Delibera Agcom anti You Tube, chi ci guadagna?


Una doccia gelata, quella caduta sui più popolari siti di video sharing come You Tube e DailyMotion ma anche il nostrano YouReporter a seguito di due delibere pubblicate di recente dall’Agcom che di fatto li allinea alle più tradizionali emittenti radiotelevisive. In precedenza il decreto Romani che regolamenta le web tv e le web radio aveva escluso i siti aggregatori di video. La notizia ha già fatto il giro del mondo è negli Stati Uniti in molti hanno storto la bocca, individuando in esse un regalo a chi da qualche tempo ha capito che il web è una preziosa fonte di guadagno e non vede di buon occhio che qualcun altro proponga, senza autorizzazione alcuna, contenuti ritenuti indissolubilmente suoi. Se è vero che l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, come è riportato sul sito, è un’autorità indipendente, istituita dalla legge 249 del 31 luglio 1997, è altrettanto assodato che la recente quanto inaspettata decisione abbia in qualche modo favorito strutture come Mediaset, che da qualche anno proprio per motivi di copyright porta avanti contro You Tube una guerra senza quartiere.

Nel 2008 Mediaset, denunciando che allora fossero presenti su You Tube almeno 4.643 filmati ricavati da propri palinsesti pari a oltre 325 ore di materiale emesso senza possedere i diritti, chiese al colosso americano un risarcimento di 500 milioni di euro. A oggi la battaglia legale va avanti, con un ulteriore punto a favore dell’Azienda del Biscione, come dichiarato su Repubblica da Guido Scorza, avvocato esperto di diritto su internet: “nei vari processi contro YouTube, per esempio quello intentato da Mediaset per violazione di diritto d’autore, si rafforzerà il concetto che il sito ha una responsabilità editoriale. Dopo questa delibera, sarà difficile per il giudice stabilire il contrario“.

Mauro Masi dovrà restituire 700mila euro alla Rai? Pancho Pardi chiede la rimozione

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La Corte dei Conti ha chiesto al direttore generale della Rai Mauro Masi, un rimborso di quasi 700mila euro per i prepensionamenti dei giornalisti Angela Buttiglione e Marcello Del Bosco, che sono costati all’azienda oltre un milione e mezzo di euro.

L’organo di controllo ha così deciso, dopo l’esposto del consigliere Rizzo Nervo. Secondo la Corte dei Conti Masi ha speso soldi:

per un patto di non concorrenza e obbligo di riservatezza della durata di due anni successivi alla cessazione del rapporto di lavoro.La decisione del Cda Rai di rimuovere i due giornalisti, senza decidere una ricollocazione adeguata al tipo di incarichi rivestiti in precedenza, implica di per sé l’insussistenza del timore che essi intraprendessero attività concorrenti in grado di danneggiare l’azienda.

Jimmy ha cessato le trasmissioni su Sky

Dopo 14 anni di messa in onda (fonte Digital-Sat), il canale Jimmy (canale 140 di Sky), nato nel 1997 (in quel periodo faceva parte di Telepiù D+) e approdato nel 2003 su Sky Italia ha cessato le trasmissioni sulla piattaforma Sky dal 1 gennaio 2011.

Jimmy, che dal 2006 era gestito per quanto riguarda il palinsesto da Digicast e RCS, era un canale giovane, innovativo, che tra l’altro ha mandato in onda produzioni indipendenti sia del passato che nuove come Nip/Tuck, Californiacation e Primeval.

Rai ricorrerà contro il reintegro di Tiziana Ferrario

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La Rai ricorrerà contro la sentenza del tribunale del lavoro che ha ordinato il reintegro di Tiziana Ferrario alle sue mansioni di conduttrice del Tg1 delle 20.00. Ad annunciare la decisione della tv di stato è la stessa giornalista in una lettera aperta ai colleghi affissa in bacheca nella sede del Tg1:

Nessuna lesa autonomia del direttore, nessun trionfo della gerontocrazia, nessun baronato, nessuna inamovibilità del conduttore. L’ordinanza con la quale sono stata reintegrata nei ruoli che svolgevo al Tg1 prima della mia brutale rimozione ha semplicemente stabilito che non posso stare senza lavorare e che mi devono essere assegnate mansioni adeguate alle mie professionalità di cui la conduzione è una componente molto importante.

La Ferrario, che si augurava che la Rai non facesse ricorso, precisa che in un anno di direzione di Minzolini la Rai non ha:

potuto mostrare al giudice alcun documento che provasse il mio utilizzo, nessuna trasferta tranne quella ordinatemi in fretta e furia a novembre quando la direzione – solo dopo essere venuta a conoscenza della mia causa e dell’udienza fissata per il 26 novembre scorso – mi ha chiesto di sostituire per 15 giorni il corrispondente di New York.

La tv del 2010: da Vieni via con me al boom della cronaca nera

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I protagonisti della televisione del 2010 sono stati Roberto Saviano, i Mondiali di Calcio 2010 e la cronaca nera, tre fattori differenti, ma che hanno preso le redini dell’anno che sta per terminare.

Secondo Italpress ci sono vari motivi del perché il 2010 sia stato governato da questi tre fattori, ed ora li andremo ad analizzare.

Il primo è Saviano, che ha vinto la battaglia dell’Auditel, ed insieme a Fabio Fazio, ha dimostrato che in Italia è possibile avere una diversa tv.

La Tv e l’anno che verrà, tornerà Saviano?


L’anno che verrà. In queste ore viene naturale parafrasare una canzone simbolo a firma del grande Lucio Dalla. Con quali premesse parte il nuovo anno televisivo? A dare un’occhiata, i primi accenni di palinsesto non ispirano certo ottimismo, novità ce ne saranno ben poche e le piccole eccezioni puzzano di riciclato andante. Fra i numerosi artisti che abbiamo avuto il piacere di intervistare in questa lunga annata passata a scrivere su Cinetivù ormai prossima alla fine, la maggioranza ci ha confermato la medesima considerazione: gli autori preferiscono puntare su prodotti sicuri come i format, piuttosto che rischiare nuove idee che potrebbero comportare notevoli perdite a livello commerciale. Insomma quel meccanismo perverso da cui la televisione non riesce sottrarsi per cui una trasmissione deve essere comunque accompagnata dal riscontro d’audience immediato e quindi pubblicitario, sta sancendo la fine della televisione stessa.

Le idee vengono sacrificate sull’altare del Dio denaro, senza possibilità di replica, se un programma va male viene immediatamente cancellato, un tempo si sarebbe concesso al pubblico il tempo di assimilazione, gli autori avrebbero provato l’inserimento degli inevitabili aggiustamenti, a oggi non è pù possibile, la tv brucia le sue creature con la stessa velocità con cui sono state create. Il denaro crea, il denaro distrugge e non è certo un bel vedere quello che ci si para davanti ogni volta che lo schermo si accende. Il satellite e il web costituiscono al momento l’unica isola felice ma quanto durerà?

Federica Panicucci donna sexy dell’anno 2010

La conduttrice Federica Panicucci star di Mattino Cinque, secondo il settimanale Gente è la Donna d’Oro del 2011.

Federica ha cominciato la sua carriera facendo la centralinista a Portobello di Enzo Tortora e da allora non si è più fermata, passando per il Festivalbar fino alla conduzione del programma “Mattino Cinque“, e dal 16 gennaio anche di “Domenica Cinque“.

Federica parlando dei suoi sogni da bambina e del suo primo contatto con la tv ha detto:

A Portobello rispondevo al telefono eppure mi sembrava di sognare. Sin da bambina volevo fare la presentatrice. Sono felice di potermi guardare indietro, soddisfatta di quanto ho fatto.

Rai 2011: Ferrara, Sgarbi, Vespa, in prima serata?

Grandi manovre in casa Rai in vista del 2011 anche sul piano dei contenitori informativi. A oggi siamo ancora in ambito ipotetico, ma secondo un articolo apparso di recente su Il Giornale, in quel di viale Mazzini si starebbe lavorando alacremente per contrapporre nomi di un certo calibro a quelli di Michele Santoro, Giovanni Floris, Serena Dandini, passando per Lucia Annunziata e perché no, per una perennemente a rischio Milena Gabanelli, rei di sbilanciare un po’ troppo a sinistra una programmazione che negli intenti di pochi illusi, soprattutto riguardo l’eterno lottizzato servizio pubblico, dovrebbe conservare una parvenza di obiettività (ci viene da ridere se pensiamo a cosa ci propinano ogni giorno i tg Rai)

Chi sarebbero i protagonisti di questa incipiente discesa in campo, sponsorizzata, manco a dirlo, da quell’area di Governo che a oggi si proclama menomata ogni qual volta i succitati nomi vanno in onda in quanto non rappresentata a sufficienza (a sua detta)? Il primo di cui si fa insistentemente il nome sarebbe Giuliano Ferrara. Il direttore de Il Foglio lontano dalle scene televisive da illo tempore, tre anni dalla conduzione di Otto e Mezzo su La7, viene acclamato come possibile papabile ad un ritorno sugli schermi Rai, in quanto detentore di quell’indubbio carisma, da mettere sul piatto della bilancia per convincere gli indecisi nelle prossime quanto probabili elezioni politiche, è vero che causa par condicio il giornalista, già onorevole, non sarebbe in onda ma avrebbe il compito di preparare il terreno con un programma appropriato.

Tiziana Ferrario reintegrata al Tg1 dal giudice

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La sezione lavoro del tribunale di Roma ha accolto il ricorso Tiziana Ferrario e ha ordinato che la giornalista sia reintegrata nelle mansioni di conduttrice del telegiornale serale del Tg1 e di inviata speciale per grandi eventi. Secondo il giudice Maria Gabriella Marrocco, la rimozione è stata:

Una grave lesione della sua professionalità per motivi di discriminazione politica a seguito dell’opposizione della stessa giornalista alla linea editoriale del direttore Augusto Minzolini.

La Ferrario si dice soddisfatta:

Perché è stata riconosciuta un’ingiustizia professionale. E’ stata una sentenza importante perché afferma il principio fondamentale che i poteri del direttore di una testata giornalistica sono limitati dalla legge: non ha infatti il diritto di emarginare o mettere i giornalisti della sua redazione in condizione di non lavorare… Dunque una sentenza ancora più importante in quanto può rivelarsi utile a tutti coloro che hanno subito il mio stesso trattamento, da Paolo Di Giannantonio a Massimo De Strobel, da Raffaele Genah a Bruno Mobrici, alla stessa Maria Luisa Busi che con grande coraggio ha deciso di rinunciare alla conduzione del Tg1 perché non riteneva di essere più nelle condizioni di svolgere con serenità la propria professione.

Digitale Terrestre, Mediaset acquista le frequenze della 3?

La torta è troppo appetitosa perchè qualcuno non la notasse con evidenti intenzione fameliche: stiamo parlando delle frequenze di 3 Italia adottate per gli ormai defunti tivufonini che a oggi potrebbero costituire un importante viatico al digitale terrestre. Nel 2006 l’Azienda di telefonia mobile guidata da Vincenzo Novari, forte della tecnologia Umts per i videofonini, decide di acquistare da Odeon Tv o meglio dalla Profit di Raimondo Lagostena Bassi per la modica cifra di 220 milioni di euro, le frequenze di Canale 7 con l’intento di sfruttarle per i nuovi tivufonini che da li a poco avrebbero sommerso il mercato abbinati all’invidiabile visione degli ormai prossimi mondiali di calcio. Certo è che qualcosa negli anni non ha funzionato, oltre agli indubbi problemi di ricezione, l’utente una volta superato l’entusiasmo iniziale deve aver scoperto che vedere la tv attraverso il piccolo schermo di un telefono non è cosi esaltante come seguirla da uno schermo tradizionale, fatto sta che a oggi 3 Italia si ritrova con delle frequenze che potrebbero tornare utili a chi con il digitale terrestre ormai imperante potrebbe avere problemi di trasmissione in determinate aree geografiche.

Secondo un rumour colto al volo da Milano Finanza, sarebbe Mediaset ad aver adocchiato il business delle frequenze DVB-H del canale 37 gelosamente ma non troppo custodite dalla compagnia telefonica. Con esse l’Azienda del Biscione potrebbe potenziare il proprio segnale in particolare il Lombardia, a casa propria insomma, dove il recente switch off ha comportato problemi d’emissione di ogni tipo con inevitabili ripercussioni sull’audience.

Personaggi del 2010, Fabio Fazio e Roberto Saviano terzi per Sky Tg24 dopo Benedetto XVI e Barack Obama

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Quali sono i personaggi che hanno segnato indelebilmente il 2010? A rivelarlo è Sky Tg24: il telegiornale di Sky, grazie ad un sondaggio effettuato dalla Digis su un campione di 1000 italiani, ha stilato la lista dei volti che hanno segnato gli ultimi 12 mesi.

A sorpresa, alle spalle di due leader carismatici come Papa Benedetto XVI e il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, si sono classificate due coppie televisive, Fabio Fazio e Roberto Saviano, artefici del programma rivelazione dell’anno Vieni via con me, e la compianta e indimenticabile coppia formata da Raimondo Vianello e Sandra Mondaini.

Dopo il salto potete leggere la lista completa.

I dieci minuti più visti del 2010

Il 2010 è quasi terminato, oramai mancano tre giorni alla chiusura dell’anno e all’inizio del 2011 e per rendergli onore, la Vidierre ha realizzato una lista dei dieci minuti più visti dalla televisione italiana nel 2010.

Lo sport rimane come sempre il magnetico evento con più telespettatori, specialmente per quanto riguarda il 2010 che ha visto lo svolgersi dei Mondiali di calcio in Sudafrica, ma insieme a lui c’è un altro evento importante, che ogni anno lega a se milioni di spettatori … sto parlando del Festival di Sanremo.

Solo per amore, i giudizi dei critici della carta stampata

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Solo per amore, il nuovo programma di Raidue condotto da Monica Setta, non sta ottenendo buoni risultati di pubblico (dopo l’esordio che ha catturato due milioni di spettatori, la seconda puntata ha perso metà del suo seguito, ed è stata seguita da poco più di un milione di spettatori) e lascia interdetti i critici televisivi dei quotidiani nazionali.

Stamane Antonio Dipollina de La repubblica e ieri Walter Siti de La Stampa, hanno scritto alcune riflessioni sulla trasmissione:

La fascia di pubblico che nemmeno sotto minaccia fisica guarderebbe mai Solo per amore è più ampia del previsto … Dopo due puntate ci sono già due casi che riguardano il sovrappeso del partner (un tema che ipnotizza il telespettatore) o quello che ha il vizio del gioco e la moglie è inviperita, soprattutto perché lui perde. I siparietti da pochi secondi con spettatori occasionali sono da posta del cuore di CronacaVera (la rivista) e comunque, alla fine, le beghe sentimentali sono da sempre le più noiose della terra. (Antonio Dipollina)

Digitale Terrestre, tv e radio locali contro i provvedimenti del Governo

Le tv locali sul piede di guerra, il digitale terrestre verso cui tutte le emittenti televisive italiane sono destinate a migrare entro il 2012, (ma qualcuno parla addirittura di anticipare lo switch off al 2011) si sta rivelando un affare per le reti nazionali mentre per i “piccoli” si profila come un cappio sempre più stretto destinato a vanificarne l’esistenza. Quanto la situazione sia tutt’altro che rosea appare evidente dopo che il Governo nel decreto legge Milleproroghe, approvato recentemente, ha cancellato lo stanziamento di 45 milioni di euro disposto dalla legge di Stabilità 2011 riducendo al lumicino una fonte rilevante di sostentamento per le realtà radio e tv locali.

Maurizio Giunco presidente dell’associazione Tv locali FRT mostrava d’avere già le idee chiare sulle reali intenzioni del Governo quando qualche giorno fa prima dell’approvazione del Milleproroghe dichiarava a Milano Finanza:“Fino a oggi pensavamo che la legge Gasparri avesse effettivamente contribuito ad ampliare il pluralismo e la liberalizzazione dell’etere, ma da un po’ di tempo il clima è cambiato e con la legge di Stabilità il Governo ha deciso che le tv locali non potranno più ospitare fornitori di contenuti nazionali, mentre allo stesso tempo verranno costrette a cedere frequenze per permettere al Governo di indire la gara tra gli operatori telefonici”. A cose fatte Giunco non poteva che concludere: “Questo potrebbe essere il colpo decisivo assestato dal Governo Berlusconi all’emittenza locale che potrebbe portare al definitivo tracollo del comparto già messo a dura prova da una serie di azioni attuate proprio attraverso la legge di Stabilità recentemente approvata dalle Camere. Ricordiamo infatti che questo provvedimento ha previsto la sottrazione alle tv locali di ben nove frequenze (canali da 61 a 69) da destinare alla telefonia mobile, oltre ad una delega in bianco al Ministero dello Sviluppo Economico al fine di fissare nuovi e pesanti obblighi per gli operatori televisivi locali. Tutto ciò proprio nel momento in cui lo stesso Governo si appresta ad assegnare gratuitamente ad alcune reti nazionali alcune frequenze coordinate del cosiddetto dividendo interno“.