Fra le quinte del mondo televisivo, l’anticamera in cui si decidono le sorti e le strategie di un business che col passare degli anni è divenuto fonte di inestimabili guadagni. Sarà forse per questo che i giornali, anche i più illustri, si arrischiano a vaticinare scenari futuri a volte esagerando, ma comunque basandosi su rumors con un margine minimo di attendibilità. Pochi giorni fa il Corriere della Sera in un articolo di Federico De Rosa annuncia che è in atto un’alleanza tra il gruppo Espresso e Sky, quest’ultimo prenderebbe in affitto le frequenze dell’alleato per poi utilizzarle, non appena cadranno i vincoli, per una massiccia offerta pay, simile a quella proposta sul satellite, costo dell’operazione 25 milioni di euro l’anno. “Ci sono tavoli aperti con operatori italiani ed esteri interessati ad affittare frequenze“, ha detto la fonte. “Nei prossimi mesi ci saranno accordi sulla capacità trasmissiva affittata“. Poche ore dopo Sky smentisce l’articolo del Corriere, ironizzando su fonti cosi attendibili da prefigurare: “retroscena fantatecnologici”.
Sarà pure un’invenzione ma l’esperienza ci insegna che più una notizia viene smentita, maggiore è la possibilità che abbia un alone di attendibilità. Il marchio satellitare chiarisce che potrebbe estendere la sua offerta su uno o due canali:”Se questo dovesse avvenire, l’ipotesi di farlo affittando la necessaria capacità trasmissiva da altri operatori, visti anche i tempi previsti per il beauty contest sulle frequenze derivanti dal dividendo digitale, è ovviamente possibile, ma certo non ha nulla a che fare con “assi” ne’ con “alleanze” visto che l’unico criterio che sarebbe utilizzato per identificare il fornitore, stavolta come in passato, sarebbe quello della disponibilità sul mercato, della competitività delle offerte e della qualità delle infrastrutture“.