Tv, i bambini preferiscono I Cesaroni, gli adolescenti I Simpson, male Grande Fratello

Dal decimo Rapporto annuale Eurispes-Telefono Azzurro, attraverso un’analisi sul rapporto tra giovani e hi tech, è emerso che sono numerosi i problemi che stanno nascendo, dal cyber bullismo che sta dilagando, ai bambini oramai tv e telefonino dipendenti, fino ai giovani che preferiscono Facebook al Grande Fratello. La ricerca è stata condotta su un campione di 1373 questionari, ed è stata analizzata e illustrata la generazione di oggi, ed il suo rapporto con tutto ciò che è tecnologia.

Nel 2009 1/5 degli adolescenti ed ¼ dei bambini hanno subito atti di bullismo, ed ognuno di loro ha reagito diversamente: un 22% dice al bullo di smettere, un 19,8% non reagisce alle minacce, un 22,6% chiede aiuto ad altri ed il 9,2% parla con i genitori.

Lo strumento tecnologico più usato dagli adolescenti dai 12 ai 19 anni è il televisore (solamente il 3,1% non lo guarda), poi il pc e il telefonino. Per quanto riguarda la tv, i programmi preferiti dai ragazzi adolescenti sono I Simpson con il 18,1%, Amici di Maria De Filippi con il 12,6%, I Cesaroni con il 12,4%, X Factor con il 3,7% e il GF è sceso tantissimo, passando all’ultimo posto con il 2,6%. Per quato riguarda i bambini dai 7 agli 11 anni, il 44% guarda la tv, un 31% dalle 1 alle 2 ore al dì, un 13,5% dalle 2 alle 4 ed i programmi preferito sono I Cesaroni con il 17,7%, i Simpson con il 15,35%, Paperissima con il 9,6%, Amici con il 9,3% e Dragonball con l’8,3%.

Mediaset contro la Digital Key di Sky: presentato esposto all’Antitrust

Mediaset e Sky, la guerra continua: la società del biscione ha presentato un esposto all’Antitrust contro la Digital Key. Il motivo è spiegato in una nota di Cologno Monzese:

Mediaset ha presentato un esposto all’Autorità Antitrust in relazione alla Digital Key annunciata da Sky Italia. La distribuzione da parte di Sky di questa chiavetta, secondo Mediaset, è contraria alla normativa comunitaria e nazionale in materia di concorrenza e costituisce una violazione degli impegni assunti nel 2003 da Newscorp in occasione della concentrazione delle attività di Telepiù e Stream. Le norme antitrust, infatti, non consentono a un’impresa dominante di ostacolare l’ingresso sul mercato di concorrenti mediante vendite abbinate o aggregate dei propri prodotti. Il fine della Digital Key – che non consente l’accesso nè ai servizi interattivi nè ai contenuti a pagamento – è quello di frenare la diffusione sul mercato di decoder che consentano di ricevere i programmi a pagamento e i servizi interattivi di altri operatori. Il tutto evidentemente a danno dei consumatori che vedranno così limitata la loro possibilità di scelta a livello di offerta e di contenuti. Infine Sky contravviene all’impegno di “non intraprendere ulteriori attività di DTT, nè come rete nè come operatore al dettaglio”, almeno fino alla fine del 2011. Con la Digital Key utilizzerà l’offerta del Digitale Terrestre – che avrebbe dovuto costituire l’alternativa al suo monopolio – come strumento di ulteriore rafforzamento di tale monopolio. E questo sarebbe un risultato paradossale.

Switch off a Roma: insorgono le associazioni dei consumatori

Come è andato lo switch off da analogico a digitale terrestre a Roma? Secondo alcuni, come il ministero, bene, secondo altri, i consumatori in particolare, male (anche a Palazzo Chigi da ieri mattina, in tutte le tv della Presidenza del Consiglio, non sono visibili i canali Rai e Mediaset!). Partiamo dai dati certi: al numero verde del ministero per lo Sviluppo Economico dipartimento per le Comunicazioni alle 15 erano già arrivate circa 46000 telefonate (il 90% per assistenza per la risintonizzazione del decoder). Le proteste, però, sono più numerose.

L’associazione dei telespettatori cattolici Aiart, per voce del suo presidente Luca Borgomeo, fa sapere:

Troppi disagi per la popolazione, soprattutto quella anziana. Il passaggio al digitale è una grande rivoluzione, ma l’informazione alla cittadinanza doveva arrivare prima. La conseguenza è che la gente ha dovuto spendere soldi per acquistare il decoder, alcuni di loro hanno dovuto cambiare l’antenna e le vendite di televisori sono schizzate. Senza dubbio è aumentato il numero dei canali, ma sicuramente il digitale terrestre si è rivelato un’enorme possibilità di business per chi lavora nel settore tecnico della tv.

Sanremo 2010 apre al dialetto: opinioni favorevoli e contrarie

Al Festival di Sanremo 2010 saranno ammesse le canzoni in dialetto: la proposta fatta l’estate scorsa dal Presidente del Consiglio Comunale Marco Lupi, secondo indiscrezioni de La Repubblica e del Corriere della Sera, è stata accettata (la conferma dovrebbe arrivare lunedì). Nell’articolo sei del regolamento è stata inserita una clausola che autorizza la partecipazione delle canzoni in dialetto nella competizione canora, in quanto, si precisa, che si considerano appartenenti alla lingua italiani, quali espressioni di cultura popolare, anche le canzoni in lingua dialettale.

Soddisfatto Marco Lupi che ha affermato (fonte AGI):

l’importanza delle lingue territoriali, è stata sottolineata anche da artisti di fama nazionale e in una rassegna canora nazional popolare come il Festival di Sanremo, sono certo che l’introduzione del dialetto sarà in grado di aumentare il livello culturale e artistico dell’evento. In questi mesi mi sono sentito parecchie volte con Mazzi e sono contento che sia stata sottolineata l’importanza delle cosiddette lingue municipali.

Zecchino D’Oro 52: Tortorella non ci sarà perché ha fatto causa all’Antoniano

L’altro giorno, parlando del rischio chiusura per lo Zecchino d’oro vi avevamo anticipato la polemica tra Cino Tortorella e la Rai sulla sua mancata riconferma alla conduzione del programma. Il mitico Mago Zurlì si è sfogato in sede di conferenza stampa (fonte Il giornale):

Lo Zecchino d’Oro l’ho inventato io, prima ancora che arrivassero i frati dell’Antoniano di Bologna. L’ho guidato per cinquantadue anni. E ora un capostruttura Rai mi viene a dire che sono sorpassato!

Antonio Azzalini, capostruttura della Rai ha ribattuto:

Enzo Iacchetti rifiutò Sky, ma ad agosto …

Enzo Iacchetti qualche anno fa stava per abbandonare il bancone di Striscia la notizia, da dove ogni sera ci regala sorrisi insieme al suo compagno di merende Ezio Greggio, per approdare a Sky. A raccontarlo è Enzino (fonte A):

Sky mi ha offerto un’alternativa importante. Ho avuto un colloquio importante, ma non me la sono sentita, mi offrivano denaro e spazi ma mi pagavano per portarmi via da Canale 5, non perché volevano davvero puntare su di me. Insomma, io avevo questo dubbio. Allora sono andato in azienda e ho fatto la mia controproposta: fatemi fare Striscia solo tre mesi all’anno e resto. E così è stato.

Il conduttore, però, non chiude le porte alla rete satellitare e nemmeno alla Rai, anche perché ad agosto gli scade il contratto con Mediaset:

Rai, contratto di servizio 2010-2012: la libertà sarà subordinato a terzi?

Secondo il Fatto Quotidiano nel nuovo contratto di servizio della Rai 2010-2012 la libertà della Rai sarà subordinata al controllo di un comitato esterno all’azienda e selezionato su parere del ministro dello Sviluppo Economico. L’Articolo 3 al punto 31 recita:

Il sistema di valutazione della qualità dell’offerta dovrà essere realizzato sulla base degli appositi indicatori previsti dal contratto di servizio e dovrà essere sottoposto alla vigilanza di un organismo esterno, composto da esperti qualificati in materia, scelti dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni d’intesa con il ministero e nominati dalla Rai.

L’avvocato Domenico d’Amati, consulente di diritto del lavoro, dice:

Anche le Meteorine di Fede dovranno uscire dall’ufficio casting Mediaset

Anche per fare le Meteorine al Tg di Emilio Fede d’ora in poi dovranno essere provinate dall’ufficio casting Mediaset.

In realtà l’azienda del biscione ha mandato una circolare interna a tutto il mondo delle News spiegando che attraverso l’ufficio del personale si cerca di controllare la qualità delle figure femminili e maschili che vengono inseriti nei programmi, ma molti hanno letto questo messaggio come rivolto a Fede, visto che lui seleziona da solo le ragazze che illustrano le previsioni del tempo.

Fede, che vorrebbe mantenere il controllo sulla selezione del ruolo che ha creato lui nel 2003, fa sapere (fonte Corriere della Sera):

Lo Zecchino d’oro rischia di chiudere e il Mago Zurlì quest’anno non ci sarà. Cosa succede a Bologna?

L’edizione di quest’anno de Lo Zecchino d’Oro, la cinquantesima per esattezza, potrebbe essere l’ultima: a quanto pare il centro di produzione dell’Antoniano di Bologna non naviga in buone acque. Stefano Gragnin, il portavoce della Fistel (il sindacato dei lavoratori dello spettacolo) fa sapere:

Non ci sono contratti da gennaio e si paventa l’ipotesi di cassa integrazione per i dipendenti.

L’attività del centro di produzione è passato da 200 ore nel 2001 alle sole 15 attuali. Per ora sono certi, oltre alla manifestazione canora dedicata ai più piccoli, lo Speciale di Natale e l’ultima registrazione di Music Gate, poi più nulla. Gragnin ricorda l’importanza culturale della manifestazione:

Editoriale Tg1, Minzolini auspica ritorno dell’immunità parlamentare e scoppia la bufera politica

Scoppia un nuovo caso politico intorno all’editoriale del direttore del Tg1 Augusto Minzolini, che ieri sera ha auspicato il ritorno dell’immunità parlamentare (l’abolizione è un vulnus alla costituzione, ha rotto gli equilibri tra i poteri) e ha attaccato il giudice Ingroia (il video dopo il salto), concludendo:

Ora c’è da auspicare che quel vulnus al di là delle dispute nominali … sia sanato.

La sua presa di posizione, fin troppo schierata, ha scatenato polemiche tra la destra a sinistra. Rosy Bindi commenta (fonte Agi):

Il direttore del Tg1 con un suo editoriale ha dettato agli italiani la linea sulla giustizia. Siamo esterrefatti! Il direttore del Tguno deve smettere di spiegare agli italiani che il presidente del Consiglio ha ragione. Non è questo il ruolo dei giornalisti del servizio pubblico, men che meno di un direttore di testata. Il Parlamento sarà anche pieno di magistrati ma la Rai è soffocata dai portavoce di Berlusconi. Siamo certi che il presidente della Commissione di Vigilanza Rai saprà esercitare il proprio ruolo di garanzia a tutela dei diritto dei cittadini ad essere informati correttamente e a non subire la propaganda del governo.

Daniele Capezzone, portavoce del Pdl, ha replicato:

Piero Marrazzo potrebbe tornare in RAI

Piero Marrazzo, l’ex presidente della Regione Lazio, travolto dallo scandalo trans (vittima del ricatto video-trans-cocaina), potrebbe tornare a lavorare in Rai.: l’ex conduttore di Mi manda Raitre, stando a quanto riporta il Corriere della sera, al momento della decadenza delle cariche ricoperte, avrebbe diritto a un incarico non inferiore a quello ricoperto in precedenza (dunque non meno di conduttore).

L’ipotesi più probabile, però, per evitare qualsiasi imbarazzo e difficoltà, potrebbe essere per Marrazzo di prendersi delle ferie arretrate o presentare un certificato medico.

Tv rende violenti i bambini

Secondo un recente studio condotto dalla University of Albany ed altre Accademie Americane, i bimbi di tre anni passano la maggior parte del loro tempo di fronte al televisore, ed a causa di questa loro dipendenza, hanno dei comportamenti aggressivi.

Insomma, più il bambino guarda la televisione, più diventa aggressivo, pensate che basta solo che il bambino stia a giocare per i fatti suoi, con un sottofondo televisivo, che l’aggressività agisce.

Jennifer Manganello dell’Università di Albany ha detto:

I genitori dovrebbero essere accorti per quanto riguardo il consumo di tv. Dovrebbero porre un limite al tempo che i bimbi trascorrono davanti alla tv, prestare attenzione ai programmi che passano, e riflettere su come la televisione venga consumata in generale a casa

Gossip Girl bocciata dal Moige: ad ottobre Italia 1 rete Out, La7 rete in

Gossip Girl non è solo un problema americano (lunedì negli States andrà in onda una puntata in cui ci sono scene di sesso a tre), ma anche italiano: il Moige ha definito Italia 1 rete out del mese di ottobre a causa della serie tv americana che proponeva contenuti non adatti alla fascia protetta.

La motivazione della bocciatura di Gossip Girl, che si trova nel report del Moige, è veramente spettacolare e voglio riportarvela:

Serie di telefilm che ha per protagonisti adolescenti appartenenti a ricche famiglie di New York. Gli episodi descrivono la vita quotidiana di questi ragazzi che tra college (ma non si vedono quasi mai studiare), costosi locali di ritrovo per giovani (dove bevono spesso anche alcolici) e camere da letto (dove stanno prevalentemente sdraiati), trascinano la loro adolescenza tra droga, alcol, sesso, senza progettualità sul proprio futuro e senza ideali. Litigi e tradimenti, atti di bullismo e slealtà, una diffusa assenza di senso morale costituiscono i contenuti e le scene della serie che, nonostante l’ambientazione e le storie di giovani, non è loro adatta.

Raitre: Paolo Ruffini, mercoledì silurato, difende il suo operato

 Molto probabilmente da mercoledì prossimo Paolo Ruffini non sarà più direttore di Raitre: ieri il direttore generale della Rai, Mauro Masi ha telefonato a Ruffini per avvisarlo che il suo mandato sta per terminare e già al prossimo consiglio di amministrazione potrebbe essere sostituito da uno tra l’ex direttore del Tg3 Antonio Di Bella e il direttore di RaiEducational Giovanni Minoli.

Il motivo del suo allontanamento, nonostante gli ottimi risultati che ha fatto registrare in termini d’ascolto, sarebbe il più stupido del mondo: lui è vicino a Dario Franceschini che ha perso al congresso del Pd, mentre Di Bella potrebbe essere sponsorizzato dal neo segretario Bersani.

Ruffini, a cui potrebbe essere proposta la direzione di RaiCinema o quella di RaiNews24, intervistato da Repubblica fa sapere: