Moige Settembre 2010: Canale 5 rete out, a causa de I Cesaroni, Il peccato e la vergogna e Uomini e donne

Secondo l’Osservatorio Tv del Moige – Movimento Italiano Genitori la tv out del mese di settembre, ovvero quella meno adatta al pubblico giovane è Canale 5: la rete ammiraglia Mediaset conquista ben quattro delle cinque posizioni dei programmi sconsigliati, grazia a I Cesaroni, Il peccato e la vergogna, Lo spacca cuori e Uomini e Donne. A proposito della quarta stagione della serie con Claudio Amendola & Co. il comunicato stampa recita:

Le prime puntate della quarta serie hanno ribadito il giudizio già espresso il mese scorso, ossia che la fiction I Cesaroni continua a non piacere alle famiglie a causa dell’estrema superficialità con cui sono sempre stati trattati argomenti seri come aborto, matrimonio, famiglia ed altre tematiche sociali. Si affianca al giudizio negativo dell’Osservatorio Media del Moige anche lo stesso quartiere Garbatella: Mirella Arcidiacono, presidente dell’associazione Il Tempo Ritrovato della Garbatella, che si sta battendo da anni contro la fiction, ha così commentato: “Per quanto riguarda la cultura, il quartiere Garbatella ne fa le spese. Il quartiere storico, conosciuto per le sue bellezze architettoniche ora in degrado e per la storia della resistenza, viene annullato dall’ignoranza portata nella fiction. Gli interpreti appaiono superficiali e sciocchi insomma una Beautiful della Garbatella. Marco si bacia con la professoressa nei bagni della scuola, Eva partorisce un figlio e solo in sala parto rivela chi sia il padre, Cesaroni padre va da una psicologa che lo riceve in casa e non a studio e pertanto non c’è il messaggio della professionalità. A chiudere il tutto c’è quel povero ragazzino che racconta la sua solitudine mentre l’Italia guarda e ride oppure si rattrista. Il Moige, inoltre, ha dato mandato ai suoi legali per agire in sede giudiziaria nei confronti di Claudio Amendola a tutela dell’immagine e del nome del Moige in seguito alle ripetute offese dell’attore nei confronti dell’associazione.

Annozero, crisi di regime: siamo tutti nella monnezza?

La crisi della politica la fa da padrona nella puntata più recente di Annozero, un cadavere in putrefazione i cui miasmi fanno il paio con quelli provenienti dai siti napoletani. Come è nel suo stile l’incipit di Michele Santoro parte alla lontana per poi arrivare diritto al punto, il sassolino nella scarpa tramutatosi in macigno viene tolto in un proverbiale gesto liberatorio. Il giornalista si rivolge al presidente Rai Paolo Garimberti, quando il suo obiettivo resta comunque il dg Mauro Masi che le ultime danno in via di destituzione, colui che dopo il “vaffan..bicchiere” ha deciso di inviare a Santoro una lettera di richiamo in attesa di ulteriori provvedimenti disciplinari (ma ci saranno davvero?).

E’ il pubblico il vero giudice del piccolo schermo, colui in grado di sancire successi, di fare il pollice verso chiudendo ogni discussione. Qualcuno ai piani alti della Rai pare non averlo ancora capito. Ringhia Santoro: in un ipotetico TG Zero, condotto dalla bella e brava Monica Giandotti viene fuori come colui che dovrebbe vegliare con imparzialità sulle comunicazioni, Antonio Martusciello commissario Agcom, succeduto allo sventurato Giancarlo Innocenzi reo di incapacità nel “far fuori” Annozero al momento opportuno, non è altro che un fedelissimo di Silvio Berlusconi, alla faccia di quella “indipendenza e autonomia” di cui dà sfoggio l’Autorità sul proprio sito.

Digitale Terrestre: canale 58, un caso singolare?


In molti ne hanno parlato, altrettanti si sono fatti portavoce di perplessità a nostro parere più che fondate. Ma questo canale 58 perché cederlo proprio a Mediaset sia pur in via “sperimentale”? L’antefatto: qualche giorno fa il Ministero dello Sviluppo Economico da mesi senza titolare e affidato ad interim al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi decide di affidare il canale 58, che i più informati riferiscono essere tra i migliori in assoluto della numerazione dtt, al gruppo del Biscione per prove tecniche di trasmissione in qualità hd. Tutto questo mentre all’orizzonte si profila il “beauty contest” l’assegnazione di 5 multiplex digitali a cui parteciperà anche Sky in qualità di “nuovo entrante”.

Difficile la gestazione del Regolamento Agcom per l’assegnazione delle agognate frequenze: ben quattro commissari su otto non lo hanno votato inoltre come riportato di recente in un articolo su Blitz Quotidiano da Paolo Gentiloni esponente del Pd e già ministro delle Comunicazioni: “Primo: al Regolamento non è stato allegato l’elenco dei cinque multiplex da mettere a gara. Sarà il Ministero a indicarli e soprattutto a decidere quali saranno i due aperti anche a Rai e Mediaset e quali i tre riservati solo agli altri. Seconda motivazione di chi non ha condiviso il Regolamento: Sky, che grazie all’Europa potrà gareggiare per ottenere uno dei cinque multiplex, sarà comunque esclusa dalla gara per i due aperti anche a Rai e Mediaset.” Lecito intuire che il Ministero assegnerà a Rai e Mediaset i multiplex migliori, tra cui il canale 58 di fatto già occupato in via provvisoria ma che tutto fa pensare possa essere affidato definitivamente a chi già se ne è appropriato.

Michele Santoro mostra lo stipendio in Rai e appoggia il ministro Brunetta sulla trasparenza

Michele Santoro sul sito di Annozero ha pubblicato il testo integrale dell’intervento d’apertura della prima puntata di quest’anno del programma e la copia del Cud 2010, dal quale risulta un reddito lordo di 662mila euro (662.433,45 euro) e tasse contributi per la metà.

Il conduttore del programma d’approfondimento giornalistico di Raidue rivolgendosi al Ministro Brunetta, aggiunge:

Aspetto che Lei coroni la sua battaglia moralizzatrice, ottenendo la pubblicazione di quanto abbiano effettivamente percepito lo scorso anno, i principali dirigenti, conduttori e collaboratori dell’Azienda.

Sky digital key: la Rai si ribella

 La questione digital key torna ad arroventare il clima già agitato tra Sky e i diretti concorrenti Rai e Mediaset. E’ di queste ore la notizia che la Direzione Generale di Viale Mazzini, agirà in giudizio contro Sky proprio per la nota vicenda della “chiavetta” su incarico specifico del direttore, affidato alla Direzioni Affari Legali e Societari che sarà affiancata da un prestigioso professionista del settore. Così mentre il colosso satellitare prepara l’ennesima iniziativa finalizzata alla conquista di nuovi abbonati con la messa in onda il prossimo 3 ottobre della prima trasmissione italiana in 3D, riaffiorano i dissapori tra aziende televisive già sorti circa un anno fa quando Sky annunciò l’arrivo di questo escamotage tecnico che consente la visione dei canali sul digitale terrestre in chiaro direttamente attraverso il decoder satellitare. La digital key, per funzionare, deve essere inserita nel decoder Sky, purché sia ad alta definizione (Sky HD e MySky HD), oppure a definizione standard ma di tipo MySky, unici modelli ad avere la porta USB dove collegare la “chiavetta“.

Nel novembre scorso Mediaset presenta un esposto all’Autorità Antitrust in relazione alla digital key perché contraria alla normativa comunitaria e nazionale in materia di concorrenza mentre la Rai nella persona del dg Mauro Masi sul punto di non rinnovare, come poi avviene, il contratto con il marchio del gruppo New Corp apprende con malcelato disappunto l’annuncio che presto sarebbe stato adottato l’ingegnoso sistema. “Non vi è, né vi può essere, alcuna relazione tra la scelta industriale e strategica dell’azienda di non rinnovare il contratto con Sky e la possibilità che quest’ultima consenta, con le modalità presentate, la visione del digitale terrestre“. Dichiara a suo tempo il dg Masi, il quale però qualche mese più tardi dimostra d’essersela legata al dito.

Parla con me, martedì il CdA della Rai per non far slittare il programma

Parla con me, il programma della seconda serata di Raitre condotto da Serena Dandini, dovrebbe partire regolarmente martedì 28 settembre: la notizia è stata data da alcune fonti di Viale Mazzini, che spiegano come il cda sia stato convocato nella mattinata di martedì prossimo, proprio per dare in tempo il via libera alla trasmissione.

Cosa è successo? Facciamo un passo indietro: fino a ieri si temeva che il varietà della Dandini potesse addirittura saltare, nonostante fosse in palinsesto da questa estate, dato che la conduttrice era ed è ancora senza contratto.

Ieri il cda della Rai doveva votare per l’approvazione del contratto (quelli che superano i 2,5 milioni di euro, non rientrano nella procura del direttore generale), ma mancava il numero legale a causa dell’assenza dei consiglieri di maggioranza.

Sandra Mondaini, funerali su Canale 5

Questa mattina alle 11.00 nella chiesa di Dio Padre a Milano 2 si terranno i funerali di Sandra Mondaini.

Mediaset, dopo aver allestito la camera ardente allo studio 4 di Cologno Monzese, ha deciso di trasmettere la cerimonia funebre in diretta su Canale 5, raccontata dalla voce di Elena Guarnieri, subito dopo la conclusione di Mattino Cinque e sul web sul sito Tgcom.

Rai: di tutto e il contrario di tutto?

 Lo confessiamo, le parole pronunciate di recente da Antonio Marano durante la 62/ma edizione del Prix Italia di Torino, ci hanno fatto sorridere, non per un insano gesto irrispettoso ma perché nel tentativo di esaltare il valore dell’azienda di cui è dirigente insieme ad altri, il vicedirettore generale Rai non ha fatto altro che denunciarne i limiti, quelli noti a tutti da decenni. Dice Marano:“La Rai potrebbe essere tecnicamente molto più aggressiva e molto più competitiva se avessimo maggiori spazi di libertà”. Cosa vieta a quella che una volta era la maggiore società radiotelevisiva del Paese di rinnovarsi? Una struttura pachidermica e costantemente sottoposta all’autorità politica, che unita a logiche commerciali dissennate per un servizio pubblico non permettono come vorrebbe Marano di:“cambiare prospettiva considerando finalmente anche i mercati esteri, tra le mete di approdo dei suoi prodotti, in particolare delle fiction”.

Quanto all’informazione viene detto che:“non si vuole lasciare a casa nessuno, ma se pensiamo che le all news sia l’obiettivo a cui puntare, togliamoci da quelle piccole difese che non sono local ma da sottoscala”. Una Rai meno provinciale quindi, ma riguardo certi tg di cose da dire ce ne sarebbero, mentre Marano preferisce soffermarsi su un ipotetico quanto improbabile rafforzamento di Rainews, per il resto: “Non prevediamo cambiamenti sui tg delle tv ammiraglie i tg principali vanno tutelati, ma certo, non è detto che l’all news in futuro non abbia una capacità propria di essere competitiva in tutte le fasce”. Peccato che il principale presidio d’informazione della Rai, Rainews appunto, attenda da mesi la nomina di un nuovo direttore o la conferma dell’attuale Corradino Mineo mentre di recente l’assemblea dei giornalisti abbia auspicato che “L’impegno preso dal Direttore generale della Rai Mauro Masi davanti alla Commissione parlamentare di Vigilanza a una ‘forte valorizzazione’ di Rainews si debba tradurre al più presto da parole in fatti”.

Distretto di Polizia 10, Luca Zaia offeso dagli stereotipi inaccettabili sui settentrionali. Replicano Valsecchi e Confalonieri

Luca Zaia non gradisce la caratterizzazione del personaggio dell’agente scelto Giovanni Brenta (Gianluca Bazzoli) protagonista di Distretto di Polizia 10: in una lettera aperta pubblicata sul suo blog e indirizzata al presidente di Mediaset Fedele Confalonieri il governatore del Veneto protesta contro “l’andazzo di culturame razzista nei confronti del Nord e dei suoi abitanti”:

Mi riferisco, caro Presidente, all’ultima trovata del personaggio dell’agente scelto Giovanni Brenta entrato di recente a far parte della decima serie della fiction ‘Distretto di Polizia’ in onda su Canale 5 che sfodera un indubitabile accento del Nord, per la precisione bergamasco, e mostra un carattere che la stessa presentazione fatta dagli autori spiega che “non brilla né per sensibilità né per intelligenza”. Siamo alle solite. Il nordista, veneto o lombardo o piemontese che sia, è raffigurato nelle serie televisive pensate prodotte e realizzate a Roma, come terragno, servile, interessato, poco perspicace. Stereotipi che rifiuto, caratterizzazioni inaccettabili al di fuori di qualsiasi verosimiglianza. Mi sento messo in mezzo, caro Presidente, perché Bergamo, la provincia da cui sembra provenire il poliziotto della serie televisiva che fa grandi ascolti e quindi grandi danni, ha fatto parte per secoli della Serenissima Repubblica di Venezia che ne ha influenzato lingua, costume e storia. Io scrivo, penso e parlo da veneto, come i miei concittadini che hanno costituito quella classe dirigente che guida il sistema economico nazionale. E me ne vanto. Come molti bergamaschi. So che non ho il potere di cambiare le produzioni né i palinsesti televisivi, ma almeno voglio farti sentire la forte incazzatura mia personale e di milioni di miei concittadini veneti a est e a ovest del Tagliamento e dell’Adda. Posto poi che i tuoi autori sappiano andare oltre il Tevere e l’Aniene.

Numerazione dtt: Sky si ribella

 Il digitale terrestre rischia di diventare un boccone amaro sulla ricca tavola imbandita di Sky. Dopo aver conquistato a fatica, fra la disapprovazione di Mediaset e quella di alcuni organi di governo, la possibilità di poter partecipare all’assegnazione di multiplex sul dtt, ora il colosso satellitare si accinge ad ingaggiare una nuova battaglia in difesa di Cielo, il canale che appoggiandosi al mux del Gruppo Espresso propone un saggio della programmazione di Sky.

Motivo di tanto livore è la decisione dell’Agcom, per cui sono stati indetti di recente gli appositi bandi, che dispone il posizionamento dei canali sui tasti del telecomando (LCN, Logical Channel Numeration). Tali norme varate dall’Agcom e ratificate dal ministero dello Sviluppo Economico (privo da mesi del suo titolare) prevedono che i canali nazionali vengano programmati su tutti gli apparecchi dal numero uno al nove, i locali dal 10 al 19 e gli altri suddivisi per categorie nelle successive posizioni.

Nel clima di deregulation che fino a poco tempo fa vigeva sul dtt, Cielo si era conquistato un’ottima visibilità sul tasto numero dieci, ora con le nuove norme poiché non è stato classificato come “canale generalista nazionale”, il rischio concreto è che Cielo debba occupare una posizione decisamente “periferica” rispetto all’attuale. Secondo i legali dell’azienda controllata da News Corp si è creata una:”illegittima e arbitraria discriminazione tra i vari fornitori di canali generalisti nazionali, poiché quelli ex-analogici avranno e di gran lunga una maggiore probabilità di essere selezionati dagli utenti”. Per questo motivo è stato presentato un ricorso urgente al Tar del Lazio e ove fosse necessario anche alla Corte Costituzionale.

Tom Mockridge: programmazione televisiva qualitativamente scarsa a causa di poca concorrenza. Replica Confalonieri

Ieri Aldo Grasso, in un articolo pubblicato su Il corriere della sera, si era lamentato della scarsa innovazione nella televisione italiana e della scarsa qualità della programmazione televisiva.

Oggi l’amministratore delegato di Sky Italia, Tom Mockridge, risponde con una lettera al critico del quotidiano spiegando che il problema del settore televisivo italiano è quello della scarsa concorrenza: i produttori televisivi ripropongono gli stessi programmi, visto che la scelta ricade sull’opzione più semplice.

Mockridge propone quattro semplici idee per promuovere una maggiore concorrenza:

Rai, no al pubblico attivo nei talk politici. La linea Masi non passa al CdA

Nei programmi d’approfondimento politico della Rai non è consentito l’utilizzo del pubblico presente in sale come “parte attiva”: questo è ciò che stabilisce una circolare che il direttore generale della Rai Mauro Masi ha inviato ai direttori di rete e di testata.

La circolare (che potete leggere integralmente su Ilsalvagente.it) ricorda anche che le trasmissioni devono corrispondere integralmente alle schede che contengono i dati e le informazioni editoriali che sono state sottoposte all’approvazione della direzione generali, pena la sospensione del programma.

Il Cda Rai ieri ha approvato all’unanimità una delibera in cui dà mandato a Masi di garantire nel settore dell’informazione il rispetto della normativa vigente su pluralismo, contraddittorio e completezza dell’informazione. Di fatto una simile delibera sarebbe molto più generica di ciò che ha chiesto il direttore generale della Rai e tutela l’autonomia dei direttori di rete e dei conduttori del programma.

Miss Italia 2010: c’è una trans in finale?

Giallo a Miss Italia 2010: secondo alcune voci tra le concorrenti arrivate in finale ci sarebbe una trans.

Secondo il regolamento, solo chi è nata donna potrà partecipare … forse, secondo la nutrizionista delle Miss, Sara Farnetti:

Dovrebbe essere modificato, per essere al passo con i tempi e con la scienza.

Palinsesti in subbuglio, la qualità pure

Come in una sorta di scacchiere bellico, i generali, leggi direttori di rete, dispongono le loro pedine in base alle mosse dell’avversario, sconvolgendo nella migliore delle ipotesi tutte le premesse della vigilia. Dove trasmissioni sarebbero dovuto iniziare in un determinato giorno, ora invece vengono anticipate ad un altro per contrastare l’offensiva del “nemico”, il quale a sua volta rimescola le carte, affinché i propri pezzi pregiati possano mantenere integra la capacità di attirare il maggior numero di pubblico televisivo.

Già proprio loro, in tutto questo bailamme di cifre, calcoli riveduti e corretti all’ultimo momento, i telespettatori che ruolo hanno? E poi che peso ha la qualità del prodotto rispetto alla sua reale capacità di fare audience? In molti casi c’è l’impressione che il popolo dal telecomando facile sia visto come una massa informe, priva della possibilità di ragionare, destinata solo ad ubbidire agli ordini emanati dalla “scatola catodica”. A noi dispiace che in tutto questo tatticismo esasperato a farne le spese siano prodotti che meriterebbero ben altro destino.