Il teatro dell’assurdo, Mediaset sponsorizza YouTube?

 Si dice che per conoscere il diavolo bisogna andarci a cena: alla luce dei recenti fatti che vedono protagonista dell’insolito convivio da una parte il Governo sotto forma di decreto Romani (in discussione in queste ore alla Camera) che dovrebbe tra l’altro dettare nuove regole su internet e dall’altra il colosso Google proprietario di YouTube da più parti accusato di ledere il diritto di copyright. Bisognerebbe stabilire intanto chi cela sotto mentite spoglie l’aspetto demoniaco, perché alla miope attenzione dell’opinione pubblica italiana si sta consumando uno scandalo non da poco all’insegna del più bieco business.

Che internet stia sullo stomaco ai Governi incluso il nostro non è una novità, già nel 2008 quando l’Italia si apprestava a ricoprire per la terza volta la presidenza del G8 il premier, Silvio Berlusconi dichiarava: “Il G8 ha già come compito la regolazione dei mercati finanziari in tutte le nazioni; ho visto che per quanto riguarda internet manca una regolamentazione comune. Porteremo sul tavolo una proposta internazionale, essendo internet un forum aperto a tutto il mondo.” Regolamentare o se volete imbrigliare sotto una qualsivoglia legge un canale d’espressione che fa della libertà la sua migliore prerogativa.

Moige: a gennaio Canale 5 rete out, Grande Fratello ha toccato il fondo senza vergogna

Secondo l’Osservatorio Tv del Moige (Movimento Italiano Genitori) la rete meno gradita dai genitori è Canale 5 a gennaio, ancora una volta a causa del Grande Fratello. Cito il comunicato stampa:

ha toccato definitivamente il fondo con una bestemmia pronunciata da uno dei concorrenti eliminato solo dopo molti giorni, con una puntata creata ad arte per sfruttare l’accaduto e cercare così sempre il favore dell’auditel. Gravissimo il silenzio della rete e gravi anche i tentativi fatti per cercare di giustificare l’episodio pur di non perdere uno dei concorrenti di spicco nonostante le proteste dei telespettatori e le denunce di molte associazioni, tra cui quella del Moige presentata direttamente al Prefetto di Roma. Molte, inoltre, le segnalazioni arrivate all’Osservatorio Media del Moige relative ad un’altra bestemmia pronunciata durante il programma e mai punita dagli autori: i video che proverebbero l’accaduto, però sono stati rimossi rendendo così impossibile presentare una nuova denuncia alle autorità competenti.

L’accusa rivolta al reality di canale 5 è molto pesante: secondo il Moige il GF non prova vergogna per le volgarità, le scene di violenza e il linguaggio inappropriato e offensivo che propone, solo per poter scalare le vette degli ascolti.

Sanremo 60, Antonella Clerici non basta

 Festival di Sanremo fermata numero 60, un’importante genetliaco che dovrebbe indicare a tutti gli effetti lo stato di salute della kermesse canora più famosa d’Italia, dall’incedere incerto negli ultimi tempi e pericolosamente a rischio caduta. Lo sanno bene i vertici Rai, in primis il direttore di rete Mauro Mazza che di recente si è affrettato a commentare, esorcizzando ogni possibile timore:” Constatiamo con piacere di essere in vantaggio rispetto al concorrente più diretto (Canale 5), che mi risulta essere già in periodo di garanzia”, consapevole Antonella Clerici su cui Mazza afferma di “non avere alcun dubbio. Non c’era una rosa di nomi da cui scegliere ma solo uno: Antonella Clerici”, forse perché non si è trovato nessun altro disposto a sobbarcarsi la responsabilità di un disastro tanto temuto quanto annunciato.

A due settimane dall’esordio la tensione è palpabile, il timore della debacle concreto. Nelle ultime edizioni, ancora ben chiara abbiamo la fallimentare 2008 con Pippo Baudo, il fantasma del Festival si aggirava sempre più cupo nei palinsesti Rai, situazione impensabile fino a pochi anni prima quando in occasione della settimana sanremese cinema e teatri facevano la fame per mancanza di pubblico. Poi è arrivato un certo Paolo Bonolis il quale con una robusta iniezione ricostituente ha fatto si più volte (nel 2005 proprio con la Clerici e l’anno scorso) che il malato terminale venisse miracolato.

Decreto Tv verrà modificato, ma non su Pay Tv

 Il sottosegretario alle Telecomunicazioni Paolo Romani ha annunciato che tra martedì e venerdì verranno effettuati dei cambiamenti al decreto tv. Il viceministro lo ha rivelato durante un dibattito organizzato da Sky Tg24 (fonte Ansa):

Le probabili modifiche riguarderanno il cinema, ma faremo chiarezza anche per quanto riguarda il web.

Il ministro ribadisce che non cambierà la norma che prevede la riduzione del tetto di affollamento pubblicitario sulle emittenti a pagamento dal 18 al 12% (fonte Reuters):

Sky 3D, in Inghilterra la rivoluzione tv parte dal calcio

La rivoluzione del 3D che ha riportato al cinema numerosi spettatori (vedi successo mondiale di Avatar), sta per colpire anche la televisione: Sky si sta preparando a lanciare un canale in 3D, già da aprile! (fonte DDay.it)

Inizialmente (ovviamente) la novità in tre dimensioni non riguarderà l’Italia: il canale satellitare proporrà l’aggiornamento gratuito in Inghilterra a tutti i possessori di Sky+HD . L’unico requisito per accedere alla tecnologia è quello di possedere un decoder e una Tv 3D.

La programmazione del canale varierà (dato che ancora non ci sono tanti contenuti nel nuovo formato), proponendo film, concerti, documentari e lo sport, che dovrebbe fare da traino al 3D, dato che i mondiali di calcio del Sudafrica saranno ripresi e trasmessi nel nuovo formato, così come alcune partite della Premier League (questa settimana il big match Arsenal – Manchester United) e il Sei nazioni di rugby.

Arrivano le elezioni, cambiamo lo switch off 2010!

 Consentiteci d’essere un po’ arrabbiati, soprattutto quando i fatti confermano quello che già appariva inoppugnabile e il tempo si rivela arbitro super partes di fronte alle scellerate decisioni del genere umano. Dopo l’articolo dello scorso 1 dicembre eccoci tornare sull’argomento digitale terrestre, ci ritroviamo a denunciare l’eccessiva fretta con cui il Governo ha deciso di convertite in alcune aree geografiche tra cui il Piemonte Occidentale, buona parte del Lazio e della Campania il segnale analogico e di come i soliti inermi ma anche letargici cittadini abbiamo dovuto subire tutta una serie di evitabili disservizi.

Niente di grave” le maestranze annunciavano, “un passaggio non certo indolore ma meno traumatico del previsto” commentavano altre fonti. Ora veniteci a spiegare come mai nel momento in cui lo switch off si preparava ad interessare le ricche regioni del nord, si è deciso di cambiare le scadenze spostando le stesse a settembre. Per la cronaca, onde evitare ogni possibile obiezione, lo switch off previsto a primavera in Lombardia e nel resto del Piemonte si è tramutato in switch over con il passaggio entro il 18 maggio di Raidue e Retequattro a cui seguiranno solo a settembre il resto dei canali.

Due pesi e due misure da parte del Governo che in questo modo ha ammesso non troppo velatamente d’aver sbagliato nel disporre a tutti costi e in breve tempo, rispetto a una ipotizzabile tabella di marcia più blanda, l’utilizzo di un’unica tipologia di trasmissione in determinate aree geografiche.

Tv, I sacerdoti preferiscono Monica Setta e Maria Annunziata, i tg e i programmi d’approfondimento

Affari Italiani ha promosso un curioso studio che oggi vi riportiamo: il quotidiano online ha domandato, ad un campione di 500 sacerdoti, i nomi delle conduttrici più apprezzate.

Il risultato parla chiaro: Monica Setta ha vinto con il 51% delle preferenze battendo Lucia Annunziata, seconda con il 44%. Lorena Bianchetti, che ha condotto A sua immagine, programma realizzato in collaborazione con la Conferenza Episcopale Italiana, fino al 2005, è solo quinta alle spalle della giornalista sportiva, sobria, rassicurante e obiettiva Paola Ferrari, terza al 36% e a Federica Sciarelli, quarta al 29%. A seguire Paola Saluzzi (17%), Caterina Balivo (15%) e Federica Panicucci (4%).

I sacerdoti hanno eletto come genere di programmi che seguono di più, con il 38% delle preferenze, il telegiornale (il Tg2 davanti a tutti, batte l’edizione del mattino del Tg5 e la rubrica domenicale del Tg3 Persone), poi l’approfondimento giornalistico (in particolare quello di Bruno Vespa, Maurizio Costanzo e Alessio Vinci), con il 23% delle preferenze, e lo sport (calcio, ma anche formula uno e motociclismo) con il 18% delle preferenze. Chiudono i documentari (14%) e Talk Show (5%).

Le liti in tv portano a crisi di coppia

La televisione trash può portare le coppie italiane allo sfascio: secondo i risultati raccolti dall’Associazione Donne e Qualità della Vita, su un campione di 560 telespettatori tv tra i 18 e i 65 anni, il 26% rischia di lasciarsi a causa dei continui tentativi, volontari e involontari, di imitare i litigi della tv generalista.

Gli esperti consigliano alle coppie di scegliere insieme il programma da guardare, preferendo quelli contraddistinti da toni più pacati (che si trovano soprattutto nelle offerte satellitari), evitando i talk show rissosi e i reality show.

Un altro elemento destabilizzante nell’equilibrio della coppia teledipendente è il modello irraggiungibile di uomo e donna che la tv propone. Spiega la Dottoressa Serenella Salomoni:

Il più grande: fiducia da Massimo Liofredi

Il più grande (italiano di tutti i tempi), nonostante l’esordio accolto con freddezza dai telespettatori (1.858.000 telespettatori  e 8,75% di share), non è a rischio cancellazione. Ad assicurarlo è il direttore di Raidue Massimo Liofredi (fonte Asca):

Il più grande è un prodotto sul quale Raidue continua a credere e a puntare. Così come a Francesco Facchinetti non verrà meno il sostegno della Rete e mio personale.

Liofredi, che oggi è stato in riunione a Viale Mazzini con i responsabili e gli autori del programma, per cercare di trovare le giuste correzioni da fare, ha aggiunto:

Decreto Tv: stop ai film vietati ai minori e a quelli per adulti dalle 7 alle 23. E’ bufera!

Il decreto Tv stoppa la trasmissione dei film vietati ai minori di diciotto anni dalle 7 alle 23: l’articolo 9 del decreto, in vigore dal 27 gennaio vieta a qualsiasi piattaforma (digitale, analogica, satellitare, iptv):

La trasmissione, anche a pagamento dei film ai quali sia stato negato il nulla osta per la proiezione o la rappresentazione in pubblico o che siano stati vietati ai minori di anni diciotto, nonché dei programmi classificati a visione per soli adulti.

Questa norma prevede anche che film vietati ai minori di 14 anni, non siano trasmessi prima delle 22.30 (ad esempio La febbre del sabato sera o Dirty Dancing). Così non ci rimettono solo gli amanti di cinema, che non potranno vedere film violenti o d’autore (ad esempio i film di Almodovar o I segreti di Brokeback Mountain di Ang Lee o Full Metal Jacket di Stanley Kubrick), ma il cinema in generale.  Economicamente, invece, ci perdono coloro che, come Sky e Conto Tv, propongono canali pornografici a pagamento pay per view 24 ore su 24.

Pippo Baudo dopo Sanremo abbandonerà anche Domenica In e la Rai?

Pippo Baudo non solo non andrà a Sanremo, ma potrebbe anche abbandonare la Rai a fine anno. Il conduttore ai margini del seminario “Tv, società e costume” riguardo il Festival dice:

A Sanremo non sarei andato comunque, lo fanno altri e poi non ho ben capito cosa avrei dovuto fare. Tanto di riffa o di raffa ci sarò perché la domenica farò Domenica In dall’Ariston.

A proposito di Domenica In: a conferma delle voci che vogliono al timone del contenitore domenicale Maurizio Costanzo, Pippo Baudo parla come colui che sta per cedergli il posto:

BBC, Met Office sbaglia previsioni del tempo e rischia di essere sostituito

A Londra, l’ufficio meteorologico che fornisce i dati alla BBC, dopo aver dato informazioni errate al pubblico, sbagliando completamente le previsioni estive e invernali, rischia di essere licenziato il Met Office e parte del Ministero della Difesa dalla rete televisiva che ha già preso in considerazione una nuova agenzia Neozelandese.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la previsione della scorsa settimana, in cui il Met Office non ha previsto le abbondanti nevicate nel sud dell’Inghilterra. A causa delle informazioni errate, la gente si è ritrovata bloccata nella neve per ore, ed il servizio radiotelevisivo sommerso da lamentele, poiché a differenza loro, altre reti commerciali avevano dato previsioni giuste.

Il decreto Romani uccide internet e salva la tv?

 Strano Paese l’Italia, manifesto di cultura millenaria che tutti ci invidiano, oppresso da mille contraddizioni mutuate da un’ignoranza latente che disconosce una cosi sublime tradizione, dove i governanti uniformano le leggi in base ai loro interessi, alla faccia di quella libertà cosi tanto proclamata ma mal preservata. In questi giorni Paolo Romani viceministro alle Attività Produttive, ha presentato un decreto che ufficialmente recepisce la direttiva comunitaria sulle televisioni (Tv senza frontiere) ma che di fatto andrebbe ad intaccare tra gli altri alcuni principi fondamentali che riguardano la fruizione di filmati sulla rete.

In particolare il decreto prevede: la cancellazione delle norme a sostegno delle produzioni indipendenti di fiction e cinema, la limitazione degli affollamenti pubblicitari per il satellite e i canali a pagamento, l’esclusione del tetto del 20% stabilito dalla legge Gasparri dei canali pay e di quelli che ripetono programmi e infine, il giro di vite sul web, derivante dall’inclusione di internet nella disciplina riguardante i siti che trasmettono non occasionalmente immagini. La normativa garantirebbe al dicastero delle Attività Produttive e quindi al governo, la discrezionalità in materia autorizzativa anche alle trasmissioni in diretta o live streaming su internet.

2010 l’anno del televisione 3D?

Dall’HD al 3D il passaggio è breve, sebbene non facile. Sulla scia del successo di Avatar e di altre pellicole ispirate alla medesima tecnologia, il mercato si prepara ad un nuovo salto qualitativo nel campo audiovisivo e degli apparecchi televisivi. Dal CES (Consumer Electronic Show) di Las Vegas conclusosi di recente, sono arrivate le prime avvisaglie di un trend in via di espansione nei prossimi anni, che coinvolgerà come al solito prima gli Stati Uniti, poi il resto del mondo.

Proprio negli Usa saranno disponibili i primi modelli di televisori con tecnologia 3D della Sony a partire da marzo mentre per quanto riguarda l’Europa si partirà da giugno prima con la Gran Bretagna e poi il resto continente. La metamorfosi non sarà certo indolore se consideriamo i costi e la necessità di utilizzare i famosi occhialini, a molti invisi soprattutto se già indossano quelli da vista, in un futuro non troppo lontano si ovvierà all’uso di visori a vantaggio di più comode soluzioni già i fase di studio. In Italia poi ha da poco preso piede la proposta satellitare in HD, c’è da giurarci che ci vorrà ancora diverso tempo prima che il pubblico possa adattarsi alla tridimensionale.