Claudio Brachino si è scusato per lo stravagante servizio sul giudice Mesiano andato in onda qualche giorno fa: il giornalista all’interno di Controcanto, la rubrica di Mattino Cinque (il video dopo il salto), ha prima contestato gli insulti ricevuti e accettate le critiche, poi, invece di andare a braccio ha iniziato:
Chi mangia fa molliche, dicevano i vecchi giornalisti. Questo significa che tra i tanti servizi trasmessi da una testata, ci si concentra su quelli un po’ più sfortunati. E il servizio andato in onda giovedì scorso sul giudice Mesiano non appartiene di certo alla categoria dei capolavori. Di questo me ne assumo come direttore tutte le responsabilità. Sul merito di un singolo servizio si può discutere all’infinito. Questo fa parte della libertà di critica come fa parte della libertà di stampa criticare un magistrato. Se alcuni termini usati nel testo hanno offeso Mesiano, io mi scuso con lui. A me le scuse non fanno paura. Per me, la sensibilità di una persona viene prima del ruolo sociale e delle discussioni legittime sul diritto di cronaca e del diritto alla privacy. Mi impegno dunque a non trasmettere più quelle immagini, cosa che però dovrebbe fare anche chi indignato mi critica e che indignato le ritrasmette in continuazione, dalla Sky di Murdoch a Raitre, trasformando il rimedio in qualcosa di più grave, secondo me, della malattia.
Rispondendo alle accuse di strumentalizzazione, Brachino aggiunge: