Qvc Italia, un futuro difficile?

Correva l’anno 2000 quando sui teleschermi italiani compariva, grazie alle frequenze del network ReteMia, il marchio H.O.T., acronimo per Home Order Television, leader in Germania nello shopping televisivo, poche ore al giorno di diretta per quello che in pochi mesi si sarebbe trasformato in HSE, Home Shopping Europe in seguito Canale D e ora nell’attuale Mediashopping. A dieci anni di distanza prende il via nel nostro Paese sul digitale terrestre un progetto dalle molte affinità con quello di allora (claim compresi), QVC ovvero Quality-Value-Convenience, secondo canale di home shopping negli Usa con un fatturato di 7,5 miliardi di dollari circa, 50 milioni di clienti e 17.000 dipendenti in tutto il mondo.

Lo start up è previsto per il 1 ottobre, come recita la scritta che gli utenti possono leggere sul monoscopio della numerazione dtt. Per la succursale italiana con sede a Brugherio (MI) guidata dall’amministratore delegato Steve Hoffman, si prevede un investimento iniziale di 65 milioni di euro, 17 ore di diretta e oltre 500 dipendenti, una sfida imponente che non mancherà di dare un po’ di fiato all’asfittica situazione occupazionale italiana. Buona novella per noi che a suo tempo abbiamo avuto l’onore di presenziare la nascita e la crescita di HSE e proprio per questo ci sentiamo di muovere qualche riserva, sulla possibilità di sviluppo di questa nuova realtà televisiva italiana.

Bear Grylls, temerario o manipolatore? Intanto le associazioni animaliste insorgono

Gli appassionati della programmazione targata Discovery Channel (Sky, canale 401), non possono essersi persi le mirabolanti avventure de L’ultimo Sopravvissuto ovvero il britannico Edward Michael Grylls detto “bear” cioè orso. Questo simpatico signore di 36 anni, dall’aspetto giovanile e una vaga somiglianza con l’attore Adrien Brody, in ogni puntata dà prova delle sue eccezionali capacità di adattamento a qualsiasi situazione climatica, passando dalla torrida giungla impenetrabile alle terribili temperature delle distese desertiche. In questo periodo i telespettatori di Italia 1 hanno avuto modo di conoscere Bear Grylls nel programma Wild Oltrenatura condotto ogni lunedì sera da Fiammetta Cicogna, scatenando polemiche e numerosi dubbi sulla veridicità delle sue imprese. Di sicuro Brylls non manca di fegato e di una buona dose di fortuna, come quando nel 1996 in un lancio con il paracadute a causa dello strappo nell’involucro a 500 metri da terra, si rompe tre vertebre rischiando di rimanere paralizzato. Dopo 18 mesi di riabilitazione Grylls torna “a lavoro” come se niente fosse.

Va detto che Bear Grylls vantando una preparazione “sui generis” nei corpi speciali dell’esercito britannico che lo ha reso esperto di sopravvivenza estrema, non si esime dal mostrare durante ogni performance i lati più crudi delle sue esperienze, ingerendo ogni tipo di sostanza commestibile, compresi piccoli animali vivi. Immagini raccapriccianti che hanno scatenato l’ira delle associazioni animaliste tra cui l’Enpa (Ente nazionale protezione animali) che ha diffidato Discovery Channel e Italia 1 dal mandare ancora in onda le avventure di Grylls.

Tornano i falsi quiz televisivi, com’è possibile?


A pochi mesi di distanza, ci tocca tornare a denunciare l’endemico fenomeno delle televendite truccate da quiz televisivi, a riprova che esiste un evidente “buco” a livello legislativo che permette, viste le esigue sanzioni, a coloro che portano avanti queste vere e proprie truffe di continuare ad agire indisturbati nei confronti del pubblico più indifeso, tra cui anziani e persone sole.

La tecnica è sempre la medesima, i telespettatori vengono chiamati, rispettando un tempo massimo che guarda caso slitta sempre, ad indovinare gli interpreti di canzoni famosissime il cui titolo viene riportato in bell’evidenza, attirati da un premio di 5000 euro e oltre (si arriva anche a 10.000 euro). I numeri da comporre sono con prefisso 899 e 894 a pagamento. In genere il costo di ogni chiamata dovrebbe essere (il dubbio c’è) di un euro. Viene difficile credere che tutti i concorrenti attratti da un premio così succulento non siano in grado di azzeccare subito la risposta corretta, ma è quello che accade in questi sedicenti quiz, facendo balenare il dubbio sull’autenticità del pubblico chiamante.

In alto sullo schermo scorrono le scritte quasi indecifrabili che rivelano la reale natura del programma: una normalissima televendita di loghi e suonerie, mentre in basso a caratteri minuscoli viene riportata la dicitura “Televendita” che spesso nelle trasmissioni notturne viene omessa. Ovvio che coloro che architettano una siffatto raggiro, ben consci di quello che stanno facendo, cercano di cautelarsi dalle inevitabili sanzioni che prima o poi arriveranno sulle loro teste e di quelle delle emittenti, alcune delle quali a valenza nazionale (Canale Italia), che si prestano a mettere in onda certe ignominie. Ci si chiede come sia possibile che queste tv, alcune anche di un certo spessore, decidano di avallare, dequalificando tra l’altro il proprio ruolo, il “lavoro” di aziende senza scrupoli, ma che probabilmente pagano bene gli spazi pubblicitari a loro affidati.

“‘Na bira e un calippo”: a cosa si deve tanto successo?

L’antefatto è di dominio pubblico, qualche giorno fa una troupe di Sky Tg24 per un servizio sul periodo particolarmente torrido, decide di effettuare diverse interviste ai bagnanti che prendono il sole a Ostia sul litorale romano, tra loro Debora e Romina entrambe quattordicenni, due ragazze che mai al momento avrebbero potuto immaginare che il video sarebbe diventato un cult dell’estate. Le dichiarazioni particolarmente spontanee e “veraci” della coppia di amiche fanno il giro del web e in pochi giorni “na bira e un calippo” diventano il fenomeno del momento, le due vengono addirittura scritturate da una nota agenzia di spettacolo. Come si spiega un successo così clamoroso per delle emerite sconosciute? Lo abbiamo chiesto a Sergio Fabi del portale Cinemotore che di recente le ha intervistate.

“Iniziamo col dire che sono due minorenni, non levano il lavoro a nessun artista, a loro non si chiede di essere brave attrici o di saper recitare, sono la fotografia della nostra società, lontana da noi ma reale, due amiche pronipoti di Thelma& Louise dove al posto del grand canyon c’è Ostia e al posto dell’alcool al massimo “na bira” intervallato da un calippo. Di base vorremmo distruggere ogni loro intervista ma poi ne rimaniamo calamitati, perché come nei reality la realtà è più forte delle ricostruzioni di qualsiasi autore, la vita di tutti giorni può allarmare o destare più curiosità perché è quella che vediamo, basta andare sabato a via del Corso a Roma, loro vivono sapendo di divertirsi ma senza pensare che gli altri possano non gradire il loro linguaggio. Una vent’enne di oggi sembra quasi la mamma di una 14enne, una trentenne quasi una nonna. Queste sono due ragazze che molte già cercano di emulare, testimonial e tormentone di un’estate comunque priva di notizie: nessuna ragazzotta della tv che vuol diventare politico, fa caldo, l’informazione è diventata tutto un chissenefrega, ora anche alcuni quotidiani dopo i settimanali danno il peggio di se, chi ha la responsabilità di informare disinforma o informa a modo loro”.

Rai, niente talk per raccontare la situazione tra Berlusconi e Fini

La Rai parlerà dello strappo tra il premier Silvio Berlusconi e il presidente della camera Gianfranco Fini, ma senza riaprire i talk show. In una nota della Rai si legge che da un incontro tra il direttore generale della Rai Mauro Masi e i direttori di tutte le testate giornalistiche (fonte Reuters):

E’ emersa la volontà e la concreta possibilità di tutte le testate di gestire nei propri rispettivi ambiti di competenza gli approfondimenti di informazione che la situazione politica richiede.

Nel comunicato si aggiunge:

I direttori delle testate potranno chiedere ampliamenti degli spazi previsti e, ove ritenuto necessario, anche variazioni di orario nei palinsesti. Le richieste di approfondimento verranno presentate a partire da oggi stesso alla vicedirezione generale per il coordinamento dell’offerta radiotelevisiva che le sottoporrà con le proprie valutazioni al direttore generale. Questa soluzione, oltre ad essere coerente con specifici precedenti analoghi, permette di garantire il pluralismo e il dovuto equilibrio informativo del gestore del servizio pubblico radiotelevisivo.

Canone Rai: il 41% non lo paga

Il popolo Italiano, soprattutto in Campania, Calabria e Sicilia evade la tassa del canone Rai: secondo lo studio della KRLS Network of Business Ethics, per conto dell’associazione Contribuenti Italiani, le famiglie italiane che non pagano le tasse Rai sono intorno al 41% con punte massime rilevate in Campania fino all’87%, Calabria e Sicilia, inoltre le imprese che non pagano sono circa il 96%.

La popolazione Italiana è molto al di sopra della media Europea che è dell’8% all’imposta della concessione televisiva, inoltre, secondo una statistica, il prossimo anno, l’evasione salirà al 43%.

Secondo l’indagine, è emerso che il 36% dei contribuenti evade la tassa Rai a causa della tanta pubblicità, il 31%per la scarsità dei controlli , il 24% la scarsa qualità dei programmi e troppa politica, il 9% per mancanza di soldi. Dall’altra parte, l’83% delle imprese non paga la tassa perché l’Amministrazione finanziaria durante le verifiche fiscali non richiede le attestazioni del pagamento del canone, parlando di questo, Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiana ha detto:

Crisi PDL: riaprono Ballarò, Porta porta e talk d’approfondimento politico?

In seguito ai cambiamenti politici degli ultimi giorni (la scissione Berlusconi – Fini che quotidianamente racconta Politica Live) il direttore Mauro Masi ha deciso di convocare i direttori di Tg1, Tg2, Tg3, Tgr, Rainews e Gr Radio Rai, per un vertice che servirà a decidere se intervenire sui palinsesti estivi per inserire programmi d’approfondimento politico o affidarsi ai soli telegiornali per raccontare tutti gli scenari che si sono aperti.

Il consigliere Rizzo Nervo si auspica che tornino in onda Ballarò e Porta a porta (fonte Repubblica.it):

L’approfondimento politico non può chiudere per ferie e soprattutto di fronte a delicati avvenimenti politici sui quali i cittadini chiedono un’informazione più ampia, la Rai dovrebbe riaprire programmi come Porta a Porta o Ballarò, ora fermi per la pausa estiva.

Moige Luglio 2010: Raiuno out, Raidue in. Male Un medico in famiglia, Mitici ’80 e I Cesaroni, bene Lost

A luglio accade ciò che non ti aspetti: Raiuno, spesso e volentieri rete preferita dal Moige, questo mese è risultata quella meno gradita dai genitori che hanno contattato il Movimento Italiano Genitori. A rendere out la rete ammiraglia della Rai sono bastati due programmi, il film Nemico pubblico e la serie televisiva Un medico in famiglia. Quest’ultima, in particolare, è la più bersagliata:

Rai Uno ripropone la serie tv andata in onda lo scorso autunno, già segnalata come out perché, pur essendo una fiction sulla famiglia, in realtà le vicende rappresentate al suo interno vanno contro i principi fondamentali della stessa, proponendo relazioni confuse tra i componenti di una famiglia allargata, senza punti di riferimento forti. Torna la figura del padre e del medico (con i gemelli avuti dalla moglie‐cognata), dopo la separazione. Ma torna un padre immaturo, con atteggiamenti adolescenziali, soprattutto nell’ambito affettivo, che non può essere guida, né tantomeno modello per i figli. Manca in modo totale la figura materna, sebbene siano proprio i figli i primi a vivere in modo superficiale e inconsapevole questa assenza. I ruoli tra i familiari sono confusi, scambiati, invadenti lo spazio l’uno dell’altro, inaffidabili, incapaci di dare regole. Anche il capofamiglia (così considerato nonno Libero) appare come una guida incerta, in balia di sentimentalismi e tradizionalismi, incapace di offrire quella saggezza di cui tutti i suoi familiari, invece, hanno molto bisogno.

La Rai dà l’addio alla moviola: chi ci guadagna?

La Rai ha deciso: sopprime la moviola dopo 43 anni, il calcio riassume un’aura di serenità e compostezza ma sarà davvero così? E in tal caso chi ci guadagna? Alla notizia sono arrivate le inevitabili polemiche, alcune dagli scranni del Parlamento da dove Fabrizio Cicchitto numero uno dei deputati del centrodestra ha dichiarato:“Il fatto che dalle trasmissioni Rai sul calcio per il prossimo campionato venga bandita o comunque molto ridimensionata la moviola è del tutto negativo. Ciò, infatti, vuol dire che le autorità calcistiche, in primo luogo quelle arbitrali, sono riuscite nel loro intento, visto che non hanno mai gradito l’uso di questo strumento conoscitivo. Sta avvenendo questo fatto paradossale: invece di mettere la moviola in campo come avviene nel rugby, ci si accinge a ridimensionarla anche in Rai”.

Di eguale parere Daniele Tombolini moviolista fino alla scorsa stagione della Domenica Sportiva, che dalla prossima si ritroverà disoccupato al punto che voci lo danno già in viaggio verso Mediaset: “È una scelta che non condivido, io ho sempre cercato di dare alla moviola un taglio che non fomentasse le polemiche, un taglio leggero e ludico, come i duetti con Teocoli, perché credo che il calcio si debba riappropriare di questo aspetto. Che non crei quindi una “Cassazione”. La moviola non può non esistere. La cosa paradossale è che c’è in ogni giornale e perfino alla radio. Non credo che esista da 40 anni per caso“.

Sanremo 2011: Belen Rodriguez rischia l’esclusione. Il sindaco: “Se ha usato la cocaina non la voglio”

 Dopo aver contribuito alla chiusura di due locali della movida milanese, Hollywood e The Club, e confessato di aver fatto uso di cocaina assieme a Francesca Lodo (che nel frattempo l’ha querelata) ai tempi dell’inchiesta di Vallettopoli datata 2007…

Ho fatto uso di cocaina insieme a Francesca Lodo a casa sua, solo due volte nei primi giorni di gennaio 2007. In entrambe le occasioni la droga me l’ha data Francesca. Non so dove Francesca la prenda, ma sono certa del fatto che ne fa assai uso. Lei mi invitava spesso ad andare nei bagni dell’Hollywood, le domeniche, sere in cui stavamo insieme con tutti i componenti del gruppo Lele Mora, ma io non la seguivo perché temevo l’effetto della cocaina. Ripeto, le uniche due volte che ho consumato droga è stato quando ero a casa di Francesca Lodo.

…una nuova tegola sembra volersi abbattere su Belen Rodriguez. Durante la presentazione del concorso Arena Sanremo, il primo cittadino della città dei fiori, Maurizio Zoccarato, ha escluso categoricamente la presenza dell’avvenente showgirl al prossimo Festival della canzone italiana:

Troppo caldo, troppo freddo: i tg esagerano?


Ora che l’ondata di caldo africano che ha colpito la nostra penisola sembra definitivamente svanita, viene da sorridere su come anche quest’anno i telegiornali siano stati infarciti di notizie riguardanti gli stravolgimenti climatici. Memori della terribile estate 2003, quando il caldo si protrasse per mesi e alle 8 del mattino la colonnina di mercurio segnava già 30 gradi, i presidi dell’informazione non mancano, come in una sorta di liturgia mediatica, di propinarci servizi con le immancabili interviste a cittadini boccheggianti a cui chiedere:“Lei sente caldo?”, forse sperando di ricevere un sia pur stentato diniego, oltre agli inevitabili consigli dei nutrizionisti su come alimentarsi per far fronte alla cappa di calore.

Qualche giorno fa a Paolo Chiariello di Sky Tg24 una cittadina napoletana suggerì un rimedio contro la calura scontato quanto originale: non pensare al caldo per non soffrirlo, cosicché l’inviato a fine servizio con l’ironia tipica dei partenopei fece presente che c’era poco da fare: pur non pensandoci il caldo si sentiva eccome!! Viene da pensare che questa litania, ripetuta a ritmi regolari ogni periodo estivo, sia un modo per deviare l’opinione pubblica dai problemi reali che attanagliano il nostro Paese.

Michele Santoro torna il 23 settembre, confermato Parla con me dopo l’estate

Michele Santoro tornerà in onda dal 23 settembre su Raidue: il via libera è arrivato dal Cda della Rai ieri che ha inserito un generico spazio Santoro nella casella del giovedì sera.

Da cosa sarà occupato il suo spazio è ancora un mistero: logica vuole che, con poco tempo a disposizione da qui a settembre, venga riproposto Annozero, ma c’è chi sostiene che non c’è scritto da nessuna parte che il programma debba essere proprio il classico appuntamento d’approfondimento.

Michele Santoro all’Apcom ha detto:

Sky sul dtt, Mediaset non ci sta

Tanto tuonò che piovve. Come già ampiamente anticipato da queste pagine, Sky ha avuto lo scorso 20 luglio l’autorizzazione da parte della Commissione europea a partecipare al cosiddetto “beauty contest” per l’assegnazione di cinque multiplex sul digitale terrestre, tre dei quali riservati a nuovi soggetti. Cade quindi il vincolo in vigore dal 2003, quando di fatto nacque Sky, che impediva al marchio satellitare di accedere al dtt.“C’é stato consenso”, ha commentato il commissario Ue Viviane Reding,“Si è discusso largamente”, ha poi aggiunto, confermando le voci che davano per discordanti i pareri di alcuni componenti della commissione, circa la decisione finale presa.

Ora l’emittente del Gruppo Newcorp potrà trasmettere sul dtt ma solo in “chiaro” per cinque anni e con la limitazione di una sola frequenza. “Siamo estremamente soddisfatti“, ha dichiarato Tom Mockridge, amministratore delegato di Sky Italia, “La Commissione europea ha confermato che il mercato televisivo italiano ha vissuto grandi cambiamenti negli ultimi anni, cambiamenti avvenuti anche grazie al costante impegno di Sky Italia nell’introdurre più concorrenza, più innovazione e più scelta in un mercato storicamente dominato da due incumbent. Qualora Sky Italia avesse successo nella gara di assegnazione delle frequenze digitali, saranno ancora una volta i consumatori italiani a trarne benefici, così come i potenziali inserzionisti pubblicitari”.

Annozero, è l’ora dell’addio?

Michele Santoro può, anzi deve lavorare per la Rai, perché siamo obbligati da una sentenza. Ma vogliamo un programma diverso da Annozero, meno fazioso, più terzo. Toglierei i monologhi di Travaglio, non possiamo ascoltarli senza contraddittorio. Non possiamo pretendere che faccia un contenitore di musica, perché il giudice che lo ha reintegrato specifica che deve occuparsi di informazione e approfondimento lui deve andare in prima serata, ma non possiamo esporre l’azienda a ricorsi e denunce“. Le parole sono di Antonio Verro consigliere di amministrazione Rai in quota al Pdl, che su Il Fatto Quotidiano punta il dito contro la trasmissione di Michele Santoro confermando la sensazione di molti che si sia giunti ormai alla resa dei conti e che per Annozero sia stato intonato il “de profundis”.

In un panorama televisivo volto all’uniformità e alla “normalizzazione”, termine che non prelude a niente di buono, in vista della nuova stagione autunnale con palinsesti pressoché inalterati, Annozero avrebbe rappresentato anche quest’anno l’ennesimo punto di rottura, elemento inconcepibile per molti, anche per un’azienda come la Rai in grande affanno e bisognosa di programmi portatori di audience e quindi risorse pubblicitarie. Dati alla mano la trasmissione di Raidue è stata fiore all’occhiello della Rete con punte superiori ai 5 milioni di telespettatori, un merito che non servirà a tenerla in vita.