Solo per amore non andrà in onda: Monica Setta: “Io ho tutto pronto per fare causa”

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Solo per amore, il programma di Raidue dedicato alle storie familiari di persone disposte a tutto per chiedere perdono, che avrebbe dovuto condurre dal 7 dicembre Monica Setta, non andrà mai in onda. A dare la notizia è la giornalista a Il giornale:

E’ un vero dispiacere. Mi era stato chiesto di partecipare a varie trasmissioni per lanciarlo. Da settimane passavano i crawl per invitare gli spettatori a inviarci le loro storie, già era stata fatta la raccolta pubblicitaria. E ora, viene buttato via il lavoro di mesi: mio, degli autori e dell’intera produzione. Non è corretto chiudere un programma a pochi giorni dalla partenza. Non lo si poteva dire prima? Contenuti e costi erano approvati da tempo. Era un progetto bello, pulito, asciutto, con importanti autori, registi e scenografi.

Monica Setta ricorda che l’azienda non è la prima volta che ha questo comportamento nei suoi confronti:

Annozero, contro l’immondizia un miracolo non basta

L’Italia ai tempi della mondezza: adesso. Tante le dichiarazioni d’intenti benevole emerse dalla puntata di Annozero: Il Miracolo no!, come dichiarato dagli stessi ospiti dell’Agone televisivo, la più “civile” finora trasmessa, da cui emerge in tutta la sua drammaticità la condizione disperata in cui riversano i comuni della Campania. 7200 tonnellate di rifiuti, 7 milioni di ecoballe: cifre importanti di fronte cui nessuno, nemmeno il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso, può fare miracoli sebbene venga indicato come uno dei corresponsabili di una situazione che si trascina da molto, troppo tempo.

Alla fine il problema dei cumuli di immondizia del napoletano, si accatasta con tutti gli altri che negli anni, ma potremmo dire nei secoli sono andati a infettare come una malattia mortale il meridione d’Italia, facendolo scivolare sempre più in basso, in uno stato da cui difficilmente potrà risollevarsi da solo. Ha ragione il virtuoso sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, il più “illuminato” fra i protagonisti della trasmissione, quando dice che è necessario risvegliare la coscienza nazionale, perché l’annosa questione dei rifiuti campani venga definitivamente risolta, che non significa come mal interpreta il viceministro della Lega Nord Roberto Castelli, scaricare le maleodoranti balle in altre regioni italiane, semmai vuol dire superare il terribile empasse determinato dal conflitto di competenze e dall’incapacità degli amministratori locali di concretizzare uno sforzo comune, atto una soluzione reale del problema.

Terra Ribelle, Moige denuncia scene di sesso e di stupro

Terra Ribelle sta sbaragliando la concorrenza di qualsiasi programmi le si ponga davanti, sta appassionando milioni di italiani, ma non piace al Moige che ha denunciato la puntata di martedì scorso, perché non adatta alla prima serata a causa di sesso esplicito e di stupro. Elisabetta Scala, responsabile dell’Osservatorio Media del Moige afferma:

La fiction Terra Ribelle trasmessa martedì 26 ottobre, da Rai Uno ha rappresentato uno spettacolo assolutamente non adatto al passaggio in prima serata, avvenuto addirittura senza bollino rosso. La puntata, infatti, ha presentato due esplicite scene di sesso in piena fascia protetta a cui è seguita una scena di stupro altrettanto forte. Uno spettacolo non adatto alla visione dei minori che come tale andava segnalato, cosa che invece la Rai non ha fatto, mostrando così una mancanza di attenzione al pubblico dei minori e delle famiglie. Inoltreremo la segnalazione agli organi competenti, considerando anche che già per la prima puntata l’Osservatorio Media del Moige aveva ricevuto alcune segnalazioni di contenuti non adatti sia al numero verde 800.93.70.70 che sul form presente sul sito www.genitori.it. Auspichiamo, quindi, provvedimenti adeguati da parte dei vertici Rai così da applicare concretamente quanto affermato dalla circolare del Direttore Generale Masi che stabiliva provvedimenti seri per l’infrazione della fascia protetta.

Switch off digitale: il nord Italia trema?


Lo switch off dilaga sullo Stivale. La transumanza verso il nuovo sistema di trasmissione digitale è in atto nel Nord Italia con gli inevitabili inconvenienti e disagi che avevano caratterizzato il Lazio in particolare, nel novembre scorso, per un’operazione avvenuta forse un po’ troppo repentinamente. In cifre, nel giro di due mesi, dallo scorso 25 ottobre fino al prossimo 15 dicembre, verranno interessate 20 provincie. Fino al 26 novembre protagonisti saranno parte del Piemonte, la Lombardia (con il passaggio “chiave” di Milano) ed Emilia Romagna, per un totale di 2000 comuni. Dal 27 novembre sarà la volta del Nord Est con Friuli Venezia Giulia, Veneto e il resto dell’Emilia Romagna. Esclusa la Liguria il cui switch off slitterà di sei mesi per i probabili problemi che potrebbe causare alle frequenze della vicina Toscana, la quale si ritroverà a combattere con i decoder implementati o meno a partire dal 2012.

Impossibile calcolare l’impatto che una simile rivoluzione potrà avere su un’area geografica così vasta, di sicuro molti telespettatori si ritroveranno a combattere con segnali ballerini o addirittura inesistenti, a tal proposito il Ministero dello Sviluppo Economico ha messo a disposizione degli utenti il numero verde 800.022.000, i cui operatori saranno chiamati ad un impegno non facile, soprattutto quando si tratterà di dover supportare il cospicuo pubblico di anziani, chiamati a destreggiarsi tra telecomandi vari e canali con numerazioni diverse. Altro tallone d’Achille del passaggio al digitale è infatti la mancata attuazione, slittata ancora di qualche giorno, dell’assegnazione automatica della numerazione (Lcn, Logical channel number) per cui è certo che nella prima fase si assista ad un fritto misto con segnali posizionati più per la capacità trasmissiva che per il reale valore dei canali in se, in questa sorta di delirio digitale.

Sondaggio Demos-Coop sui Tg: chi sale, chi scende


Che l’Italia fosse media dipendente non vi erano dubbi, l’ulteriore conferma arriva dal sondaggio annuale condotto dall’ Osservatorio Demos-Coop pubblicato di recente dal quotidiano La Repubblica. Una media altissima, 8 italiani su dieci, attinge all’informazione televisiva al punto che ormai si può dire che la realtà venga mutuata dai fatti che in grande spolvero vengono proposti ogni giorno dai Tg nazionali. La nota positiva del sondaggio arriva proprio dai dati relativi alla disaffezione o meno nei confronti di questo o quel Tg. Al di là dei proclami dei vari Augusto Minzolini e Clemente J Mimun che si dicono paladini della vera informazione, con i rispettivi telegiornali infarciti di servizi al limite del ridicolo se non addirittura imbarazzanti, l’italiano medio dimostra di non essere il classico organismo decerebrato incapace di discernere tra la qualità e la quantità, come qualcuno vorrebbe farci credere.

La peggiore battuta d’arresto la segnano proprio il Tg1 (che tra l’altro ci rimette anche in pubblicità) con dieci punti in meno rispetto ad un anno fa e il Tg5 con un gradimento pari al 49% in caduta libera. A guadagnarci sono il Tg3, Sky Tg24, il Tg La7 e udite udite, Rainews di cui in più di un’occasione ci siamo ritrovati a tessere le lodi proprio da queste pagine. Con una situazione in perenne bilico, il direttore Corradino Mineo in odore di sostituzione da illo tempore, il canale all news della Rai, riesce a togliersi più di un sassolino dalla scarpa. “Cresce il gradimento e la fiducia del pubblico per Rainews – riporta una nota del cdr – E’ questa l’ennesima prova dell’importante ruolo di servizio pubblico che svolge l’all-news della Rai. E della nostra qualità dell’informazione, pluralista, autonoma indipendente. Non c’è più spazio per ulteriori rinvii, la Rai deve decidere su risorse e mezzi per il canale all-news“ In più si aggiunge:“Ma le mancate decisioni dell’azienda, a cui da oltre un anno chiediamo risorse e mezzi per il rilancio del canale, rischiano di vanificare per sempre i risultati raggiunti”.

Il televoto: questo sconosciuto?


Alla fine il bubbone doveva scoppiare: è di questi giorni la notizia che l’Antitrust ha avviato due istruttorie nei confronti di Rai e Rti circa la questione del televoto, ossia il meccanismo grazie al quale i telespettatori durante alcune trasmissioni sono chiamati ad esprimere il loro parere attraverso l’apparecchio telefonico:”La decisione – riporta una nota – è stata presa dopo che l’Autorità aveva tentato la via della moral suasion nei confronti delle due aziende radiotelevisive, chiedendo l’introduzione di “filtri” in grado di escludere le utenze business dal meccanismo del televoto“. Le polemiche erano fioccate numerose già durante l’ultimo Festival di Sanremo, dove concorrenti apparentemente svantaggiati dal giudizio del pubblico, proprio con il televoto, nella fase finale erano stati capaci di ribaltare il risultato a loro sfavorevole.

Il sospetto che dietro ci fosse una qualche macchinazione ordita da società di call center in grado di veicolare il consenso del pubblico, con l’apporto di numerose telefonate a favore di determinati soggetti, era balenato grazie anche alle denuncie del Codacons. Quest’ultimo aveva chiesto la sospensione dei risultati finali e, assieme all’Associazione utenti radiotelevisivi, il sequestro dei televoti alla Guardia di Finanza di Sanremo e all’autorità delle Tlc. Il fatto che Rai e Rti si siano guardate bene dall’assecondare le richieste di collaborazione rivolte loro dall’Antitrust, fa pensare che molti dei sospetti finora emersi non siano privi di fondamento.

Agcom diffida il Tg1, richiama Tg4 e Studio Aperto per squilibrio a favore di maggioranza e governo: Minzolini, Fede e Toti non ci stanno

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LAgcom ha ammonito Rai e Mediaset a causa del forte squilibrio dell’informazione a favore della maggioranza e del governo: la commissione Servizi e Prodotti dell’autorità per le garanzie nelle comunicazioni, dopo aver analizzato il pluralismo per il periodo luglio – agosto – settembre 2010, ha diffidato il Tg1 e ha richiamato il Tg4 e Studio Aperto, che non sono stati equi nel minutaggio. Per questo l’autorità avverte:

Qualora tale squilibrio perdurasse verranno adottati ulteriori provvedimenti.

Augusto Minzolini, direttore del Tg1 ha replicato (fonte Libero):

E’ una decisione che mi lascia perplesso e poi non può certo essere l’Agcom a dire quale deve essere la presenza dei partiti all’interno del telegiornale. I dati dell’Osservatorio di Pavia che abbiamo a disposizione vedono a settembre l’istituzionale al 13,7%, il governo al 36,5%, la maggioranza al 21,5% e l’opposizione al 25,6%.Come si vede i dati sono sostanzialmente in linea con la divisione 30 al governo, 30 alla maggioranza, 30 all’opposizione. Questa discordanza di dati con quelli dell’Agcom è già una stranezza. E bisogna considerare che Fli è conteggiato nella maggioranza. In secondo luogo nell’ultimo periodo le vicende politiche hanno riguardato prevalentemente la maggioranza e il governo ed il criterio di notiziabilità va comunque considerato.

Annozero, il sasso in bocca: Roberto Saviano e l’Italia degli uomini liberi

 Nella puntata di Annozero che non avrebbe dovuto esserci a seguito della sospensione di dieci giorni poi bloccata, la stella di prima grandezza è lui Roberto Saviano, un viso malinconico segnato da sporadici sorrisi per un ragazzo che le circostanze hanno fatto maturare forse troppo in fretta, costretto com’è ad espiare a vita l’ingiusta pena per aver denunciato il male. Lo scrittore si trova a Berlino dove in occasione dell’Autunno Italiano presenta il monologo La bellezza e l’inferno, il suo è un discorso commovente, dove viene descritta l’Italia che al momento possiamo solo sognare, un Paese dove si possa essere liberi di dire la verità sui governanti senza il rischio d’essere sepolti da una valanga di fango, dove si dice “salgo in politica” e non “scendo” come se si andasse a pescare nel torbido. Libertà quale dolce parola troppo spesso mista al fiele.

Nell’intervista di Sandro Ruotolo, Roberto Saviano descrive il progetto Vieni via con me il programma insieme a Fabio Fazio ancora in forse, ne viene fuori un quadro della Rai davvero drammatico: un’azienda in cui i programmi partono senza che le persone vengano contrattualizzate, in un clima da pressappocchismo spinto davvero preoccupante. Si parla di compensi messi alla berlina, un gioco a carte scoperte a tutto vantaggio della concorrenza, ma gli ospiti devono essere pagati in modo che la gente possa pretendere da loro la qualità, la stessa al momento che manca nel servizio pubblico, una nave alla deriva battuta dai marosi della politica.

Il Giurì non boccia Sky Ugo La Talpa, ma solo uno spot, mentre considera illecita pubblicità comparativa Mediaset

Il Giurì della Pubblicità ha reso noto le motivazioni della pronuncia relativa alle pubblicità comparative di Mediaset e Sky. Quest’ultima in una nota spiega perché la prima pubblicità di Ugo La Talpa, non tutte dunque, è stata considerata denigratoria e quindi messa al bando:

Il giurì ha ravvisato nel solo soggetto Esci dal Buco, soggetto la cui pianificazione è già terminata prim’ancora del pronunciamento, un riferimento a carattere denigratorio a causa del fatto che “cita precisamente Mediaset Premium”.

Il giurì ha considerato pienamente legittime le campagne Il calcio più bello è solo di Sky e Scegli tu il migliore, contestate da Mediaset, e ha aggiunto che la campagna con Fiorello e Ugo la Talpa è (fonte Adnkronos):

Vieni via con me, Roberto Saviano: “Non si vuole che le storie che ho scritto vengano raccontate”

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Vieni via con me si farà: lo assicura il direttore generale della Rai Mauro Masi in una nota diffusa ieri in serata:

La direzione Generale fa sapere , dopo aver verificato con gli uffici competenti, che esistono tutte le condizioni perché il programma Vieni via con me possa andare in onda regolarmente nei giorni previsti, sia per quello che riguarda i conduttori, questione peraltro da lungo tempo definita, sia per gli ospiti della prima puntata prevista per l’8 novembre.

Non è dello stesso parere Roberto Saviano che sempre ieri ne ha parlato prima al TgLa7, poi a Giovanni Floris a Ballarò. Ad Enrico Mentana Saviano dice (fonte Il messaggero):

Non si è risolto nulla, oggi non ci sono le condizioni per andare in onda serenamente, perché non si sta lavorando serenamente … non si vuole che le storie che ho scritto vengano raccontate in prima serata e arrivino a molte persone … [I temi sono] la fabbrica del fango, i rapporti tra mafia e politica, il ritorno della spazzatura a Napoli, le favole raccontate sul terremoto in Abruzzo.

Alleanza Sky- gruppo Espresso, quanto c’è di vero?

Fra le quinte del mondo televisivo, l’anticamera in cui si decidono le sorti e le strategie di un business che col passare degli anni è divenuto fonte di inestimabili guadagni. Sarà forse per questo che i giornali, anche i più illustri, si arrischiano a vaticinare scenari futuri a volte esagerando, ma comunque basandosi su rumors con un margine minimo di attendibilità. Pochi giorni fa il Corriere della Sera in un articolo di Federico De Rosa annuncia che è in atto un’alleanza tra il gruppo Espresso e Sky, quest’ultimo prenderebbe in affitto le frequenze dell’alleato per poi utilizzarle, non appena cadranno i vincoli, per una massiccia offerta pay, simile a quella proposta sul satellite, costo dell’operazione 25 milioni di euro l’anno. “Ci sono tavoli aperti con operatori italiani ed esteri interessati ad affittare frequenze“, ha detto la fonte. “Nei prossimi mesi ci saranno accordi sulla capacità trasmissiva affittata“. Poche ore dopo Sky smentisce l’articolo del Corriere, ironizzando su fonti cosi attendibili da prefigurare: “retroscena fantatecnologici”.

Sarà pure un’invenzione ma l’esperienza ci insegna che più una notizia viene smentita, maggiore è la possibilità che abbia un alone di attendibilità. Il marchio satellitare chiarisce che potrebbe estendere la sua offerta su uno o due canali:”Se questo dovesse avvenire, l’ipotesi di farlo affittando la necessaria capacità trasmissiva da altri operatori, visti anche i tempi previsti per il beauty contest sulle frequenze derivanti dal dividendo digitale, è ovviamente possibile, ma certo non ha nulla a che fare con “assi” ne’ con “alleanze” visto che l’unico criterio che sarebbe utilizzato per identificare il fornitore, stavolta come in passato, sarebbe quello della disponibilità sul mercato, della competitività delle offerte e della qualità delle infrastrutture“.

Vieni via con me, Masi: “Non c’è alcuno stop”, Benigni pronto ad intervenire gratis

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Ci sono aggiornamenti sulla complicata situazione riguardante Vieni via con me: dopo la dura presa di posizione di Fabio Fazio che contestava il mancato via libera ai contratti degli ospiti della prima puntata da parte della Rai, il Direttore Generale Mauro Masi ha replicato con una nota in cui dice:

La Direzione Generale smentisce nella maniera più ferma e decisa quanto contenuto in alcuni articoli apparsi sui quotidiani in merito alla trattativa relativa agli ospiti della trasmissione ‘Vieni via con me. Non c’è alcuno stop, ma soltanto un doveroso approfondimento portato avanti dagli uffici competenti, come giusto che sia, in merito a richieste economiche per Rai molto significative (in un caso 250 mila euro per una sola puntata)”. Al riguardo c’è più che il sospetto che alcune notizie vengano fatte filtrare accampando inesistenti motivazioni politiche per ‘forzare’ la trattativa economica. Si e’ comunque fiduciosi nel recupero di ragionevolezza e quindi nel buon esito della trattativa stessa.

La motivazione del cachet non convince l’agente di Roberto Benigni, Lucio Presta, che racconta:

Qualitel: Report il programma più amato (alla faccia di chi non vorrebbe)

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Qualcuno era a conoscenza che esistesse il Qualitel? Da alcuni mesi infatti un istituto specializzato si è preso la briga per conto della Rai di effettuare un sondaggio tra qualche migliaio di italiani per rilevare i gusti televisivi degli stessi. Il monitoraggio, previsto dal contratto di servizio, rileva la qualità percepita dei principali programmi televisivi e ora come richiesto dall’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni è disponibile sul sito della Tv di Stato. Secondo una recente notizia Ansa, un campione di 7.627 cittadini italiani con più di 13 anni tra cui 3.197 intervistati anche per il prime time, ha sancito un dato per certi versi sorprendente relativo alla primavera 2010.

Se è vero che il pubblico di casa nostra mostra di avere una spiccata predilezione per i programmi d’informazione, telegiornali in primis e quelli di approfondimento giornalistico, Report su tutti, seguiti dagli sceneggiati, è altrettanto assodato il disinnamoramento per l’intrattenimento e udite, udite lo sport.

Vieni via con me rischia di saltare. Fazio: “Mancano i contratti”

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Vieni via con me, l’atteso programma di Raitre condotto da Fabio Fazio e Roberto Saviano, rischia di non andare in onda. A rivelarlo è lo stesso Fazio che contesta il mancato via libera agli ospiti della prima puntata Roberto Benigni, Paolo Rossi e Antonio Albanese:

A tre settimane dalla messa in onda, Endemol Italia non ha ancora il contratto, gli ospitti non hanno ancora il contratto e giustamente Saviano dice:”Così non vado in onda” e io sottoscrivo pienamente. Non ci sono giustificazioni di natura economica: evidentemente è un momento in cui la tv non può permettersi di raccontare la realtà.

Fabio Fazio aggiunge: