Raimondo Vianello, funerali in diretta tv su Canale 5

Domani su Canale 5 alle 11.00 verranno trasmessi, in diretta dalla parrocchia Dio Padre di Milano 2, i funerali di Raimondo Vianello.

Nel frattempo nello studio 4 di Mediaset a Cologno Monzese, quello nel quale Raimondo e Sandra hanno registrato per anni Casa Vianello, è stata aperta questa mattina la camera ardente (foto Ansa) che rimarrà aperta fino alle 20.00 di questa sera. Il feretro è stato accolto da una piccola folla di persone che si è radunata lì davanti per dare l’ultimo saluto al conduttore.

Il direttore di Canale 5 Massimo Donelli, uno tra i primi a rendere omaggio alla salma ha detto (fonte Tgcom):

Monica Setta e Lilli Gruber le preferite dai camionisti

Se una volta erano le modelle o le veline ad avere uno spazio speciale sull’abitacolo dei camionisti, ora al loro posto sono arrivate due giornaliste: secondo lo studio presieduto dalla sessuologa Serenella Salomoni di Donne e qualità della vita e condotto su 500 camionisti italiani, è venuto fuori che, le più amate sono Monica Setta con il 34% e seconda Lilli Gruber con il 18%.

Il comunicato allegato alla ricerca, così scrive dei camionisti:

Preferiscono avere con sé i volti noti delle anchorwoman della tv italiana piuttosto che i corpi perfetti, ma spesso finti e volgari, delle veline

Tg1, polemica sugli ascolti: Garimberti contro Minzolini

Ennesimo scontro intorno al Tg1: dopo che il consigliere della Rai Nino Rizzo Nervo aveva commentato polemicamente il calo degli ascolti del Tg1 (“Capisco le conduttrici Tiziana Ferrario e Maria Luisa Busi, e ne apprezzo il coraggio. Quando ricordano che negli anni passati la soglia del 30% di share era vissuta dalla redazione del Tg1 come una sconfitta, dicono una cosa vera. Per le sue parzialità e per i suoi contenuti, il Tg1 non è più il telegiornale di riferimento di tutti gli italiani. Questo ci dice l’Auditel. E l’azienda non può continuare a far finta di niente”) e il direttore del Tg1 Augusto Minzolini aveva commentato aspramente (“E’ un fazioso e non sa leggere i dati. E’ un uomo ridicolo”), il presidente della Rai Paolo Garimberti è intervenuto attaccando Minzolini:

Un conto è il diritto di critica, anche aspra. Altra cosa sono gli insulti. Come presidente del consiglio di amministrazione della Rai, non posso tollerare che un direttore insulti un consigliere. Al di là dei chiarimenti, che non mi pare smentiscano la sostanza delle cose, Minzolini ha perso una buona occasione per tacere. Ma più in generale si sta perdendo in Rai una buona occasione per tenere il dibattito sulle questioni Rai all’interno delle regole e dei confini aziendali.

I dati che hanno creato la polemica, riportati da Repubblica.it e riferiti al 12 aprile, erano questi:

Ciao Darwin 6, gli animalisti criticano il programma:”Sfrutta gli animali”

Ciao Darwin 6 piace più o meno a tutti, tranne agli animalisti, che hanno deciso di protestare contro la trasmissione del venerdì sera di Canale 5 appendendo uno striscione, firmato 100% Animalisti, con scritto:

Bonolis ora basta! Rispetto per gli animali.

Secondo l’associazione, il varietà condotto da Paolo Bonolis sfrutta ogni tipo di animale per far spettacolo, senza preoccuparsi delle loro condizioni. 100% Animalisti sostiene che la trasmissione è:

Tg1: Tiziana Ferrario attacca:”Perdiamo Credibilità”, Augusto Minzolini replica

Ci sono nuove polemiche intorno al Tg1: sulla bacheca del telegiornale di Raiuno compare una dura lettera/testimonianza scritta dalla giornalista Tiziana Ferrario, estromessa dalla conduzione dell’edizione delle 20 da una decina di giorni (fonte Repubblica.it):

Quello che sta accadendo da mesi in questo giornale, le emarginazioni di molti colleghi, i doppi e tripli incarichi di altri, le ripetute promozioni e le ricompense elargite sotto forma di conduzioni e rubriche sono il frutto di una deregulation che viene da lontano ma che si è ulteriormente inasprita e che a mio parere non promette nulla di buono per il futuro e ci sta portando ad una perdita di credibilità del Tg1.

La giornalista sottolinea come il telegiornale stia perdendo non solo ascolti, ma anche e soprattutto la credibilità agli occhi del proprio pubblico:

Sky sul dtt, l’ambasciatore italiano all’Ue dice no

 La telenovela Sky sul dtt, si, no, forse si arricchisce di una nuova appassionante puntata, l’ennesima di una lunga serie, potete esserne certi. La storia sta assumendo i contorni di una caccia alla volpe, dove il cacciatore (Silvio) circondato dai suoi “cani” (non ce ne vogliano i ministri, l’accostamento è dovuto esclusivamente alla metafora in corso) sta facendo di tutto per fare lo sgambetto all’agile animaletto (Sky) intenzionato più che mai a trasformarsi da preda in predatore. A sbarrargli la strada nientemeno che l’ambasciatore italiano presso l’Unione Europea, Ferdinando Nelli Feroci.

L’antefatto: la scorsa settimana vi avevamo messi al corrente delle velleità di Sky, più che mai intenzionata a liberarsi dell’orpello legale che le impedisce di scendere dal satellite prima del 2012, al momento attraverso il grimaldello Cielo sulle frequenze del Gruppo Espresso, il marchio del tycoon australiano Rupert Murdoch, ha già avuto modo di far saggiare sul dtt la bontà della programmazione Sky, ma l’obiettivo a cui punta è ben più consistente, un multiplex tutto suo dove proporre programmi anche a pagamento (dal 2012 però), opportunità che l’Ue, a cui il marchio satellitare si è rivolta per avere il nulla osta, sarebbe disposta a concedere.

Il destino della tv, cambiare tutto per non cambiare niente?

 Dice bene Umberto Brindani sulle pagine di Tv Oggi giornale che dirige, quando afferma a proposito di Raiperunanotte: “Per la prima volta una trasmissione vietata dalla Rai è andata in onda lo stesso, non sulle reti Rai però. E al di là delle solite polemiche riguardo ai numeri, con ottimi ascolti. L’hanno vista sul Web, sui telefonini, sulle tv locali, sui canali satellitari…non c’è dubbio che è stata una specie di rivoluzione. Un po’ come fare tv senza tv. Se non vorranno essere travolti, sarà meglio che i dirigenti Rai (ma anche quelli Mediaset) ci riflettano sopra”. Abbiamo sempre apprezzato e condiviso i pareri dell’ex direttore di Tv Sorrisi e Canzoni, ricordiamo come spesso alla guida del noto settimanale, esercitasse una valida critica su alcune scelte di palinsesto dei dirigenti Mediaset, uno dei motivi, secondo noi, che gli costarono il posto a favore del più “allineato” Alfonso Signorini.

L’analisi che fa Brindani dell’evento mediatico dell’anno è inoppugnabile se non fosse che questo tentativo ben riuscito di svincolarsi dai normali canoni televisivi, potrebbe risultare lettera morta in un Paese dove la voglia di cambiamento sembra più pertinenza del campo teorico che quello pratico. La televisione è ingessata dentro schemi inalterabili, tra una Rai che fagocita se stessa e dati alla mano, con un pubblico sempre più anziano, costringendo i giovani a emigrare verso altri lidi e una Mediaset asso piglia tutto, favorita com’è dal Governo in carica per ovvi motivi, mentre l’eventuale “nuovo che avanza” nella fattispecie Sky viene opportunamente tenuto a distanza dalle parti dell’emisfero satellitare.

The Creation Project: il padre dei Sims lavora ad telefilm interattivo

il genio creativo di Will Wright, padre di videogiochi come Spore, SimCity e The Sims, si vocifera stia lavorando ad uno show televisivo su Current TV.

Secondo la notizia riportata dal magazine online IGN, Wright pare che stia progettando un prodotto chiamato The Creation Project, che offre a noi da casa la possibilità di interagire via internet o via telefonino per la stesura degli episodi, grazie al software StoryMaker Engine che permette di trovare strumenti ed immagini da usare per gli Storyboard.

Ris Roma parodia di CSI? E’ vero o è un paragone azzardato?

Ris Roma è sotto attacco: non sono i malviventi della capitale o il fantomatico Angelo della morte a scagliarsi contro Lucia Brancato & C., ma un articolo de Il giornale:

Non sono i delitti ad essere imperfetti. Sono le indagini dei Ris di Canale 5 a non avere né capo né coda … sembra la parodia di Csi. Per tutta la puntata di giovedì abbiamo atteso invano l’ingresso in scena della Premiata Ditta….

Un esempio di scimmiottamento delle serie americane?

Nella serie hanno infilato anche un’attrice orientale, Jun Ichikawa (il tenente Flavia Ayroldi) per dare meglio la sensazione che fuori, la scena del crimine sia una multietnica Miami anziché la Roma del quartiere Trastevere.

Tg1: Maria Luisa Busi parla di rappresaglia, Tg schierato e calo degli ascolti, e Minzolini le invia lettera di richiamo

Dopo l‘estromissione di Tiziana Ferrario (che dovrebbe essere dirottata al ruolo di inviata per le grandi aree), Paolo Di Giannantonio e Piero Damosso, Maria Luisa Busi ha rilasciato un’intervista al vetriolo su Repubblica.it parlando della situazione del Tg1: secondo il mezzobusto non è casuale la sostituzione dei suoi tre colleghi:

Credo si tratti di una rappresaglia. Come dice Franco Siddi, segretario della Fnsi. Una rappresaglia che prima dei colleghi, volti storici e professionisti liberi di questo giornale, ha colpito Massimo De Strobel, caporedattore centrale, uomo chiave della storica macchina del Tgi. Anche lui non firmatario di quella lettera, guarda caso. Anche lui rimosso senza una alternativa professionale credibile. Il clima? Il clima in redazione è insostenibile, in 21 anni ho visto altri direttori riconducibili all’area culturale del centrodestra (Vespa, Rossella, Minun), nessuno aveva mai osato tanto. In quanto al “rinnovamento”, di cui parla il direttore Minzolini… di che stiamo parlando? Forse che alla Bbc, alla Cnn, nella tv pubblica francese, non conta la fidelizzazione del pubblico, rispetto ai volti storici? Nel senso di quelli che hanno fatto la storia del giornale e la sua credibilità. E poi che dire di De Strobel, che non va neppure in video.

La Busi parla del Tg1 come di telegiornale schierato con ascolti in calo:

Sky sul Dtt, il matrimonio non s’ha da fare

 Avete presente il digitale terrestre? La rivoluzionari tecnologia verso cui sta convergendo tutto il sistema televisivo europeo, Italia compresa? Quella che ha drasticamente segnato la sorte di molti apparecchi televisivi ormai obsoleti, per la gioia delle aziende costruttrici un po’ meno per le nostre tasche? A oggi nelle zone come Roma e provincia convertite al dtt troppo in fretta, abbiamo tutti ben presenti i benefici a cui tale scelta scriteriata dettata da chissà quali interessi di parte, ci ha condotto: canali che vanno e vengono, segnali che spesso si bloccano (quelli della Rai in particolare) e soprattutto il clima di evidente deregulation in cui riversa la situazione delle frequenze dove a parte quelle di Rai e Mediaset, tutte le altre risultano distribuite alla carlona, con emittenti onnipresenti con più canali di seguito (tutti uguali) e altre anche prestigiose relegate in fondo alla “lista canali”, che ti costringono a una ricerca affannosa e non sempre coronata dal successo.

In un tale clima da far west si anima ancora una volta la contrapposizione tra i due colossi televisivi Sky e Mediaset. La prima con un indubbia posizione predominante sul satellite mentre la seconda favorita dal clima politico, decisa ad accrescere il proprio dominio sul dtt, già ricco di premesse grazie al fruttuoso riscontro dell’offerta Premium, spina nel fianco dell’operatore satellitare che ha visto un calo negli ultimi tempi dei propri abbonati.

Tg1: Minzolini rimuove Tiziana Ferrario, Paolo Di Giannantonio e Piero Damosso. E’ bufera!

Il direttore del Tg1 Augusto Minzolini, per dare un segnale di cambiamento al telegiornale di Raiuno, ha rimosso dalla conduzione Tiziana Ferrario, Paolo Di Giannantonio e Piero Damosso. Al loro posto da settimana prossima ci saranno Francesco Giorgino alle 20.00, Laura Chimenti alle 13.30 e Francesca Grimaldi al mattino.

La decisione ha subito suscitato polemiche, tanto che alcuni hanno parlato di epurazione. Minzolini non ci sta e spiega (fonte Agi):

C’era bisogno di rinnovamento e chi e’ stato spostato dalla conduzione è indirizzato ad altri ruoli di primo piano all’interno del Tg1. Quanto alle reazioni e ai documenti, sono banalità. Io non ragiono per documenti o per colori… Alla conduzione c’era gente da anni e anni, qualcuno si avvicina a quasi tre decenni in quel ruolo. E’ anche una questione d’immagine. A differenza di qualche consigliere, io ho il problema di rinnovare la platea, di avere un pubblico più giovane. L’ho già fatto con la scelta degli argomenti e nel mese di marzo gli ascolti del Tg1 sono cresciuti del 2 per cento nella fascia 30-40 anni. La mia è, tra virgolette, una logica squisitamente industriale che punta a rafforzare la nostra presenza tra l’intera platea di telespettatori, al nord come altrove.

Parliamo Italiano rischia la chiusura su Rai International, Timbuctu su Raitre

 Purtroppo due trasmissioni della Rai stanno rischiando di essere cancellate: si tratta di Parliamo Italiano, la striscia quotidiana condotta da Gloria De Antoni e Oreste De Fornari su Rai International e Timbuctù, la trasmissione di Raitre condotta da Davide Demichelis e Alessandro Rocca.

Parliamo Italiano è un mini talk show di 15 minuti, in onda oramai da tre anni da Rai International, su Raitalia, su Sky canale 804 e sul web. Ogni settimana in trasmissione si alternano numerosi ospiti come Mirabella, Lella Costa, Monicelli, Gambarotta, Giuseppe Patota e molti altri che attraverso la solita chiacchierata cercheranno di dare un loro contributo linguistico agli italiani in trasferta, stranieri, e chi è di origine italiana.

Rai, profondo rosso

 Ai più appare evidente come i vertici della Tv di Stato nella figura del direttore generale Mauro Masi si arravoglino (consentiteci il partenopeismo) lo stomaco per il successo di Raiperunanotte, conseguenza logica dell’interdizione dal pubblico servizio (quello della Rai appunto) dei talk show causa par condicio, meno clamoroso ma di eguale spessore risulta l’allarme lanciato qualche settimana fa da Paolo Garimberti che dava l’Azienda di cui è presidente sull’orlo del decesso per asfissia: “Ci sono tre lacci stretti al collo della tv pubblica che stanno per soffocarla: la mancanza di risorse certe, una natura giuridica che non le consente di stare sul mercato e una non risolta questione di governance.”

Singolare il destino della tv pubblica italiana che riflette specularmente, come è naturale in fin dei conti, la situazione socio politica del Paese che ne usufruisce, l’Italia dove ci si attarda nell’escogitare misure tampone a sfavore di una più severa politica di riforme, dove il denaro viene profuso ovvero sprecato nella distribuzione di prebende per puri scopi politici, dove il Parlamento risulta troppo spesso impegnato nella promulgazione di leggine favorevoli all’individuo piuttosto che alla massa. La Rai è sull’orlo del baratro, ma pochi sembrano accorgersene e i più da irresponsabili quali sono preferiscono distogliere lo sguardo dai conti dissestati, forse perché quel colore rosso così cangiante poco si addice alle loro credo politico.