tv. Riuscirà il miracolo?

La televisione è sempre più trash e sempre più schiava di ascolti e di logiche commerciali. Per questo motivo 750 suore di clausura hanno deciso di pregare oggi Santa Chiara, la fondatrice del loro movimento e soprattutto patrona della tv da 51 anni.

La preghiera collettiva supplicherà la santa di rendere registi, attori e quanti lavorano nel settore più consapevoli del ruolo educativo che ricoprono. Spiega il presidente del Club Santa Chiara Marco Palmisano:

Le suore non vedono la tv ma sanno ascoltare chi la guarda. Parlando con i fedeli si rendono conto di quanto i modelli culturali e comportamentali della televisione influiscano sulla vita delle persone.

Tg Rai e lottizzazione, nomi nuovi politica vecchia

 Assimilazione” un termine ricco di significati, uno in particolare ha attirato la nostra attenzione tratto dal Glossario dell’educazione interculturale di Aluisi Tosolini: “La logica dell’assimilazione nega le differenze considerandole un elemento negativo da neutralizzare, un dato a cui rinunciare pena il mancato inserimento nella società. Secondo il progetto assimilativo solo l’altro deve cambiare e lasciarsi assorbire nella cultura ospitante adattandosi ad essa”. Qualcosa del genere sta avvenendo in Rai alla luce delle recenti nomine per il Tg1, un termine “assimilazione” che fa perfettamente il paio con “lottizzazione”.

Da tempo immemore potremmo dire, ma molti lo ricordano bene, la Rai non è immune dalle logiche politiche che vedono i partiti dividersi le poltrone della tv di Stato in base alla valenza dettata dal verdetto delle urne, vezzo poco elegante divenuto di recente addirittura sfacciato.

Pensare che alla vigilia delle nomine, Giorgio Merlo, deputato di area Pd e vice presidente della commissione di vigilanza Rai aveva dichiarato:“Tutti sappiamo che la credibilità del servizio pubblico radiotelevisivo deriva anche dai criteri che accompagnano la nomina dei suoi dirigenti a cominciare dai direttori di reti e di testate giornalistiche. E il metodo della ‘condivisione’ da parte del Cda, come ci ricorda giustamente il presidente Garimberti, è indubbiamente un fatto positivo e da apprezzare”.

Supercoppa Italiana raccontata dallo studio, Carlo Nesti si scusa con i telespettatori

Ha fatto molto discutere in questi giorni la scelta della Rai di trasmettere in diretta la finale della Supercoppa Italiana di Calcio tra Lazio e Inter, senza alcun telecronista in collegamento dallo stadio di Pechino.

Il neodirettore di RaiSport Eugenio De Paoli aveva già spiegato che la decisione di far eseguire il racconto di Carlo Nesti e Salvatore Bagni, On tube, ovvero seduti davanti ad uno schermo in uno studio di Viale Mazzini, è stata causata dai problemi di budget che ha la Rai, oltre che dall’orario della messa in onda.

Oggi Carlo Nesti, dalle colonne de La Gazzetta dello sport, ha spiegando le difficoltà incontrate nel raccontare la partita e ha chiesto scusa agli spettatori:

Telegiornali: crolla il numero dei servizi sulla criminalità. Perché?

La criminalità è diminuita? Stando alle ultime statistiche sembrerebbe proprio di si. Ciò che è calata di sicuro, e in maniera sensibile, basandosi sul report dell’Osservatorio di Pavia su Sicurezza e media (curato da Antonio Nizzoli) è l’attenzione dedicata dai telegiornali alla criminalità: sulle sei reti principali, le tre della Rai e le tre di Mediaset, i servizi sui crimini sono passati dai 3500 del secondo semestre del 2007 ai 2500 del secondo semestre del 2008, fino a meno di 2000 nel primo semestre del 2009.

Come fa notare Repubblica.it se i fatti criminali sono scesi di 8 punti in un anno, le notizie sono diminuite del 20% rispetto a dodici mesi fa e quasi del 50% rispetto al secondo semestre del 2007. Nel caso dei due principali telegiornali, il Tg1 e il Tg5 si passa rispettivamente da 600 a 300 e 900 a 400 servizi sulla criminalità dal secondo semestre 2007 al primo del 2009.