A pochi giorni dalla tragedia occorsa a Pietro Taricone viene da chiedersi: e adesso? E’ stata una settimana intensa questa, prima la notizia dell’incidente, poi l’opinione pubblica in trepidante attesa di notizie infine il drammatico epilogo, dopodiché abbiamo assistito all’ennesima sceneggiata dell’esposizione mediatica, inesorabile, insopportabile. La vita dell’attore è stata sezionata, fiumi di parole inutili da parte di gente, come gli ex componenti del primo Grande Fratello, snocciolati più per esigenza televisiva che per commemorare un ragazzo simpatico, il cui destino si è rivelato inesorabile.
Intere trasmissioni tv come molte di Mediaset, di cui “o’ guerriero” era indubbiamente creatura, a rimembrare quello che fu, un’immagine che Taricone si era già lasciato alle spalle da diverso tempo, quella che lo ha visto nascere come stella del reality più seguito, dell’amore nascosto sotto l’occhio vigile delle telecamere, delle ragazzine in adorazione, una foto sgualcita che qualcuno ha tentato di tirar fuori dal fondo di un cassetto: ”A Pietro è sempre mancata la grande occasione professionale. A differenza di Luca Argentero, non ha avuto fortuna. Gli era rimasta addosso la patina di coatto. Era troppo identificato come palestrato. Eppure lui diceva: ‘ho messo la testa nel corpo’. Ed era uno che si informava e leggeva, era amico di Saviano. E aveva studiato recitazione, voleva imparare, era umile”. Le parole della scrittrice Maria Venturi che lo conosceva bene: ”Era uno che non fingeva e di questo, in un mondo di finzione, si sente la mancanza”.